Ambientalisti e amici della bicicletta contro la manovra finanziaria approvata dal Governo M5S-Lega

Con la legge di Bilancio «indietro di 50 anni su mobilità sostenibile e tutela centri storici»

I Comuni chiamati a consentire “in ogni caso” a tutte le auto elettriche e ibride la circolazione nelle aree pedonali e nelle Ztl

[7 Gennaio 2019]

Nelle pieghe degli oltre mille commi che vanno a comporre la prima legge di Bilancio approvata dal Governo gialloverde spunta una norma, il «comma 103, che obbliga i Comuni a consentire “in ogni caso” a tutte le auto elettriche e ibride la circolazione nelle aree pedonali e nelle Ztl». Una scelta che ha fatto sobbalzare oltre 40 associazioni – che spaziano dalla Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) a Legambiente, da Greenpeace al Kyoto club –, unite oggi in una contestazione all’esecutivo.

«Il Governo attuale, che si definisce “del cambiamento”, ha inserito una modifica pericolosa al Codice della Strada. A nostro parere – scrivono le associazioni firmatarie – questo intervento è una mostruosità che riporta indietro il Paese di almeno 50 anni, cancellando con due righe improvvisate i risultati raggiunti in decenni su mobilità sostenibile e tutela di piazze e strade delle città italiane, a danno di abitanti, commercianti, turisti e monumenti, alla faccia anche della sicurezza delle persone. Immaginate piazza del Popolo a Roma o piazza del Plebiscito a Napoli, o piazza del Duomo a Milano, o via Maqueda a Palermo, percorse incessantemente da autovetture. Pensate ai centri storici medioevali di Bologna o Firenze, protetti da Ztl già a maglie troppo larghe, invasi dal traffico e parcheggio selvaggio di altre migliaia di macchine in più. È questo il cambiamento? È davvero il ritorno al passato della motorizzazione che occupa ogni spazio urbano l’unica direzione che si intende prendere per mostrare la “novità”? Dov’è finito l’impegno alla “dieta del traffico”, ossia a togliere auto dalle città per renderle di nuovo vivibili e sicure, sottoscritto da tanti candidati, compreso il vicepremier Di Maio, in campagna elettorale?».

A seguito della denuncia delle associazioni sono molte le reazioni negative emerse in molte città, e portate avanti dagli assessori di Comuni come Milano, Bologna, Torino, Roma; un tamtam che ha portato il sottosegretario ai Trasporti Dall’Orco ad una prima apertura: «La norma in manovra 2019 su accesso auto elettriche e ibride in Ztl non è del M5S. Pronti a rivederla nel primo provvedimento utile».

«Chiediamo ora al Governo – chiudono le associazioni firmatarie – di trasformare con urgenza le parole in una decisione concreta e netta: nel primo decreto utile, questa norma assurda non va modificata, ma semplicemente e integralmente cancellata, per spazzare via ogni equivoco interpretativo ed evitare di riempire le città con migliaia di macchine in più. Infatti i nostri centri storici, protetti per lo più da Ztl e solo in alcune strade e piazze da isole pedonali, vanno liberati da un eccesivo carico di auto di qualsiasi genere: non è più solo un problema di inquinamento, ma di occupazione dello spazio pubblico, di congestione, di sicurezza».