Mal’Aria in Toscana: migliora il trend nelle ma permangono criticità diffuse per l’ozono

La piana lucchese si conferma maglia nera della Toscana per il PM10

[10 Febbraio 2021]

Oggi, il presidente regionale di Legambiente Fausto Ferruzza  il responsabile del settore Inquinamento Atmosferico per il cigno verde toscano Michele Uurbano e il direttore generale ARPAT Marcello Mossa Verre hanno presentato i dati del dossier di Legambiente “Mal’aria 2021 in Toscana” dai quali en merge che «Anche in tempo di pandemia l’emergenza smog non si placa».

Nell’analisi portata avanti da Legambiente nelle consuete campagne annuali “PM10  ti tengo d’occhio” e “Ozono ti tengo d’occhio”, che monitorano l’andamento giornaliero dei capoluoghi di provincia, si è tenuto conto delle stazioni di fondo e di traffico di ogni città, che di norma dovrebbero essere quelle che risentono prevalentemente dell’inquinamento prodotto dalla circolazione automobilistica. Legambiente sottoline: «Ebbene, anche se è indubbio che il trend decennale segnala miglioramenti consistenti specie sulle polveri fini, dal rapporto emerge comunque un bilancio di luci e ombre per la Toscana».

E le analisi dei dati ARPAT  confermano le criticità storiche nella nostra regione: il PM10 per la stazione di fondo di Capannori, nella Piana lucchese; il Biossido di azoto (NO2) per la stazione di traffico Firenze Gramsci, nell’Agglomerato fiorentino; – l’Ozono (O3) per 6 delle 10 stazioni della rete regionale: FI Signa, FI Settignano, PT Montale, GR Maremma, LU Carignano, PI Montecerboli.

Particolato PM10. Nel 2020 il valore limite normativo relativo all’indicatore della media annuale di PM10 è stato ampiamente rispettato in tutte le stazioni della Rete Regionale. La concentrazione media regionale registrata nel 2020 è pari a 20,4 µg/m3, leggermente inferiore rispetto alla media dell’anno precedente (20,6µg/m3). L’analisi della media mobile per le principali stazioni regionali permette di visualizzare il progressivo miglioramento del PM10 sulla rete regionale ed indica una tendenza nelle zone omogenee in cui in controtendenza la sola stazione di urbana di fondo di Capannori, nella Piana lucchese, che registra medie mobili superiori al periodo iniziale di osservazione.

Particolato PM2.5. Il limite normativo della media annuale di 25 mg/m3 nel 2020 è stato rispettato in tutte le stazioni della Rete Regionale. La media annuale più elevata di PM2,5 è stata per il terzo anno consecutivo quella relativa alla stazione di LU-Capannori dove è 21 mg/m3 pari a circa l’80% del valore limite. Il valore medio di PM2.5 registrato dalle stazioni di rete regionale è stato nel 2020 pari a 13,7µg/m3, leggermente superiore rispetto alla media del 2019 (13,4 µg/m3). Si riporta una sintesi per zona.

Legambiente sottolinea che «E’ importante migliorare la comprensione del meccanismo di formazione del particolato. In questo senso è essenziale dare piena attuazione alla Direttiva EU sulla qualità dell’aria che prevede che negli stati membri venga indagata anche la concentrazione per speciazione del particolato fine PM2.5 su base annuale. In questo senso auspichiamo che l’aggiornamento del progetto PATOS (Particolato Atmosferico in Toscana) possa fornire un utile strumento per attuare corrette strategie di contrasto all’inquinamento atmosferico.

Biossido di Azoto (NO2). Il valore limite relativo alla media annuale del biossido di azoto di 40 mg/m3 è stato superato nel 2020 soltanto presso la stazione di traffico di viale Gramsci nel comune di Firenze dove la media ha superato il limite del 10%, ma è stata (come trend) nettamente inferiore agli anni precedenti. La variazione dell’indicatore su media mobile evidenzia con maggiore chiarezza il progressivo miglioramento dell’indice.

Ozono (O3). Per l’ozono troposferico, un inquinante tipicamente estivo il cui limite previsto dalla legge è di 25 giorni all’anno con una concentrazione superiore a 120 microgrammi/metro cubo, la media mobile sulle 8 ore diurne si è confermata nel 2020 “fuorilegge” per 6 stazioni su 10. Il trend degli indicatori calcolati dal 2007 al 2020 per i valori di concentrazione di ozono in Toscana si sono mantenuti elevati e critici per tutto l’ultimo decennio. L’andamento statistico, calcolato sui dati rilevati nell’ultimo decennio, non mostra un trend positivo o negativo bensì altalenante, con un costante superamento del valore obiettivo in gran parte della regione, con un interessamento più consistente (rispetto agli altri inquinanti) delle tre province meridionali.

Ferruzza e Urbano hanno concluso: «L’inquinamento atmosferico è al momento la più grande minaccia ambientale per la salute umana e che ormai esso è percepito dalla maggioranza dei cittadini italiani come un’aggravante acclarata degli effetti della pandemia. A pagarne le conseguenze sono, inevitabilmente, le fasce più deboli! Ogni anno infatti sono oltre 60mila le morti premature in Italia dovute allo smog, lutti che determinano anche un danno economico, stimato sulla base dei costi sanitari comprendenti le malattie, le cure, le visite, i giorni di lavoro persi, che solo in Italia oscilla tra i 47 e i 142 miliardi di euro all’anno (330 – 940 miliardi a livello europeo); in Toscana per fortuna la situazione sta lievemente ma costantemente migliorando ed è evidente l’effetto positivo ingenerato dal sistema tramviario nell’agglomerato metropolitano di Firenze».