Campagna del governo Belga: gettate le mascherine usa e getta nei rifiuti e scegliete quelle riutilizzabili

Anche sulle spiagge e nel mare del Belgio sempre più mascherine e guanti usa e getta e bottiglie di gel idroalcolico

[28 Ottobre 2020]

Con la crisi del coronavirus troviamo sempre più mascherine anti-Covid-19 non solo gettate lungo le strade ma anche in mare, dive finiscono portate dal vento e dai fiumi. Per questo il servizio Milieu marin del Service Public Fédéral Santé Publique (SFP) del Belgio sta lanciando una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto di questi rifiuti sull’ambiente marino e incoraggiare le persone a non abbandonare le mascherine da nessuna parte. Lo slogan è «Il mare inizia con ognuno di noi!»
In Belgio, organizzazioni come Proper Strand Lopers, scienziati e cittadini trovano regolarmente sulle spiagge mascherine anti-Covid, guanti usa e getta e bottiglie di gel idroalcolico che si vanno agli 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica che inquinano gli oceani ogni anno.
Il SPF Santé publique belga  ha illustrato l’impatto delle mascherine sulla vita marina con una serie di poster che sono stati distribuiti lungo tutta la costa e spiega che «Una mascherina abbandonata per la strada può essere portata via dal mare, spazzata via dal vento e dall’acqua. Rimane lì per molto tempo. Ci vogliono fino a 450 anni perché le mascherine si decompongano nell’ambiente, e anche allora i piccoli frammenti di plastica non sono ancora completamente spariti. Le mascherine fluttuano sott’acqua e ingannano gli animali marini che possono scambiarle per meduse. Ingerendole, il loro stomaco è immediatamente pieno ma senza alcun apporto nutritivo; il che, a lungo andare, li indebolisce. Gli animali possono anche rimanere impigliati nelle mascherine. E alla fine, anche le microparticelle che le compongono possono finire nei nostri piatti».

La campagna invita i cittadini a non rinunciare a indossare le mascherine ovunque, ma ricorda che «Le mascherine usa e getta usate devono essere gettate nella spazzatura perché contengono plastica». Quindi il consiglio del governo belga è «Scegli una mascherina riutilizzabile, così riduci la quantità di rifiuti».

Un problema che, rispetto al piccolo Belgio, in Italia si moltiplica, vista anche l’estensione costiera del nostro Paese. Già a maggio l’Ispra avvertiva che «Da qui a fine anno il sistema italiano dovrà gestire un quantitativo di rifiuti derivanti dall’uso di mascherine e guanti compreso tra 150mila e 450mila tonnellate» e ribadiva l’allarme lanciato a marzo: «l’emergenza sanitaria nazionale connessa all’infezione da virus Sars-Cov-2 sta determinando problematiche nel settore dei rifiuti, in particolar modo nel ciclo di gestione dei rifiuti urbani, dei fanghi generati dal trattamento delle acque reflue, nonché per i rifiuti prodotti dagli impianti produttivi. Le problematiche sono prevalentemente legate ad una carenza di possibili destinazioni per specifiche tipologie di rifiuti, attualmente non gestite sul territorio nazionale per l’assenza di una specifica dotazione impiantistica e, nel caso dei rifiuti urbani, a difficoltà organizzative e logistiche».
Vincent Van Quickenborne, ministro per il Mare del Nord, conclude: «Le mascherine salvano vite. Ma se finiscono come spazzatura nel Mare del Nord, mettono in pericolo la vita marina. Dall’inizio della pandemia, in mare ci sono stati sempre più rifiuti legati al Covid- 19. Non sempre i cittadini si rendono conto che le mascherine che giacciono per terra si ritrovano anche in mare, portate via dal vento, dai ruscelli e dai fiumi. Il mare inizia con ognuno di noi».