I fisici della Corea del nord studiano in Italia

I ricercatori dell’università Kim Il-sung studiano neuroscienze alla Sissa di Trieste

[4 Aprile 2019]

I ricercatori dell’università Kim Il-sung di Pyongyang, il principale ateneo della Corea del Nord hanno stretto un insolito accordo con la Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste che permetterà ai fisici di uno degli Stati più isolati del mondo di essere formati nelle neuroscienze.

L’accordo, come sottolinea Alison Abbott che su Nature firma l’articolo “North Korean physicists forge rare exchange deal with Italian university”, «E’ una rara opportunità per i fisici nordcoreani. Le sanzioni normalmente impediscono che vengano formati da scienziati stranieri, a causa del loro legame con la ricerca nucleare. L’accordo consentirà ai fisici nordcoreani di applicare le loro capacità quantitative a un altro campo di ricerca: la neuroscienza computazionale».

L’accordo tra il dipartimento di fisica dell’università Kim Il-sung di Pyongyang e la Sissa, che già in precedenza aveva ospitato ricercatori nordcoreani, è stato approvato dal ministero degli esteri e formalizza la relazione tra i due istituti e rende più facile per i fisici della Kim Il-sung venire in Italia per studiare e collaborare con i ricercatori della Sissa, ma rende anche più facile per gli scienziati della Sissa andare all’università Kim Il-sung, ad esempio per insegnare. A Trieste si aspettano che ogni anno arrivino alla Sissa due o tre studenti nord-coreani vengano.

Hak-Chol Pak, che dirige il dipartimento di fisica all’università Kim Il-sung che pubblica quasi la metà della modesta produzione scientifica della Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc), ha detto a Nature che la sua università «vuole creare un istituto di neuroscienza e ha bisogno di sviluppare competenze» che non sono disponibili in Corea del nord e ha sottolineato che «L’accordo è indipendente dalla politica. Siamo scienziati, motivati ​​solo dalla scienza». Difficile da credere in un Paese dove ogni aspetto della vita, e in particolare della scienza, è rigidamente controllato dal regime nazional-stalinista.

Grant Lewison, uno specialista di bibliometria del King’s College di Londra che ha studiato la pubblicazione di studi scientifici della Rpdc, sottolinea che «La Corea del Nord sembra trascurare la biologia e la biomedicina. Senza dubbio, lo sforzo scientifico del Paese era diretto a quel che sarebbe stato utile militarmente. Se c’è maggiore apertura politica nella penisola coreana, ci si potrebbe aspettare un aumento della produzione scientifica, in particolare  con collaborazioni con la Corea del Sud».

Secondo Jenny Town, vicedirettrice dell’US-Korea Institute della Johns Hopkins School of Advanced International Studies, «La ricerca nordcoreana sull’energia nucleare, che non è mai stata pubblicata su riviste scientifiche internazionali, è stata in gran parte realizzata grazie a un’ampia collaborazione con la Russia. E la Corea del Nord e gli Stati Uniti in precedenza si sono impegnati in scambi scientifici su argomenti quali energia e cambiamenti climatici. C’è sicuramente molto interesse a tornare in gioco, ma ci sono state poche opportunità da quando le sanzioni sono diventate sempre  più stringenti».

Il direttore della Sissa Stefano Ruffo, professore ordinario di fisica della materia, ha detto a Nature di  essere felice di aiutare gli studenti  formarsi nel dipartimento di neuroscienze cognitive dell’università. L’accordo è stato pensato nel 2016,  quando l’Onu dichiarò le nuove sanzioni contro la Corea del Nord per impedire – senza successo . che andasse avanti il programma nucleare di Pyongyang. Le restrizioni approvate anche dall’Italia impediscono alle altre nazioni di formare i ricercatori della dittatura dinastica nordcoreana su argomenti che comprendono la  “fisica avanzata”, anche se non è mai stato definito cosa rientri in questo termine.

Quattro studenti nordcoreani che avevano completato corsi di master al prestigioso International Center for Theoretical Physics (Ictp) di Trieste stavano già facendo dottorati di ricerca in cosmologia alla Sissa, ma dopo l’approvazione delle sanzioni Onu comparve su un giornale italiano la notizia che dei fisici nordcoreani stavano studiando all’Ictp e la Sissa si preoccupò che i loro campi di studio potessero essere tra quelli gravati dalle sanzioni. Quindi gli studenti nordcoreani dovettero tornare in patria. Ruffo, che fece in modo che cambiassero l’argomento dei loro dottorati, ha detto a Nature: «Emotivamente, per me è stato un momento molto difficile. Erano tutti studenti eccezionali, ed erano anche esseri umani».

Due studenti sono passati allo studio delle neuroscienze. Uno di loro, Chol Jun Kang, si è unito al gruppo di neuroscienziati computazionali di Alessandro Treves alla Sissa. Dopo il dottorato, Kang è tornato all’università Kim Il-sung. Gli altri due studenti sono passati a matematica.

Treves è un convinto sostenitore dell’accordo di scambio scientifico Italia – Corea del nord e ne è stato uno dei mediatori quando nel settembre 2018 ha visitato Pyongyang per partecipare a una rara conferenza internazionale all’università Kim Il-sung, intitolata “Sviluppo della scienza e benessere del popolo”, dove era uno dei pochi scienziati occidentali presenti.

Nell’aprile 2018 il leader supremo nordcoreano, Kim Jong-un, ha detto durante un discorso riportato dall’agenzia ufficiale Korean Central News Agency  di voler  «Promuovere l’economia attraverso la scienza e l’istruzione. La scienza dovrebbe servire come base per la costruzione dello Stato ed è un indice importante della potenza nazionale».

Treves conclude su Nature: «L’accordo è prezioso per la diplomazia scientifica, ma offre anche vantaggi aggiuntivi per entrambe le parti. Dà ai giovani scienziati della Corea del Nord l’opportunità di crescere in un campo di ricerca in piena espansione. Rappresentano un talento che egoisticamente, vorrei portare alla Sissa prima che il loro Paese si apra e ci vengano strappati dai nostri concorrenti».