Veleno non scaccia veleno: nelle Antille francesi il glifosato ha resuscitato il clordecone

Il glifosato ha provocato una maggiore erosione del suolo facendo ricomparire il terribile insetticida clordecone stoccato dalle radici delle piante

[16 Febbraio 2021]

Lo studio “Evidence of Chlordecone Resurrection by Glyphosate in French West Indies”, pubblicato recentemente su Environmental Science and Technology da un team di ricercatori di université Savoie Mont Blanc (USMB), CNRS, CEA e CIRAD, dimostra che, dalla fine degli anni ’90, il clordecone ha fatto la sua ricomparsa in maniera massiccia nelle Antille francesi. Il clordecone era un insetticida ampiamente utilizzato nelle piantagioni di banane dal  1972 – 1993 per tenere sotto controllo il tonchio, uno dei insetti più nocivi per le banane. Poi questo insetticida tossico è stato vietato per motivi di salute perché ritenuto responsabile, tra le altre cose, dell’elevatissimo numero di tumori alla prostata nelle isole di Guadalupa e Martinica.

Quasi trent’anni dopo il suo divieto, questo insetticida è stato trovato in grandi quantità nell’ambiente e produce un inquinamento diffuso dal suolo nelle Antille. La colpa sarebbe del famigerato glifosato, l’erbicida utilizzato in tutto il mondo che, distruggendo le radici delle piante, favorisce l’erosione del suolo e il rilascio del clordecone che avevano trattenuto dalla fine degli anni ’90.

Lo studio, pubblicato il 28 gennaio da un team diretto dal geologo Pierre Sabatier, del  laboratorio Environnement, dynamique et territoires de la montagne (EDYTEM, USMB/CNRS), è il risultato di un lavoro interdisciplinare che ha coinvolto chimici, agronomi e geologi in collaborazione con istituzioni agricole e produttori agricoli delle Antille e «Illustra la complessa interazione tra le caratteristiche e il comportamento dei pesticidi, le pratiche agricole e l’erosione delle aree contaminate».

Gli scienziati francesi hanno condotto il loro studio su due siti: nei bacini del fiume Pérou in Guadalupa e del fiume del Galion Martinica ed evidenziano che «Queste aree sono, in parte, ricoperte da piantagioni di banane o campi di canna da zucchero». Hanno analizzato carote di sedimenti marini prelevati vicino alle foci dei due fiumi e, grazie a questo metodo basato sul concetto di feedback, hanno potuto seguire il trasferimento, la destinazione e le conseguenze a lungo termine del clordecone nell’ambiente.

I ricercatori spiegano come si è verificato un fenomeno che può sembrare controintuitivo: «Il glifosato, un erbicida utilizzato dalla fine degli anni ’90, ha indotto una maggiore erosione del suolo che ha portato al rilascio del clordecone stoccato nei terreni dei campi inquinati. Il clordecone è quindi ricomparso in grandi quantità nei sedimenti fini dei fiumi costieri delle Antille francesi dopo più di 20 anni, portando a una contaminazione generalizzata dell’ambiente».