La Francia proibisce i voli aerei interni sulle medie distanze

L’Assemblée nationale approva il progetto di legge "climat et résilience" della convention citoyenne, ma per ambientalisti e sinistra è ancora troppo poco

[13 Aprile 2021]

Ispirandosi alle misure raccomandate dalla Convention citoyenne pour le climat (CCC), istituita dal presidente Emmanuel Macron nel 2019, l’Assemblée nationale francese ha approvato in prima lettura un progetto di legge che vieta alcuni voli interni in caso di collegamenti alternativi con il treno su tratte inferiori alle 2:30 ore. Il disegno di legge prevede anche una graduale compensazione delle emissioni di anidride carbonica dei voli nazionali, già applicata da Air France, e un divieto di espansione delle strutture aeroportuali mediante esproprio se comportano emissioni più elevate.

Ma quel che in un Paese come il nostro, dove si sta ancora pensando a fare o ampliare piccoli e aeroporti o aeroporti vicinissimi tra loro, è stato criticato da la sinistra de La France insoumise  (LFI) e dai deputati ecologisti che la ritengono una decisione minimale e che chiedevano di vietare tutte le tratte aeree interne sotto la soglia di 4 ore di percorrenza in treno.

Il ministro dei trasporti Jean-Baptiste Djebbari ha però citato solo tre rotte: Parigi-Lione, Parigi-Bordeaux e Parigi-Nantes, tutte con partenza da Orly. Un decreto dovrà specificare il provvedimento e ogni altra linea che possa essere sostituita dai treni, come la Parigi-Rennes o la Lione-Marsiglia, avvicinandosi così agli 8 collegamenti citati a febbraio dall’Haut conseil pour le climat che stimava però come «Troppo basso» il limite delle 2 ore e 30 minuti.

La legge quindi non attua davvero quanto raccomandato dalla CCC che chiedeva di vietare i voli interni su tratte con meno di 4 ore di percorrenza con i treni ad alta velocità francesi, tra i più efficienti al mondo. Con quella proposta della CCC, i voli Parigi-Nizza si salvavano, ma la linea Parigi-Marsiglia no.

Djebbari ha spiegato perché è stato scelto il limite delle 2 ore e 30: «Perché il limite di 4 ore avrebbe prosciugato territori che sono già fisicamente e numericamente senza sbocco sul mare. Questo è particolarmente il caso del grande Massif Central, che conosco particolarmente bene, con città come Brive, Limoges, Rodez e Clermont-Ferrand. Mantenere il limite [di 4 ore] contravverrebbe all’equità tra i territori».

Ma per La France insoumise (LFI) e per i deputati ambientalisti d si tratta di un argomento che non regge.  La deputata di LFI Mathilde Panot ha ribattuto che «Se vietassimo il funzionamento dei servizi aerei sulle rotte nazionali quando c’è un’offerta ferroviaria inferiore a 4 ore, le rotte interessate sarebbero Parigi-Marsiglia, Parigi-Montpellier o Parigi-Brest. Ricordo che nel 2019 la Parigi-Marsiglia è stata la terza linea di volo nazionale più utilizzata e che produce 127.000 tonnellate di CO2 all’anno» Per la Panot, quella del governo è solo «Falsità pubblicitaria sui tempi di volo in aereo, che tengono conto solo della durata del volo, e non dell’attesa in aeroporto e del tempo necessario per raggiungere il centro città. Se mantenessimo il limite di 4 ore invece di 2 e mezza, ridurremmo queste emissioni del 33%, il che aiuterebbe la Francia a realizzare la sua ambizione climatica e rispettare i suoi impegni internazionali, senza impedire alle persone di spostarsi».

La cancellazione delle linee non riguarderà nemmeno le coincidenze: quindi sarà ancora possibile un volo Lione-Mosca, con scalo a Parigi-Roissy, anche se i treni partono dalle due stazioni del centro di Lione diretti al primo aeroporto francese e guadagnare tempo tra Lione-Mosca, cambiando due aerei, rispetto a un treno Lione-Roissy non c’è.

Comunque, il progetto di legge impedirà di costruire una seconda pista di atterraggio a Lione e a Bordeaux e  il ministro Djebbari ha aggiunto:  «Questo articolo è utile: mette fine a progetti che non hanno più senso nel contesto attuale. A questo si aggiungeranno quindi le chiusure di aeroporti esistenti, a volte con dispiacere dei territori interessati, che li contesteranno».

Le compagnie aeree di tutto il mondo sono state gravemente colpite dalla pandemia di Covid-19 e il sito web Flightradar24, che riporta che il numero di voli, rivela che nel 2020 il traffico aereo è diminuito di quasi il 42% rispetto al 2019 e sulla decisione del governo sembra abbiano pesato molto le pressioni  di alcune regioni e della compagnia aerea Air France-KLM.

Ed è per questo che alcuni deputati della destra e socialisti sono contro la soglia delle 2 ore e 30 sia già troppo alta. Joël Aviragnet, un deputato socialista dell’Haute-Garonne ha detto a Liberation che «Il settore aeronautico deve ovviamente modernizzarsi e diventare green. Tuttavia, questo cambiamento non deve essere fatto a scapito dei milioni di dipendenti che questo settore sostiene, tanto più perché l’attuale contesto di crisi sanitaria non è usuale. Non possiamo fingere che la crisi non abbia già provocato migliaia di licenziamenti. Questa misura rischia di comportare un costo umano sproporzionato e di non favorire la riapertura di alcune regioni. 8.000 persone sono state licenziate in Occitania nel settore aeronautico» e quasi la metà sono nel dipartimento in cui è stato eletto Aviragnet.

Un altro deputato socialista, Francois Pupponi, ha detto alla Reuters che il piano «No è quello giusto. La scelta ambientale deve avere la precedenza, ma non abbandoniamo le scelte sociali ed economiche riguardanti l’industria e agli aeroporti: le due cose sono complementari».

Ma il gruppo di consumatori francesi UFC-Que Choisir ha invitato i legislatori a mantenere il limite di 4 ore: «In media, su queste rotte, l’aereo emette 77 volte più CO2 per passeggero rispetto al treno, anche se il treno è più economico e il tempo perso è limitato a 40 minuti». Inoltre, UFC-Que Choisir ha chiesto  «Garanzie che SNCF (Société Nationale des Chemins de fer Français, ndr)  non colga l’opportunità per gonfiare artificialmente i suoi prezzi o di degradare la qualità del servizio ferroviario».

Il voto dell’Assemblée nationale è arrivato pochi giorni dopo che il governo francese aveva più che raddoppiato la sua partecipazione in Air France. Precedentemente, il governo aveva stanziato 7 miliardi di euro per aiutare la compagnia aerea a resistere alla crisi del Covid-19, anche se il ministro dell’economia francese aveva sottolineato che quel finnanziamento dipendeva dal fatto che la compagnmia aerea rottamasse alcuni voli sulle linee nazionali.

La Francia non è la prima a introdurre misure simili: nel 2020, Austrian Airlines, dopo aver ricevuto finanziamenti governativi per salvarsi che prevedevano in cambio misure per ridurre la sua impronta di carbonio, ha sostituito una rotta aerea tra la capitale Vienna e Salisburgo potenziando il servizio ferroviario.