Rimateria, il verdetto sul raddoppio già stasera?

Ferrari: «La politica si prenda la responsabilità di eventuali decisioni che vanno contro il volere della città»

[22 Ottobre 2019]

In un comunicato il Comune di Piombino anticipa quella che potrebbe essere la decisione finale su Rimateria: «La Conferenza dei servizi chiamata a decidere sul progetto di raddoppio dei volumi per la discarica di Rimateria è ancora in corso: forse entro stasera si saprà qual è il verdetto. La riunione continuerà a porte chiuse».
il Sindaco di centro-destra Ferrari mette però già le mani avanti sull’esito che sembra dare per scontato: «Si è parlato a lungo degli aspetti tecnici della questione – spiega il sindaco Ferrari -, in particolare della troppa vicinanza tra l’impianto e i centri abitati di Montegemoli e Colmata, delle emissioni eccessive odorigene e della tipologia di rifiuti che pensano potrebbero comportarne una riduzione. La Conferenza dei servizi è ancora in corso: la decisione potrebbe arrivare già stasera. Quello tenutosi oggi è un tavolo tecnico e con elementi tecnici ci siamo presentati: mi auguro che la Regione Toscana non faccia pesare la propria posizione politica e chiuda la porta all’opzione peggiore per il nostro territorio. La politica si deve prendere la responsabilità della decisione che prenderà: acconsentire al raddoppio dei volumi di discarica, seppur con tutte le prescrizioni del caso, significherebbe ignorare la volontà di una città e di un intero territorio. Un territorio che stamattina era in piazza, sotto al palazzo della Regione, a far sentire la propria voce e il proprio dissenso. Qualunque sia la decisione che sarà presa, mi auguro in tempi brevi, certamente la partita non finisce qui. Che non ci vengano a dire che quei volumi serviranno per le bonifiche perché non ci crediamo più: da anni aspettiamo l’intervento necessario a mettere in sicurezza la nostra terra e intanto Rimateria ha riempito la discarica di rifiuti di ogni sorta provenienti da chissà dove. La Regione non può ignorare gli oggettivi elementi ostativi che ha presentato il Comune: se provasse a far finta di niente e concedesse il raddoppio significherebbe lasciar vincere l’ostinazione del Pd a scapito della volontà dei cittadini che ogni giorno devono sopportare le conseguenze della vicinanza a quella discarica. Non potremo accettarlo: continueremo a batterci per restituire a Piombino un futuro diverso, che parli di turismo e diversificazione dell’economia»

Ma forse anche il Sindaco Ferrari dovrebbe assumersi le sue responsabilità politiche, a partire da una campagna elettorale semplificatoria che, ai primi atti di governo, si è trovata a dover subire le critiche del movimento anti-Rimateria al quale si era promesso un iter rapidissimo che avrebbe bloccato tutto nel nome di una presunta volontà popolare.

In realtà anche la storia del centro abitato nuovamente richiamata dal Sindaco nella sua dichiarazione e in tutti i documenti più recenti è abbastanza surreale: nell’area ci sono 4 discariche e più 900 ettari da risanare. Una porzione considerevole di questi 900 ettari da risanare è adiacente alla città di Piombino e lo deve fare la Jindal. Così come i forni del coke zeppi di amianto friabile sono adiacenti alla città. Delle 4 discariche esistenti, una (la li53) è abusiva. Inoltre, dal 2007, esiste un piano strutturale che prevede la messa in sicurezza permanente e la realizzazione di una discarica controllata. La stessa cosa fa un decreto del Ministero dell’ambiente. Se nell’area non viene realizzata la discarica controllata resta quella abusiva che è comunque alla stessa distanza dal centro abitato.

Inoltre, nell’ipotesi abbastanza ardua che qualcuno voglia mettere 12 milioni per la messa in sicurezza permanente della li53, eliminando la discarica controllata Piombino non avrebbe un’area dove mettere le centinaia di tonnellate che sono sopra la li53. Quindi, per assurdo, si dovrebbe fare un’altra discarica.

Senza contare poi i rifiuti dell’area di 36 ettari sequestrata nel 2007 (circa 3 milioni di tonnellate) e, almeno, quelli dei 32 hot spot individuati e caratterizzati nei 900 ettari.

Senza contare che la questione del centro abitato è un criterio penalizzante ma non escludente contenuto nel piano regionale ma che riguarda le nuove localizzazioni, non gli interventi sull’esistente.

Forse è per questo che la decisione potrebbe essere infausta per chi ha pensato di semplificare politicamente una cosa così tecnicamente e legislativamente complicata e delicata?