Lo studio dà l’avvio allo sviluppo di processi per minimizzare la pericolosità del materiale

Malattie professionali: scoperto il meccanismo molecolare che rende tossica la silice cristallina

Milioni i lavoratori esposti quotidianamente alla polvere di silice a rischio silicosi, tumori del polmone e malattie autoimmuni

[28 Ottobre 2020]

La silice, biossido di silicio, o quarzo nella sua forma cristallina più comune, è un costituente ubiquitario della crosta terrestre. Il quarzo è usato in molti processi industriali e diversi milioni di lavoratori sono esposti ogni giorno alle sue polveri. Respirare polvere di quarzo nei luoghi di lavoro può causare gravi malattie come silicosi, tumori del polmone e malattie autoimmuni. Nonostante le misure di prevenzione, nuovi materiali e recenti tecnologie (taglio e lucidatura dei marmi artificiali, sabbiatura dei jeans, lavorazione di gioielli) hanno prodotto nuovi e gravi focolai di silicosi nel mondo. Ancora oggi, l’esposizione lavorativa alle polveri di quarzo resta la principale causa di malattie respiratorie professionali nel mondo.

Malgrado decenni di studi, i meccanismi molecolari che rendono la silice cristallina tossica non erano stati chiariti.  Ora, lo studio Nearly free surface silanols are the critical molecular moieties that initiate the toxicity of silica particles”, pubblicato il  23 ottobre su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da un team di ricercatori dell’università di Torino e dell’Université catholique de Louvain  ha individuato le strutture chimiche responsabili dei meccanismi molecolari che rendono la silice cristallina tossica.

Grazie ai finanziamenti dell’associazione industriale europea Eurosil, gli autori del Dipartimento di chimica di UniTO – Cristina Pavan, Francesco Turci, Bice Fubini, Maura Tomatis e Riccardo Leinardi, del Centro Interdipartimentale “G. Scansetti”, in collaborazione con Gianmario Martra, Rosangela Santalucia, Marco Fabbiani e Piero Ugliengo del Centro Interdipartimentale NIS – e i loro colleghi belgi hanno scoperto che «La tossicità della silice cristallina è dovuta alla presenza di alcune speciali strutture chimiche, denominate “nearly free silanols”» e  hanno dimostrato che «Queste strutture si formano sulla superficie dei cristalli durante i processi di fratturazione, spiegando il motivo per cui solo il quarzo ridotto in polvere fine sia pericoloso».

Una scoperta che rivoluziona le attuali conoscenze sui meccanismi di tossicità della silice e che, secondo i ricercatori, «Permetterà lo sviluppo di processi volti a minimizzare la pericolosità di questo materiale nei luoghi di lavoro».

Il Professor Gianmario Martra, che ha dato a questa ricerca un contributo fondamentale, è deceduto mentre il lavoro veniva pubblicato e quest’ultima ricerca è dedicata a lui.