Coronavirus, Cnr: «Non serve correre al pronto soccorso né chiudersi in casa»

«Non c'è un'epidemia di SARS-CoV2 in Italia. Al di fuori dell'area limitata in cui si sono verificati i casi, il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale»

[24 Febbraio 2020]

La Protezione civile ha appena aggiornato i dati sul monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del nuovo coronavirus sul territorio nazionale, e al momento risultano contagiate 219 persone in 5 regioni. Più nel dettaglio i casi accertati di coronavirus in Lombardia sono 167, 27 in Veneto, 18 in Emilia-Romagna, 4 in Piemonte, 3 nel Lazio. I pazienti ricoverati con sintomi sono 99, 23 sono in terapia intensiva, mentre 91 si trovano in isolamento domiciliare. Una persona è guarita, mentre 5 sono decedute».

Di fronte a questi numeri, le autorità preposte stanno mettendo in campo una risposta massiccia per contenere la diffusione del nuovo coronavirus, e il capo dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli conferma – rassicurando anche quanti si trovano all’estero – che «il Paese è sicuro, si può venire tranquillamente. In Italia si è cercato di arginare la diffusione del contagio con le misure maggiormente precauzionali. Abbiamo registrato due focolai e siamo intervenuti con misure impegnative e pesanti quindi riteniamo che nel nostro Paese ci sia sicurezza e si possa venire tranquillamente».

Si tratta di una posizione in linea con quella diffusa dal Cnr durante il fine settimana: «Il cittadino che ritenga di avere avuto contatti con persone attualmente poste sotto sorveglianza o che provenissero dalla Cina, soprattutto se manifesta sintomi influenzali, dovrebbe segnalarlo al 112 o al 1500 per essere preso in carico dagli operatori specializzati. Non serve correre al pronto soccorso né chiudersi in casa. Ricordiamo che al momento parliamo di un gruppo (cluster) di pochi casi localizzati e i cui contatti sono tracciati attivamente. Inghilterra, Germania, Francia hanno avuto episodi simili senza conseguenze. Non c’è un’epidemia di SARS-CoV2 in Italia. Il quadro potrebbe cambiare ovviamente nei prossimi giorni, ma il nostro sistema sanitario è in stato di massima allerta e capace di gestire efficacemente anche la eventuale comparsa di altri piccoli focolai come quello attuale. Quindi, ribadiamo, al di fuori dell’area limitata in cui si sono verificati i casi, il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale. Seguendo le elementari norme di igiene, soprattutto lavandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati, ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non  lavate».

È quanto ribadito anche dal ministero della Salute insieme all’Istituto superiore di sanità, che hanno messo a punto un manifesto in dieci punti per curare l’“infodemia” legata al nuovo coronavirus caratterizzata da molte «fake news puntualmente smentite». Lavarsi spesso le mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, usare la mascherina solo in caso si sospetti di essere malati o si stia assistendo persone malate rientrano tra le principali misure di buon senso.

«L’impegno per prevenire l’epidemia da Sars-Cov-2 passa anche attraverso i comportamenti, che devono essere basati su informazioni corrette, ma seguire le misure raccomandate, a partire dal lavaggio delle mani, ci aiuta a prevenire questa e anche altre patologie infettive – commenta il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro – Questo ‘decalogo’ rappresenta anche un bell’esempio di come istituzioni e professionisti garantiscano risposte unitarie ad una possibile minaccia per la nostra salute».