Provenzano e Orlando (Pd) a Italia viva e destra: «Propaganda distorta e fake news»

Il surreale dibattito sulla plastic tax

Legambiente: «Norma sacrosanta ma deve essere migliorata. La tassa non deve riguardare i manufatti riciclati e va estesa a tutti i prodotti plastici e non solo agli imballaggi»

[4 Novembre 2019]

Ieri, prima di partire per la Cina, il ministro degli Esteri Luigi di Maio è intervenuto su quello che ha definito «un dibattito surreale sulla plastic tax», fortemente criticata dall’opposizione di destra e da Italia Viva praticamente con le stesse argomentazioni di Confindustria e Mineracqua, che hanno definito la norma in questione come l’ennesimo balzello a scapito delle imprese e dei consumatori: «A parole – dichiara Di Maio – sono tutti degli statisti, nei programmi elettorali c’è sempre la riforma del secolo che salva il pianeta, poi quando si tratta di venire ai fatti, di trovare il coraggio di cambiare rotta e intervenire per dare una nuova visione al Paese, si girano dall’altra parte. E vengono a parlarci di realismo, che ci vuole tempo, che “oggi no, domani forse, dopodomani sicuramente”, come diceva qualcuno. Anche la sinistra, di parole ne ha dette e ridette…».

Di Maio si riferisce evidentemente anche a Matteo Renzi e al suo nuovo partito, Italia viva, che hanno dichiarato di voler presentare un emendamento per togliere la plastic tax dalla legge finanziaria: «La plastic tax, come la chiamano, serve a questo – chiarisce Di Maio – Serve a dare una scossa, serve a invertire la rotta. Non promuovi l’ambiente parlando, lo promuovi facendo delle scelte. I soldi di uno Stato non sono infiniti, vanno re-distribuiti e la politica serve a questo, appunto, a fare delle scelte».

Una presa di posizione che trova il (parziale) consenso del presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani. «Ha ragione il ministro Luigi Di Maio, come già evidenziato ieri dal collega di governo Giuseppe Provenzano e dal vicesegretario Pd Andrea Orlando: quello sulla plastic tax è un dibattito davvero surreale, perché si tratta di una norma per la tutela dell’ambiente e la riconversione dell’industria della plastica».

Ciafani si riferisce a quanto scritto sulla pagina Facebook del ministro per il Sud e la coesione territoriale Provenzano (PD) che se la prende direttamente coi seguaci di Renzi: «Leggo proclami. Ci batteremo contro la plastic tax. Legittimo, ma in concreto, cosa comporterà? Comporterà che una bottiglietta d’acqua usa e getta costerà 4 centesimi in più. Avete postato le foto del nostro mare e dei suoi abitanti inquinati di plastica. Avete aperto le vostre manifestazioni di corrente con video suggestivi sull’inquinamento e gli spezzoni di Obama. Ora, avete distribuito tra i gadget pubblicitari borracce coi simboli e selfie con Greta e la sua generazione. E ora, 4 o 5 centesimi per quella bottiglietta che (fino a ieri?) non volevate nelle vostre foto, valgono la vostra polemica? Valgono il vostro posizionamento? No, io credo di no».

Anche il vicesegretario del Pd e fondatore di Tes – Transizione ecologica solidale ed ex ministro dell’ambiente Andrea Orlando, dichiara che di «le misure di incentivo ai materiali biodegradabili contenute in questa manovra di bilancio sono importanti. Un primo passo nella giusta direzione. Così come è giusto che a pagare questi incentivi siano proprio le plastiche che dovremo progressivamente superare. Nella manovra, peraltro, non c’è una tassa sulla plastica ma sulla plastica monouso utilizzata negli imballaggi. Chi altro dovrebbe pagare? Non si tratta di una semplice e giusta misura di politica industriale?».

Ma Ciafani e Legambiente fanno notare che «però se da una parte la plastic tax è sacrosanta, dall’altra parte così come è stata scritta non va ancora bene e deve essere assolutamente migliorata perché contiene due gravi errori. È infatti impensabile riservare lo stesso trattamento fiscale per le plastiche vergini prodotte da un petrolchimico, che vanno più che tartassate, e per quelle ottenute dal riciclo di plastiche da raccolta differenziata. Per queste ultime deve essere garantito lo stesso trattamento di favore riservato giustamente alle plastiche compostabili e ai manufatti riutilizzabili. Inoltre questa tassa al momento colpisce solo gli imballaggi di plastica, pari a 2 milioni di tonnellate all’anno, e non riguarda tutti gli altri prodotti in plastica, che arrivano ad una produzione di circa 4 milioni di tonnellate. Ha senso prevedere un allargamento del bacino di applicazione a tutti i manufatti in plastica e non solo agli imballaggi, anche alla luce dei risultati raggiunti dal sistema nazionale sugli obiettivi percentuali di recupero, addirittura in anticipo rispetto alle scadenze previste dalle direttive europee. Per questo auspichiamo che il Senato, dove oggi approderà la manovra, abbia il coraggio di modificare il testo. E’ vero come sostiene Di Maio che la plastic tax serve a dare una scossa e a invertire la rotta, ma per farlo pienamente è fondamentale migliorare ulteriormente il testo».

Il presidente di Legambiente conclude: «Nella lotta per ridurre la plastica monouso la stessa Europa ha chiesto a tutti i paesi membri di intervenire in maniera concreta, con bandi e tasse, per fronteggiare la seconda emergenza ambientale globale dopo la crisi climatica: la presenza dei rifiuti plastici nell’ambiente, a partire da quello marino. L’Italia, dunque non perda questa occasione per restare un modello per gli altri Paesi, rafforzando il suo primato mondiale sulla normativa contro l’inquinamento da plastica. Il nostro Paese ha infatti già messo al bando i sacchetti di plastica tradizionale per l’asporto merci, i sacchetti ultraleggeri per frutta e verdura, i cotton fioc in plastica e l’uso delle microplastiche nei prodotti cosmetici da risciacquo. Inoltre non dimentichiamo che l’Italia è stato il primo ad inventare il polipropilene (il Moplen di Gino Bramieri in Carosello) negli anni ’60 e le bioplastiche compostabili prodotte da scarti vegetali e rinnovabili negli anni ’90.  Per questo auspichiamo che da parte del mondo industriale italiano arrivi un altro scatto di orgoglio e di innovazione che, partendo da una nuova tassazione sulla plastica vergine e contro l’usa e getta, permetta al paese di mantenere quella leadership nel settore che nel passato ci ha visti primeggiare a livello mondiale».