Un risparmio di 4.200 miliardi all'anno in riduzione dei costi per la salute

Raddoppiando le energie rinnovabili si salverebbero 4 milioni di vite all’anno

Il vero costo dei combustibili fossili: inquinamento dell’aria e cambiamento climatico. Eppure li incentiviamo 4 volte tanto le rinnovabili

[20 Maggio 2016]

Secondo il rapportoThe True Cost of Fossil Fuels: Saving on the Externalities of Air Pollution and Climate Change” appena pubblicato dall’International renewable energy agency (Irena), raddoppiando la quota globale di fonti rinnovabili entro il 2030 si ridurrebbero  drasticamente le emissioni nocive per la salute umana, risparmiando fino a 4 milioni di vite all’anno entro il 2030

Il nuovo rapporto, quantifica i costi sociali, economici e ambientali legati ai combustibili fossili constata che «Raddoppiare la quota di energie rinnovabili entro il 2030 ridurrebbe le emissioni nocive da inquinanti come l’ammoniaca, il particolato, i composti organici volatili, e il biossido di zolfo rispettivamente del 82%, 33%, 27% ​​e 12%. Questa riduzione dell’inquinamento atmosferico si tradurrebbe in un risparmio fino a 3,2 trilioni di dollari all’anno entro il 2030, grazie alla riduzione dei costi relativi alla salute».

Dolf Gielen, direttore dell’Innovation & Technology Centre di Irena sottolinea: «Stiamo già vedendo che le fonti rinnovabili sono in grado di competere testa a testa  vincere contro le fonti dei combustibili tradizionali. Quando vengono presi in considerazione tutti i costi e benefici, le energie rinnovabili diventano un’opzione ancora più attraente. Al fine di comprendere il vero costo dell’energia, e prendere le conseguenti decisioni politiche,  devono essere compresi anche i costi esterni connessi all’uso dei combustibili e inclusi nei prezzi dell’energia».

Il nuovo rapporto sviluppa ulteriormente i risultati del precedente report  “REmap: Roadmap for a Renewable Energy Future”, pubblicato da Irena a marzo. Il rapporto rileva che «Raddoppiare la quota delle energie rinnovabili nel mix energetico globale entro il 2030 può far risparmiare fino a 4.200 miliardi di dollari all’anno dal 2030 – 15 volte in più rispetto ai costi – grazie alle mancate spese legate all’inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici».

Secondo “The True Cost of Fossil Fuels: Saving on the Externalities of Air Pollution and Climate Change”,  il maggior calo di inquinamento atmosferico verrebbe dall’industria energetica, soprattutto dalla riduzione delle emissioni delle centrali a carbone. Grazie al miglioramento della qualità dell’aria nelle città, i trasporti costituirebbero il secondo calo di sostanze inquinanti.

In termini assoluti, a trarre il maggior beneficio  e risparmio in spese per la salute sarebbero  Cina, India, Indonesia e Usa, insieme a tutti i Paesi in via di sviluppo dove l’utilizzo delle bioenergie tradizionali inquinanti verrebbe  progressivamente eliminato.

Ma Irena avverte che «Con le politiche e i piani nazionali vigenti, la domanda di combustibili fossili tra il 2010 e il 2030 crescerà del 40%, aumentando gli  attuali livelli di inquinamento dell’aria interna ed esterna. Raddoppiare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico globale tuttavia, ridurrebbe l’uso di  carbone, petrolio e gas naturale rispettivamente del 36%, 20% e 15%».

Gielen,conclude: «Oggi, vengono spesi 4 dollari per sovvenzionare il consumo di combustibili fossili per ogni dollaro speso per sovvenzionare le energie rinnovabili. Con i prezzi di petrolio, gas e carbone attualmente ai minimi storici, è ora più facile che mai per i governi per correggere questo problema. Questa nuovo bief breve aiuta a chiarire il vero costo dell’energia, e così facendo, incoraggia l’adozione di politiche che consentano di incrementare l’implementazione delle energie rinnovabili».