Zuppa di plastica in mare: Greenpeace naviga nell’hotspot del Tirreno

Imballaggi delle multinazionali usati per pochi minuti e che restano in mare per decenni

[5 Giugno 2019]

Greenpeace, con il Cnr-Ias di Genova e l’Università politecnica delle marche, sta percorrendo il Mar Tirreno centrale per monitorare lo stato di inquinamento dei nostri mari e Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia, racconta di «Una vera e propria “zuppa di plastica”, insieme a materiale organico di vario tipo. E’ quello che abbiamo trovato oggi nel Mar Tirreno, nella zona tra Elba-Corsica-Capraia all’interno del Santuario dei Cetacei. Bottiglie, contenitori in polistirolo utilizzati nel settore della pesca, flaconi, buste e bicchieri di plastica… per lo più imballaggi che vengono usati per pochi minuti ma restano in mare per decenni, hanno accompagnato la nostra navigazione».

Ungherese spiega che «Quello che abbiamo documentato dimostra come la plastica sia ovunque, anche in aree che sulla carta dovrebbero essere protette, come il Santuario Pelagos. In questo tratto di mare, per una convergenza di correnti, si crea un hotspot di plastica che si estende in uno spazio di alto valore naturalistico per la presenza di numerose specie di cetacei. Abbiamo effettuato dei campionamenti con i ricercatori a bordo per verificare anche la presenza di microplastiche: i risultati saranno noti nei prossimi mesi», aggiunge Ungherese».

Durante un incontro tenutosi ieri a Sant’Andrea, nel Comune di Marciana all’Isola d’Elba, il responsabile campagne di Greenpeace Italia, Alessandro Giannì ha ricordato che gran parte di questo materiale è costituito da plastica monouso prodotta da un pugno di multinazionali per i loro imballaggi usa e getta e come queste stesse multinazionali cerchino di scaricare la colpa sui consumatori “incapaci di riciclare la plastica” per non mettere in discussione un modello di produzione e consumi insostenibile e che sta letteralmente uccidendo il mare, a partire dal Mediterraneo, Come simbolo del Mediterraneo malato Giannì ha portato la nacchera, la Pinna nobilis, la più grande conchiglia bivalve del Mar Nostrum che sta subendo morie di massa anche nel Tirreno, come segnalato qualche settimana fa dalla Capitaneria di Porto di Portoferraio e da Legambiente Arcipelago Toscano.

Per questo, con una petizione sottoscritta da più di 3 milioni di persone in tutto il mondo Greenpeace chiede ai grandi marchi di ridurre drasticamente la produzione di plastica, a partire dall’usa e getta. «Solo così possiamo davvero intervenire sul problema e salvare i nostri mari e le specie che lo popolano». Il Tour MayDaySOSPlastica si concluderà l’8 giugno, Giornata mondiale degli Oceani, all’Argentario.