Concentrazioni di diossina simili a quelle dell'hotspot Agent Orange di Bien Hoa, in Vietnam, una delle arre più contaminate della Terra

Come i rifiuti di plastica occidentali (anche italiani) avvelenano la catena alimentare indonesiana

Livelli allarmanti di diossine, PFOS e altri prodotti chimici vietati nelle uova vicino agli hotspot dei rifiuti di plastica

[15 Novembre 2019]

Il rapporto “Plastic Waste Poisons Indonesia’s Food Chain” di Ipen, Nexus3 (Nexus for Health, Environment, and Development, già BaliFokus Foundation), Arnika Association ed Ecoton, rivela che «sostanze chimiche altamente tossiche, che presentano gravi rischi per la salute umana, sono state trovate in concentrazioni pericolose nelle uova di galline ruspanti nelle comunità indonesiane dove si accumulano rifiuti di plastica».

Tra i risultati più allarmanti, alti livelli di diossine nelle uova raccolte vicino a una fabbrica indonesiana che brucia plastica per trasformarla in energia.  L’ONG svedese Ipen fa notare che «Le alte concentrazioni di diossina sono simili ai livelli nelle uova raccolte vicino all’hotspot Agent Orange di Bien Hoa, in Vietnam, considerata una delle aree più contaminate da diossina sulla Terra». Ma in Vietnam quella contaminazione è frutto della sciagurata guerra anticomunista scatenata e persa dagli Usa, in Indonesia si tratta di una catastrofe di una produzione e di consumi insostenibili nei Paesi ricchi. Infatti, lo studio è il primo a dimostrare «la contaminazione della catena alimentare nel sud-est asiatico con alti livelli di sostanze chimiche pericolose a seguito della cattiva gestione dei rifiuti e delle importazioni di rifiuti di plastica».

“Plastic Waste Poisons Indonesia Food Chain” descrive la raccolta e l’analisi di uova di galline ruspanti a Bangun e Tropodo, vicino a Surabaya, nell’East Java, e le associazioni spiegano che «I rifiuti di plastica importati hanno inondato queste comunità da quando, nel 2018, la Cina ha chiuso i battenti ai rifiuti di plastica di tutto il mondo». Secondo il “Plastic Waste Trade in Indonesia Country Update Report” di UN Comtrade, tra il 2017 e il 2018 in Indonesia il volume delle importazioni di rifiuti di plastica è raddoppiato.

Gli abitanti di Bangun bruciano montagne di plastica per liberare le strade ostruite dai rifiuti che si accumulano intorno alle case. A Tropodo, i rifiuti di plastica vengono utilizzati per fornire energia alle fabbriche locali di tofu. di Ipen, Nexus3, Arnika Association ed Ecoton hanno scoperto che «Le uova raccolte nelle comunità contengono sostanze chimiche proibite altamente pericolose, tra cui diossine, ritardanti di fiamma e la sostanza tossica “forever chemical” PFOS.. L’analisi ha rilevato alti livelli di diossine, policlorobifenili (PCB), Polibromodifenileteri (PBDE), paraffine clorurate a catena corta (SCCP) e acido perfluoroottansulfonico (PFOS) nelle uova di polli ruspanti locali. I prodotti chimici tossici sono tutti regolati a livello globale ai sensi della Stockholm Convention, un trattato giuridicamente vincolante amministrato dalle Nazioni Unite».

Ecco il riepilogo dei principali risultati del rapporto:

In campioni raccolti vicino a una fabbrica di tofu a Tropodo, che brucia plastica per farne energia, è stato trovato il secondo livello più elevato di diossine nelle uova mai misurato in Asia. I livelli sono paragonabili ai più alti livelli registrati di diossine nelle uova in Asia, che sono stati misurati nel sito di Bien Hoa in Vietnam, una base aerea dell’esercito americano in cui il terreno era fortemente contaminato dall’agente Orange. Tropodo è nota come la “città del fumo”. Un abitante ha detto a una troupe della BBC: «Non abbiamo bisogno di dire ai medici quali sono i nostri sintomi … gli diciamo che siamo di Tropodo e loro lo sanno subito».

Un adulto che mangia solo un uovo proveniente da galline ruspanti in prossimità della fabbrica di tofu a Tropodo supererebbe di 70 volte l’assunzione giornaliera tollerabile (TDI) prevista per le diossine clorurate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Le uova raccolte vicino a una discarica rurale di plastica a Bangun sono state contaminate da a livelli comparabili con le aree altamente industrializzate in Europa. Le uova di Tropodo e Bangun contenevano SCCP e PBDE, sostanze chimiche tossiche ritardanti di fiamma utilizzate nella plastica. Gli esperti ritengono che mangiare qualche uovo contaminato non avrebbe alcun impatto sulla salute, ma l’esposizione a lungo termine potrebbe causare seri problemi.

Numerosi studi hanno collegato le sostanze chimiche presenti nelle uova indonesiane con una serie di effetti sulla salute. All’ Ipen ricordano che «L’esposizione alla diossina è collegata a una varietà di malattie gravi nell’uomo, tra cui malattie cardiovascolari, cancro, diabete ed endometriosi. Sostanze chimiche ritardanti di fiamma, SCCP e PBDE interrompono la funzione endocrina e influiscono negativamente sulla salute riproduttiva. Il PFOS provoca danni al sistema riproduttivo e immunitario e documenti aziendali interni indicano che i produttori erano a conoscenza della sua tossicità da decenni, ma hanno continuato a produrlo».

Nel villaggio di Bangun la BBC ha intervistato Supiyati, uno dei “plastic farmer”, che ha detto alla di essersi guadagnata da vivere cercando tra i rifiuti di plastica per vendere il materiale di migliore qualità alle fabbriche di plastica: «Ho usato i soldi per comprare questa terra e mandare i miei figli a scuola», ha detto seduto tra grandi cumuli di plastica acquistati dai residenti direttamente dai camion e poi divisi. Nel 2018 in Indonesia le importazioni di rifiuti di plastica sono aumentate del 141% arrivando a 283.000 tonnellate. I rifiuti di plastica stanno entrando in Indonesia attraverso le importazioni per il riciclo, «comprese spedizioni di rifiuti di carta – denunciano le ONG –  Ogni anno, in Indonesia un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti di carta importati vengono utilizzati dai riciclatori della carta come materia prima per produrre nuova carta. Negli ultimi tre anni, la quantità di rifiuti di plastica all’interno delle balle da riciclaggio della carta importate in Indonesia è salita dal 2 – 10% al 60 – 70%, indicando che i rifiuti di carta vengono utilizzati per nascondere lo scarico dei rifiuti di plastica».  Il Plastic Waste Trade in Indonesia Country Update Report” rivela che le spedizioni via nave vengono principalmente da Australia, Canada, Irlanda, Italia, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti. Bangun e Tropodo, che si trovano vicino alle compagnie cartarie, sono tra i villaggi colpiti. Ogni giorno ricevono più di 50 tonnellate di plastica di bassa qualità.

Yuyun Ismawati, co-fondatore e Senior Advisor di Nexus3 (Indonesia) e vincitore del Goldman Environmental Prize award per l’inquinamento e i rifiuti, evidenzia che «I rifiuti di plastica sono un grave problema di inquinamento chimico tossico. I risultati della nostra ricerca sono tra i più scioccanti che abbiamo mai avuto. In Indonesia, non abbiamo mai avuto questi risultati prima. I nostri risultati dovrebbero suonare campanelli d’allarme in ogni comunità che sta cercando di affrontare lo tsunami di rifiuti di plastica. Il Nord del mondo deve smettere di trattare il Sud del mondo come un bidone dei rifiuti».

Secondo Agus Haryono, dell’Indonesian Institute of Sciences, «Per combattere il commercio transfrontaliero incontrollato di plastica, il governo indonesiano deve implementare un’infrastruttura adeguata per testare e monitorare i POP», gli inquinanti organici persistenti.

I chimici e gli esperti di politiche dei rifiuti coinvolti nello studio concordano sul fatto che «La catastrofe emergente per la salute ambientale rivelata nel rapporto chiede un divieto completo di combustione dei rifiuti di plastica, un controllo rigoroso delle importazioni e una regolamentazione più forte a livello nazionale e attraverso le politiche globali sui prodotti chimici e sui rifiuti delle Convenzioni di Stoccolma e Basilea».

Lee Bell, consulente Ipen e membro dello Stockholm BAT BEP and Dioxin expert group, aggiunge. «Questi impressionanti risultati mostrano i pericoli della plastica per la salute umana e dovrebbero spingere i responsabili politici a vietare la combustione dei rifiuti di plastica, affrontare la contaminazione ambientale e controllare rigorosamente le importazioni. Dallo studio, è chiaro che l’inquinamento da plastica mette in pericolo la salute umana e ambientale non solo per il diluvio visibile dei rifiuti di plastica, ma per i contaminanti chimici invisibili nelle materie plastiche e da quelli che si creano durante la combustione di materie plastiche», che avviene in bruciatori primitivi e senza nessun tipo di g filtro per abbattere gli inquinanti.

Secondo il principale autore del rapporto, Jindrich Petrlik di Arnika Association, «Questo studio squarcia il sipario su come i rifiuti di plastica trasportano sostanze chimiche tossiche nella catena alimentare. Ridurre la produzione di materie plastiche e la tossicità dei materiali plastici è davvero l’unica opzione per un futuro privo di sostanze tossiche».

Peter Dobson, dell’Università di Oxford, ritiene che «Anche i paesi occidentali che esportano i loro rifiuti di plastica debbano essere ritenuti responsabili. Un divieto incoraggerebbe lo sviluppo di tecnologie per riciclare o riutilizzare i rifiuti di plastica o per scoraggiare l’ampio uso della plastica». Ma gli esperti dicono che in Indonesia i rifiuti occidentali sono solo una parte del problema: nel Paese mancano infrastrutture e finanziamenti per la raccolta dei rifiuti, il che significa che grandi quantità di spazzatura – soprattutto plastica – vengono riversate nei fiumi o bruciate.

Dall’altra parte di Java, a Sindang Jaya, il capo della comunità locale, Masrur, ha detto alla BBC di aver visto «numerose persone che hanno problemi respiratori a causa dei fumi creati quando le materie plastiche vengono bruciate» e una residente, Mila Damila, ha detto che «Mia nipote è stata ricoverata in ospedale quattro volte. Il medico ha detto che la sua malattia è stata causata dal fumo. Sembra nebbia, ma è fumo. E nel pomeriggio è nero».

Di fronte a questa catastrofe, il governo nazionale ha cercato di bloccare gran parte della combustione su vasta scala della plastica all’aperto nell’area di Sindang Jaya, provocando però fole forti proteste dei commercianti di plastica. Ma ci sono prove che suggeriscono che la politica del governo sta avendo un impatto: la plastica viena ancora bruciata da alcuni individui, ma il flusso di nuovi rifiuti importati sta iniziando a prosciugarsi. La BBC ha anche visto camion con container parcheggiati fuori dalle fabbriche di plastica di Sindang Jaya che erano stati sequestrati dalle autorità indonesiane, il che fa presumere che potrebbero contenere rifiuti contaminati.

Ma mentre l’Indonesia ha promesso che rispedirà i rifiuti non “regolari” in Occidente e quindi, alla fine, potrebbero esserci meno rifiuti, bisognerebbe preoccuparsi di dove vanno davvero a finire i rifiuti rispeditici indietro. Una recente ricerca dell’associazione ambientalista Basel Action Network ha scoperto che molti container che avrebbero dovuto essere rispediti in Occidente sono finiti in altri Paesi del sud-est asiatico.

Prigi Arisandi, direttore di Ecoton Indonesia e vincitore del Goldman Environmental Prize, conclude: «Le nostre comunità che sono soffocate dalla plastica ne sono anche avvelenate. Il dumping dei rifiuti di plastica deve finire ovunque. In caso contrario, vedremo le stesse nazioni inquinanti trovare sempre di più il modo di scaricare i loro rifiuti di plastica sulle comunità povere in altri Paesi».