Rivelazioni di Fanpage sull’assassinio del Capitano Natale De Grazia e le navi dei veleni

Legambiente: «Un dovere cercare la verità. Alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti chiediamo di riaprire il caso per fare definitiva chiarezza sulla vicenda»

[13 Dicembre 2019]

Un’inchiesta pubblicata su Fanpage.it ha riacceso i riflettori sull’assassinio, avvenuto 24 anni fa, del capitano di corvetta Natale De Grazia, che indagava sulle navi dei veleni e sul traffico dei rifiuti radioattivi e che resta ancora senza verità e giustizia.
Fanpage ripercorre le tappe dell’inchiesta del pool di Reggio Calabria «attraverso le fonti dirette del capitano e i suoi più stretti collaboratori. Testimonianze che non erano mai emerse prima e che disegnano un quadro inquietante. Il capitano , secondo queste fonti, sarebbe stato sequestrato, torturato e ucciso. Aveva scoperto un traffico illecito di materiali nucleari tra Stati che avrebbe visto una centrale nucleare italiana, che all’epoca dei fatti sarebbe dovuta già essere inattiva, come il luogo di scambio dei traffici».
Legambiente non ha mai smesso di seguire questa oscura e dolorosa vicenda e il suo presidente nazionale, Stefano Ciafani, commenta. «L’approfondita inchiesta pubblicata da Fanpage conferma gli scenari peggiori che Legambiente ha costantemente denunciato a partire dal 1994, con esposti, dossier e un sito – http://navideiveleni.legambiente.it/ – chiedendo verità e giustizia su uno dei casi più oscuri della storia italiana. Un’inchiesta quella di Fanpage che conferma le denunce fatte negli anni Novanta dalla nostra associazione, a partire dall’esposto presentato il 2 marzo del ’94 presso l’allora Procura delle Pretura di Reggio Calabria, in cui si chiedeva di fare luce su presunti traffici di rifiuti, anche radioattivi. Fu proprio partendo da quell’esposto che vennero avviate le indagini di cui diventò protagonista, per le sue capacità e competenze investigative, il capitano De Grazia. Dopo la sua morte, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre del 1995, Legambiente ha continuato a pubblicare una lunga serie di dossier sulle cosiddette “navi a perdere”, come la Rigel, affondate nel Mediterraneo e i traffici di rifiuti radioattivi. Denunce ribadite nelle audizioni davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e riprese da diverse relazioni della stessa Commissione, senza che si riuscisse mai ad arrivare all’accertamento puntuale dei fatti. Per questo, nel giorno del 24esimo anniversario della morte di De Grazia, chiediamo alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti di riaprire immediatamente il caso, partendo dai nuovi elementi dell’inchiesta pubblicata su Fanpage. Da parte nostra, rilanceremo l’azione del Comitato per la verità sulle navi dei veleni e sul caso De Grazia, a cui abbiamo dato vita nel 2007. Troppi finora i silenzi e troppe ancora le risposte che mancano. La ricerca della verità è un dovere. Lo dobbiamo prima di tutto a questo capitano coraggioso, premiato dal presidente della Repubblica Ciampi con una medaglia d’oro alla memoria proprio per il valore e l’importanza delle sue indagini sulle navi a perdere e sugli affondamenti sospetti nel Mediterraneo».