Kyoto Club e Transport & Environment: destinare 41 miliardi del Recovery Plan alla mobilità sostenibile

Puntare su mobilità urbana e regionale, elettrificazione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali

[11 Dicembre 2020]

In Italia, nel 2018 le emissioni di gas serra prodotte dai trasporti sono state pari a 108 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti al 26% delle emissioni totali.  Rispetto al 1990, le emissioni nei trasporti invece di ridursi, come prescritto dagli accordi internazionali sul clima, sono aumentate. Il raggiungimento del nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 dell’Ue, appena portato per il 2030 dal 40% al 55%, richiede una drastica riduzione delle emissioni del settore trasporti nei prossimi 10 anni.

Nel loro nuovo  rapporto “Un Piano di Ripresa e Resilienza per la mobilità sostenibile”, presentato oggi in occasione del convegno annuale sull’Accordo di Parigi, Kyoto Club e Transport Environment chiedono lo stanziamento di «41,15 miliardi del PNRR per una ripresa sostenibile del settore trasporti italiano. Puntare su mobilità urbana e regionale, elettrificazione dei trasporti e transizione ecologica dell’industria automotive. Risorse che mettano al centro le città, insieme ad una green and just transition del settore produttivo del comparto trasporti».

Secondo le due organizzazioni, che hanno visionato la bozza del Consiglio dei Ministri del 7 dicembre 2020 del PNRR, «Il Recovery Plan italiano è troppo sbilanciato sulle grandi opere, che assorbirebbero la maggior parte delle risorse in modo inefficiente sia dal punto di vista della necessaria e rapida decrescita delle emissioni di CO2 che è urgente indurre nel settore, sia dal punto vista sociale ed economico.  Per decarbonizzare il settore e rilanciare i trasporti in versione green  servirebbero piuttosto: un deciso impulso alle reti per la ciclabilità, la pedonalità e la rigenerazione dello spazio urbano, azioni mirate per l’elettrificazione dei trasporti, il potenziamento del TPL elettrico, della mobilità condivisa e degli hub intermodali nelle stazioni, la logistica delle consegne merci a emissioni zero e un’adeguata rete di ricarica per permettere alla mobilità elettrica di continuare con il trend positivo che ha caratterizzato il 2020».

Anna Donati, coordinatrice del gruppo di lavoro “Mobilità sostenibile” di Kyoto Club, ha spiegato che «L’obiettivo di dedicare risorse e progetti alla mobilità urbana, prevista dai PUMS delle città, diviene “uno dei tanti” obiettivi e non assume quel ruolo centrale che merita per il suo peso e impatto, per migliorare i servizi per cittadine/i e imprese. Nella bozza del testo, invece, si punta ancora una volta a potenziare le grandi opere AV piuttosto che dare priorità al trasporto locale e regionale e al potenziamento delle reti ferroviarie del mezzogiorno.  Resta in sospeso il giudizio sui singoli progetti e la loro qualità, dato che sono indicati in modo aggregato e sommario, senza una definizione puntuale delle risorse assegnate. Cosi come andrà verificata la sostenibilità complessiva del PNRR, che non può limitarsi alla parte green del 37%«.

Inoltre per Kyoto Club e Transport Environment «Politiche industriali decise per permettere al settore industriale di stare al passo con i tempi e scongiurare il rischio che l’Italia resti tagliata fuori dalla rivoluzione elettrica della mobilitàL’elettrificazione dei trasporti rappresenta una delle più importanti rivoluzioni industriali del secolo odierno e una necessità impellente per il settore, che a fronte di mancanza di innovazione potrebbe trovarsi in gravi difficoltà. Grazie ai fondi stanziati dal PNRR possiamo accelerare la spinta alla riconversione della nostra industria in chiave ecologica e garantire un futuro solido al settore automotive e relativa forza lavoro.

Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, ha sottolineato che «Questa è la nostra occasione per portare a compimento quella transizione verso un’economia a zero emissioni nette al 2050, realizzando la filosofia che è alla base dell’Accordo di Parigi e del più recente Green Deal Europeo. Tra le varie misure sottolineiamo quelle per una reindustrializzazione Green del nostro comparto dei trasporti in modo da recuperare il ritardo che abbiamo accumulato. L’indicazione di una data, il 2030, oltre la quale si potranno vendere solo auto elettriche rappresenta uno stimolo formidabile per accelerare gli investimenti in questa nuova filiera. È arrivato il momento di dare risposte concrete alla crisi che stanno attraversando cittadini e cittadine».

Per quanto riguarda a governance del PNRR le associazioni chiedono l’istituzione di un Comitato permanente di consultazione delle associazioni ambientali, per assicurare che la quota parte green del fondo (almeno il 37%) sia spesa a favore della transizione ecologica e che il 100% sia stanziato nel rispetto dei criteri della sostenibilità.

Veronica Aneris, direttrice di T&E per l’Italia conclude: «Questi soldi li stiamo chiedendo in prestito alle generazioni future ed è doveroso assicurare la costruzione di nuove e solide fondamenta per lo sviluppo sostenibile e la transizione ambientale, energetica e sociale di cui abbiamo urgente bisogno. Utilizzare queste risorse per continuare ad alimentare l’economia business as usual, basata sui combustibili fossili, sarebbe non solo un grave errore strategico, ma anche eticamente inaccettabile. Le competenze in materia di ambiente e sostenibilità devono essere al centro del processo del PNRR sia nella fase di pianificazione e selezione dei progetti che in quella attuativa ed operazionale. Per questo chiediamo l’istituzione di un Comitato consultivo di responsabilità ambientale che veda coinvolte anche le associazioni ambientali».