Avviate le consultazioni Arera, la deliberazione attesa entro luglio

Il nuovo Metodo tariffario rifiuti si avvicina, ma restano criticità da superare

I contributi di Assoambiente e del laboratorio Ref ricerche sul Mtr-2 in fase di definizione

[15 Giugno 2021]

Il Metodo tariffario rifiuti o Mtr introdotto dall’Arera nel 2019 andrà presto in pensione: con la recente pubblicazione del documento per la consultazione 196/2021/R/rif, l’Authority ha già fornito i primi orientamenti per il nuovo Mtr-2 – chiamato ad aggiornare i criteri di riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento per il servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani –, che caratterizzerà il secondo periodo regolatorio (ovvero il quadriennio 2022-2025).

Un nuovo Metodo attualmente aperto alla consultazione, che dovrebbe condurre ad una deliberazione dell’Arera entro luglio. Si tratta di uno strumento che dovrà rivedere o confermare gli algoritmi di calcolo e i parametri macroeconomici di riferimento, unitamente agli aspetti relativi alla allocazione dei rischi e agli incentivi al perseguimento degli obiettivi di infrastrutturazione, qualità del servizio e ambientali. In che modo?

Secondo il contributo fornito oggi da Fise Assoambiente all’Arera, i risultati derivanti dall’applicazione del primo Mtr «hanno evidenziato questioni significative che oggi richiedono correttivi».

«Siamo consapevoli di quanto il settore della gestione dei rifiuti urbani abbia bisogno di un soggetto regolatore per colmare alcune criticità strutturali – commenta Domenico Inga per Assoambiente – La definizione del Mtr-2 rappresenta l’occasione per risolvere le anomalie presenti nell’attuale metodo relativo alla gestione dei rifiuti urbani e favorire così una evoluzione del settore verso una maggiore stabilità e certezza delle regole per il raggiungimento dei nuovi target europei e nazionali».

In particolare, secondo l’Associazione servono oggi regole chiare per l’impatto della regolazione sui contratti in essere, in modo da evitare conflittualità tra gestori ed Enti territorialmente competenti (Comuni o enti d’ambito), ma anche strumenti a garanzia dei gestori; per quanto attiene alle prime proposte regolatorie relative alla determinazione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento, Assoambiente ad esempio ha espresso preoccupazione rispetto alla sua effettiva applicazione nei tempi previsti, reputati insufficienti per varare gli imprescindibili atti programmatori da parte degli altri soggetti istituzionali (Stato e Regioni).

Anche secondo l’analisi indipendente pubblicata oggi dal laboratorio Ref ricerche emerge un quadro in chiaroscuro sul Mtr.

Secondo Ref l’applicazione del primo Metodo ha portato a numerosi vantaggi, come «l’impiego di fonti contabili obbligatorie ai fini dell’elaborazione dei Piani economico-finanziari (Pef), il riconoscimento di costi effettivi e la definizione di un’impostazione regolatoria di tipo Rab-based improntata al riconoscimento dei costi di capitale», e più in generale «ha contribuito a fornire regole chiare per l’identificazione dei costi» in modo funzionale al percorso (ancora molto lungo) di infrastrutturazione del settore e a chiusura dei deficit impiantistici presenti lungo lo Stivale. Anche per il Ref però le criticità principali legate al Mtr «emergono dal mancato allineamento tra gli interessi degli Enti di governo d’ambito e Comuni da una parte e quelli degli operatori dall’altra», cui ora col nuovo Metodo si dovrà provare a porre rimedio.