Wwf: a scuola con la mascherina, responsabilmente anche verso l’ambiente

Rischiamo di disperdere 68 milioni di mascherine, equivalenti 270 tonnellate e plastica e a 100.000 bottigliette di plastica al giorno

[14 Settembre 2020]

Oggi, in diverse regioni, per molti studenti italiani è suonata  la campanella del primo giorno di scuola e tra le tante novità per bambini e ragazzi che frequentano la scuola pubblica ci sarà la mascherina anti.Civid-19, prioritariamente quella chirurgica monouso come previsto dal Comitato Tecnico Scientifico per la riapertura in sicurezza. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione, in Italia ci sono circa 8,6 milioni di studenti nella scuola e per 7 milioni di questi sussiste l’obbligo di indossare la mascherina. Il Wwf fa i conti e spiega che «Per proteggere i nostri studenti dal rischio sanitario saranno necessarie quindi non meno di 7 milioni di mascherine al giorno, sebbene  il Ministero abbia annunciato che ne distribuirà 11 milioni al giorno destinate anche al personale docente e non: facendo un rapido calcolo significa una quantità pari a circa 44 tonnellate di polimeri plastici, principalmente polipropilene, poliestere, utilizzati e smaltiti ogni giorno nelle nostre scuole. Se anche solo 1 ragazzo per classe (il 5% della popolazione studentesca all’incirca) disperdesse volontariamente o accidentalmente la propria mascherina, ogni giorno verrebbero rilasciate in natura 1,4 tonnellate di plastica: ciò significa che a fine anno scolastico sarebbero disperse in natura oltre 68 milioni di mascherine per un totale di oltre 270 tonnellate di rifiuti plastici non biodegradabili in natura. E’ come se gettassimo ogni giorno dell’anno scolastico 100mila bottigliette di plastica in natura».

Se le previsioni, al ribasso, del Panda si realizzassero,  oltre all’emergenza sanitaria ci troveremmo a dover affrontare anche una emergenza ambientale senza precedenti.

IL Wwf sottolinea che «Le scuole sono luoghi in cui si costruisce e si forma la nostra società, la loro chiusura ha profondi impatti sui ragazzi e sulla società intera, quindi è evidente che la sicurezza sanitaria debba essere la priorità».

Per sensibilizzare gli studenti e attirare la loro attenzione su questo problema, evitando che trovare mascherine in prati, laghi, fiumi o spiagge diventi tragica normalità, il Wwf Italia lancia oggi la campagna “Non Deve Finire Così” che chiede a tutti gli studenti, gli insegnanti, al personale scolastico e ai genitori di condividere. Inoltre il Wwf chiede anche ai dirigenti scolastici di affiggere le locandine, che verranno inviate a tutte le scuole in formato elettronico, in modo da richiamare l’attenzione degli studenti sul tema.

L’associazione ambientalista evidenzia che «Proprio alla luce del fondamentale ruolo educativo che la scuola riveste anche in funzione della costruzione di un futuro sostenibile avrebbe avuto più senso promuovere alternative più sostenibili come per esempio mascherine riutilizzabili e lavabili certificate e validate dallo stesso Ministero della Salute, attraverso l’Istituto Superiore di Sanità (che sono equiparabili per sicurezza alle mascherine chirurgiche monouso). Queste mascherine possono essere una valida alternativa al monouso, accompagnate da informazioni sulle modalità di igienizzazione, lavaggio, scadenza».

Secondo il Wwf, «Per rispondere a problematiche che vanno dalla necessità di approvvigionamento, allo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti indifferenziati fino al rischio di abbandono nell’ambiente dei dispositivi di protezione individuale è fondamentale puntare su economia circolare ed ecodesign, realizzando una filiera circolare per le mascherine monouso, che vada dalla progettazione (partendo dall’individuazione di materiali sicuri, efficaci e facilmente riciclabili) alla raccolta e al riciclo fino alla re-immissione nel ciclo produttivo del materiale recuperato.

L’Istituto Superiore di Sanità  ha stabilito che, allo stato attuale, l’unica possibilità di smaltimento delle mascherine per uso civile è di conferirle nella raccolta indifferenziata, ma il Wwf conclude: «Oggi che l’emergenza sanitaria non è più una sorpresa e che tutti siamo consapevoli del fatto che dovremo convivere per diverso tempo con le precauzioni necessarie a proteggerci dal virus è necessario valutare una filiera completamente nuova e sicura, sia per motivi di gestione efficiente delle risorse e dei rifiuti sia per evitare il rischio di dispersione nell’ambiente».