Riceviamo e pubblichiamo

L’economia circolare e la revisione delle pianificazioni regionali sulla gestione dei Rsu

[19 Luglio 2018]

La Regione Puglia, nonostante avesse approvato nel 2013 il vigente piano di gestione dei Rifiuti Solidi Urbani, ha deciso, con coraggio, di avviare un aggiornamento dello stesso, consapevole dell’importanza di adeguarlo ai principi dell’Unione Europea relativi all’economia circolare.

La strategia di pianificazione verrà rivista affinché principi quale riduzione della produzione dei rifiuti, ottimizzazione del recupero e riutilizzo degli stessi con un sistema integrato ed adeguato di impianti di valorizzazione e recupero diventino atti concreti a supporto di una economia impostata sulla massima tutela delle risorse.

Una economia che garantirà anche uno sviluppo occupazionale attraverso le nuove attività di green economy che si intende promuovere e sostenere.

La Regione Puglia aveva già fatto una scelta diversa da quella fatta dalla Toscana. Aveva infatti stabilito il criterio che le raccolte differenziate avrebbero sicuramente ottenuto risultati ottimali e  significativi se venivano organizzati su territori più limitati.

Per consentire ciò, aveva istituito gli ARO (Ambiti di Raccolta Ottimale) che coinvolgono più comuni impegnati, congiuntamente, nell’organizzare e gestire il servizio di raccolta su quel territorio.

Gli ARO sono 38, per cui ognuno di loro mediamente copre un territorio con circa 105.000 abitanti (gli abitanti complessivi della Puglia sono 4 milioni).

Come si vede, è una scelta in linea con gli indirizzi dell’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) che in un proprio documento, frutto di un’indagine durata 2 anni, nel febbraio del 2016 affermava che il bacino ottimale di gestione dei rifiuti non doveva superare i 100.000 abitanti.

Una scelta analoga è stata fatta anche dalla Regione Campania, che nella Legge Regionale 26 maggio 2016, n. 14., “Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti” prevede all’Art. 24 i Sub Ambiti Distrettuali (SAD), ovvero aree omogenee, individuate  con riferimento ai criteri di ottimizzazione del ciclo o di suoi segmenti funzionali.

I Comuni compresi nell’ATO, o parte di essi, possono avanzare all’EDA( Ente Direzione Ambito)  proposte motivate di delimitazione di SAD per l’ottimizzazione del ciclo o di segmenti dello stesso .

I Comuni ricadenti nel SAD possono regolare i rispettivi rapporti di collaborazione per la gestione associata di servizi su base distrettuale mediante stipula di convenzioni ai sensi dell’articolo 30 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali).

Come si vede, in diverse Regioni italiane si valuta positivamente la possibilità di ridurre i territori, e le popolazioni, serviti dalle raccolte differenziate proprio per le caratteristiche di tali raccolte e per garantire l’efficienza e l’efficacia delle stesse.

Una strategia “Rifiuto Zero” si concretizza sicuramente meglio e  con risultati più significativi in territori limitati ed omogenei. Invece, la Regione Toscana ha scelto di aggregare tali territori su dimensioni elevate e con popolazioni che superano il milione di abitanti.

Attualmente la Toscana prevede tre ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) e per ognuno di essi prevede obbligatoriamente la gestione unica dei servizi e l’affidamento della stessa ad un unico soggetto gestore.

Anche la Regione Toscana dovrà adeguare le proprie normative ai nuovi principi di Economia Circolare approvati dall’UE.

Probabilmente è questo il momento utile per avviare la revisione della pianificazione regionale. Una revisione che dovrà vedere necessariamente la partecipazione, propositiva e critica, di tutte le realtà interessate, sia in ambito Amministrativo che politico e sociale.

Un’occasione da non perdere; aprire un dibattito serio e approfondito su queste tematiche costituisce sicuramente una necessità, oltre che un’opportunità,  se si vuole dare una svolta forte e concreta verso l’attuazione di un modello di sviluppo diverso, ecocompatibile, e foriero di nuova occupazione e di un reale benessere basato sulla promozione della  qualità e non sul consumismo.

di Giuseppe Vitiello