In Italia vola il bike sharing: 35.000 bici a disposizione in 31 città

Flotta di bici più che triplicata rispetto al 2015. E’ il servizio di sharing mobility con la maggiore ripresa dopo il lockdown.

[8 Settembre 2020]

Alla IV Conferenza della sharing mobility è stato presentato il Rapporto annuale sul  bike sharing dell’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility, promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con i ministeri dell’ambiente e delle infrastrutture e trasporti,  «Il bikesharing continua la sua ascesa in Italia: sono aumentate le città coinvolte, cresce il numero di bici a disposizione degli utenti e si diversifica l’offerta in termini sia di tipologia dei veicoli (a pedalata muscolare ed elettrici) sia di modelli operativi (“free-floating”, cioè a flusso libero e “station-based”, cioè con stazioni definite). La flotta ha ormai raggiunto circa 35.000 bici».

L’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility, ha presentato oggi l’analisi realizzata nelle 31 città italiane capoluogo di provincia che offrono servizi di bike sharing – Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Como, Ferrara, Firenze, Forlì, Genova, La Spezia, Livorno, Mantova, Modena, Milano, Padova, Palermo, Parma, Pesaro, Pisa, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Siena, Terni, Torino, Trento, Treviso, Udine, Venezia e Verona – e ne è venuto fuori che «Il bikesharing è il servizio di sharing mobility più diffuso in Italia ed insieme ai monopattini in sharing, è il servizio che ha sperimentato la risalita più marcata subito dopo il lock-down. I servizi attivi nelle città selezionate sono 39 (+6 rispetto al 2018). La flotta a disposizione è più che triplicata rispetto al 2015, raggiungendo circa 35mila bici. Le bici elettriche in condivisione sono 5.413 (il 15%)  e di queste il 70% appartiene a servizi free-floating, che si è rapidamente evoluto verso l’elettrificazione. Crescono verticalmente anche le iscrizioni dei cittadini  (+60%), complice il massiccio contributo dei servizi free-floating (che ha modalità di iscrizione pressoché immediate)».

Il rapporto evidenzia che «Il bike sharing free-floating è caratterizzato da noleggi brevi (sia per durata che per percorrenza): oltre il 50% dei noleggi infatti non ha una durata superiore ai 5 minuti e addirittura il 73% è inferiore ai 500 metri. Molto diversi i dati per lo station-based, dove gli spostamenti si assestano maggiormente tra 1 e 2 km e il 60% dei noleggi dura tra i 6 e i 20 minuti. I due modelli si discostano anche per quanto riguarda le abitudini di utilizzo per giorno della settimana ed orario: i dati più interessanti sono il maggiore utilizzo del bikesharing free-floating nel weekend (1 noleggio su 4 avviene nel fine settimana) e invece una chiara prevalenza dello station-based negli orari di picco (18% dei noleggi tra le 8 e le 10 del mattino e 17% tra le 17 e le 19)».

E’ in arrivo un sistema flessibile al100%: infatti, ad ottobre, nextbike lancerà, il primo sistema composto da un mix di biciclette elettriche e muscolari in un sistema ibrido, che comprende stazioni fisiche e virtuali.

Il rapporto ha individuato 4 modelli di gestione adottati dai servizi di bikesharing in Italia: Gestione pubblica tramite società in-house, azienda speciale, società partecipata, cooperative sociali, Appalto per la fornitura del servizio di bikesharing con o senza fornitura del sistema, Concessione di servizio pubblico, Autorizzazione da parte dell’Amministrazione locale alla gestione privata del servizio. Il più utilizzato dai sistemi free-floating è l’ultimo, mentre i servizi station-based sono caratterizzati da uno dei primi due.

L’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility ha anche realizzato un focus sulle città italiane – Bergamo, Mantova, Milano, Padova, Parma, Reggio Emilia e Torino – nelle quali operano contemporaneamente un servizio di free-floating e uno di station-based ed evidenzia che «In queste sette città, a partire dal 2017, il numero dei noleggi totali è rimasto pressoché costante, mentre è variata la proporzione tra sistemi station-based e free-floating; quest’ultimo, infatti, in soli due anni (2017-2019), è passato da una quota del 25% ad una del 55%.Anche per quanto riguarda il tasso di rotazione delle biciclette (numero di noleggi giornalieri per veicolo ) il trend è negativo per il sistema a postazione fissa, che perde oltre un punto nel biennio considerato, mentre il bikesharing free-floating aumenta, della stessa misura».

Per gli abbonamenti annuali ai servizi di bikesharing si va dal minimo di 15 euro a Siena al  massimo di 300 euro per il servizio sperimentale di free-floating di Parma. Il costo di un viaggio di 20 minuti è in media di circa 1,2 euro per quanto riguarda il free-floating e scende a 0,5 euro per lo station-based.

Per quanto riguarda la percentuale di utilizzo di ciascuna bici nelle 24 ore, il valore più alto si registra a Brescia con il servizio BiciMia: un utilizzo del 2,3% equivalente a circa 1ora e 20  minuti al giorno, seguito da CicloPi di Pisa e ToBike di Torino. Sempre nel capoluogo piemontese c’è il servizio free-floating con il valore più elevato, Movi by Mobike. Non è stata trovata una correlazione evidente tra offerta di bici per abitante e tasso di rotazione. E il rapporto sottolinea che «da questa costatazione emerge che un elevato numero di bici non sempre garantisce automaticamente  il buon funzionamento del servizio».

Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, conclude: «I dati del rapporto annuale sul bikesharing-ha sottolineato – ci confortano perché dimostrano che le città italiane stanno rapidamente evolvendosi verso un modello di green city che vede la mobilità condivisa al centro del progetto; sarà importante nei prossimi mesi e nei prossimi anni estendere questo modello virtuoso di mobilità anche nelle città italiane del centro sud che potranno certamente replicare con successo quanto il bikesharing ha dimostrato nelle città del centro nord».