Inquinamento atmosferico: fa ingrassare. Aumenta il rischio di obesità, malattie e infezioni

I ratti che hanno respirato l'aria di Pechino sono ingrassati dopo 3 – 8 settimane di esposizione

[22 Febbraio 2016]

Lo studio “Chronic exposure to air pollution particles increases the risk of obesity and metabolic syndrome: findings from a natural experiment in Beijing”, pubblicato sul Journal of the Federation of American Societies for Experimental Biology (FASEB)  da un team di ricercatori cinesi, statunitensi e britannici arriva alla conclusione che «L’evidenza epidemiologica suggerisce che l’inquinamento dell’aria è un fattore di rischio per l’obesità infantile».

Alcuni dati sperimentali avevano dimostrato che l’esposizione precoce a particolato ambientale  aumenta la predisposizione all’aumento di peso indotto dalla dieta in età adulta o aumenta la resistenza all’insulina, l’adiposità, e le infiammazioni. Ma questi dati non evidenziavano un legame diretto tra l’inquinamento atmosferico e gli aumenti di peso non indotti dalla dieta.

I ricercatori hanno realizzato degli esperimenti sui  ratti ed hanno scoperto  che l’aria fortemente inquinata di  Pechino può provocare nei roditori un aumento di peso e disfunzioni cardiorespiratorie e metaboliche. «Rispetto a quelle esposte ad aria filtrata, le femmine di ratto gravide esposte all’aria non filtrata di Pechino al termine della gravidanza erano significativamente più pesanti. A 8 settimane di età, la prole esposta all’aria non flltrata in fase prenatale e postnatale era significativamente più pesante di quella esposta all’ aria filtrata».

Il team internazionale, finanziato da diverse agenzie del governo cinese, ha messo delle femmine di ratto  gravide ei loro discendenti in due camere, una esposta all’aria che si respira a  Pechino e l’altra dove un filtro  rimuoveva dall’aria la maggior parte del particolato dell’inquinamento atmosferico ed hanno così scoperto che, solo 19 giorni dopo, i polmoni e il fegato delle femmine gravide esposte all’aria inquinata erano più pesanti e n mostravano un aumento dell’infiammazione dei tessuti.  Questi ratti avevano il 50% in più di LDL,  i trigliceridi il 46% più alti e il colesterolo totale del il 97% superiore. Anche il loro livello di resistenza all’insulina, un precursore del diabete di tipo 2, era superiore rispetto ai loro simili che respiravano aria pulita.

Gli scienziati della Duke University che hanno partecipato allo studio sono convinti che «L’esposizione all’inquinamento atmosferico provoca la disfunzione metabolica, un precursore dell’obesità. Infatti, al termine della gravidanza i ratti esposti all’inquinamento erano significativamente più pesanti, anche se i roditori di entrambi i gruppi sono stati alimentati con la stessa dieta». Lo stesso vale per la prole che è stata tenuta nello stesso ambiente inquinato insieme alle mamme ratto.

Ma i risultati dell’esperimento hanno anche dimostrato che gli effetti negativi dell’inquinamento dell’aria erano meno pronunciati dopo 3 settimane che dopo 8 settimane, suggerendo che sia necessaria un’esposizione a lungo termine per produrre le alterazioni infiammatorie e metaboliche continue che, alla fine, fanno aumentare il peso corporeo.  Dopo 8 settimane di esposizione all’area inquinata i ratti femmine e maschi erano rispettivamente del 10% e del 18% più pesanti rispetto  a quelli esposti all’aria pulita.

Il principale autore dello studi, Junfeng “Jim” Zhang, che lavora sia per l’università di Pechino che per la Duke University, conclude: «Dal momento che l’infiammazione cronica è riconosciuta come un fattore che contribuisce all’obesità e a malattie metaboliche come il diabete e l’obesità che sono strettamente correlate, i nostri risultati dimostrano chiaramente che l’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di sviluppare l’obesità. Se trasferiti e verificati negli esseri umani, questi risultati supportano l’urgente necessità di ridurre l’inquinamento atmosferico, visto il peso crescente dell’obesità nel mondo altamente inquinato di oggi».