“Il continente africano si sta rompendo”: a Geoitalia la sensazionale ricerca condotta sull’Afar Etiopico

[10 Settembre 2013]

Manca ancora qualche giorno all’inizio di Geoitalia 2013, il grande evento organizzato dalla Federazione Italiana di Scienze della Terra che in programma a Pisa, dal 16 al 18 Settembre, e già si annunciano dati scientifici di rilievo che vanno oltre lo stretto interesse degli addetti ai lavori nel settore delle geoscienze.

«Il continente africano si sta rompendo per formare un nuovo oceano.  A Geoitalia 2013 Derek Keir dell’Università di Southampton presenterà i dati sismici registrati sull’Afar Etiopico che mostrano come il continente si stia rompendo per dare vita ad un nuovo oceano», ha dichiarato uno degli organizzatori, Carolina Pagli dell’Università di Plymouth.

I risultati degli studi della frammentazione del continente africano nell’area del Corno d’Africa negli ultimi milioni di anni, arricchiscono il quadro dell’ambiente che ha visto nascere la specie umana, essendo queste le aree dove sono nati i primi ominidi.

La ricercatrice ha poi illustrato le altre ricerche di livello internazionale che saranno presentate a Pisa: «L’Arabia si sta separando dal resto dell’Africa come potremo vedere dai risultati di una recente spedizione italiana in Mar Rosso», ha detto. «Si tratta della nave Urania del CNR e sarà  il ricercatore Marco Ligi dell’Ismar di Bologna a illustrare le importanti osservazioni di questa spedizione. Una terza e importante ricerca è quella sulla formazione di catene di vulcani distanti anche decine di km dal centro del rift. I rift sono delle depressioni della superficie terrestre che si creano dove due placche tettoniche si allontanano l’una dall’altra e possono evolvere attraverso la creazione di faglie e di vulcani fino alla formazione di oceani con vere e proprie dorsali di espansione».

«La ricercatrice Eleonora Rivalta – ha aggiunto – del GFZ di Potsdam, Germania, attraverso risultati di modellazione numerica, mostrerà come il rifting provochi la risalita di sacche di magma dalla parte centrale del rift verso i suoi margini, spiegando così la formazione di catene di vulcani distanti anche decine di km dal centro del rift».

Queste tre ricerche condotte in Inghilterra, Italia e Germania e altre mostreranno l’evoluzione e i cambiamenti in atto in alcuni luoghi del Pianeta, in particolare nell’Afar Etiopico e nel Mar Rosso ma anche sulle dorsali oceaniche, come il Mid-Atlantic Ridge, e zone trasformi.