«Sarebbe una pessima figura dell’Italia»

La Costa Concordia in Turchia? Legambiente: «Scelta assurda e pericolosa»

Il sottosegretario D’Angelis: «Il porto è Piombino»

[14 Ottobre 2013]

Oggi il Corriere della Sera conferma voci che stavano circolando da tempo secondo le quali, a causa della contesa tra Civitavecchia, Piombino e Palermo, il relitto della Costa Concordia finirebbe in Turchia, dove le rottamazioni delle navi sono evidentemente più economiche, ma molto probabilmente anche meno sicure e sostenibili, rispetto agli standard italiani.

Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente, non è per nulla d’accordo: «Smirne sarebbe evidentemente una destinazione molto conveniente per la Costa Crociere che sfrutta l’inerzia dei governi nel trovare una soluzione nazionale, ma per l’Italia sarebbe una scelta gravissima dopo il successo dell’operazione di rotazione del relitto: uno schiaffo all’Europa che chiede di attrezzarsi per smaltire la navi in maniera socialmente ed ambientalmente sicura, una rinuncia assurda per il Belpaese che invece potrebbe finalmente sviluppare una nuova filiera occupazionale con un polo attrezzato, all’avanguardia nel Mediterraneo e in linea con le misure richieste dalla recente normativa comunitaria, per rottamare le grandi navi secondo tecniche innovative rispettose dell’ambiente e della salute degli operai. L’Italia non può arrendersi di fronte alle pretese della Compagnia crocieristica che ha provocato il più grande disastro della storia della marineria civile e che ora deciderebbe pure la destinazione di rottamazione fuori dall’Italia. Seppure Smirne risulti tra i porti accreditati dall’Ue infatti, è assurdo pensare di spostare questo immenso rifiuto che è ormai la Concordia fino in Turchia. L’Italia inoltre, farebbe ancora una pessima figura, dimostrando di non riuscire a attrezzare un porto di smontaggio moderno e sicuro all’altezza dei migliori standard di sicurezza per l’ambiente e gli operai. Torniamo a chiedere quindi ai ministri dei Trasporti e dell’Industria di procedere velocemente ad individuare il sito di smaltimento adeguato nel nostro Paese, così da contribuire anche a favorire lo sviluppo di una nuova filiera economica ed occupazionale e cancellare la vergogna delle rottamazioni a buon mercato in paesi meno attenti alla sicurezza degli addetti e alla sostenibilità delle operazioni di gestione dei relitti».

Il sottosegretario il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis in una nota sembra voler rispondere sia alle rivelazioni giornalistiche che alle preoccupazioni degli ambientalisti e ai rilievi del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: «L’Italia sarà pronta e sarà perfettamente in grado di gestire in piena sicurezza lo smaltimento e la rottamazione della Concordia, e non hanno alcun senso oggi il toto-porti né immaginare conflitti tra regioni come Lazio e Toscana. Per noi il punto di partenza resta l’applicazione della Direttiva europea che prevede lo smaltimento dei relitti di quella stazza nel porto più vicino fra quelli adeguati a farlo. Mappe alla mano, è Piombino. Il Governo non a caso ha messo l’Autorità portuale nelle condizioni di accelerare al massimo la realizzazione di infrastrutture portuali per creare entro giugno una piattaforma a norma Ue che possa accogliere e smaltire non solo la Concordia, ma anche altre grandi navi a fine vita, avendo anche l’opportunità della siderurgia a km zero. Non c’è un problema di concorrenza con altri porti e, se occorre, sono possibili sinergie. E’ difficile però immaginare di poter autorizzare il relitto della Costa Concordia a percorrere lunghe “crociere” nel Mediterraneo o in altri mari verso scali molto più distanti e fuori dall’Italia correndo rischi di ogni tipo».