Il pioppo riesce ad assorbire sostanze inquinanti usate per la produzione di plastica

Una ricerca italiana mostra come quest’albero sia in grado di contrastare la presenza di diottilftalato disperso nel terreno

[15 Luglio 2019]

Non c’è solo la canapa nel variegato e complesso mondo vegetale tra gli esemplari in grado di esserci d’aiuto per condurre operazioni di bonifica: lo conferma l’Istituto di scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha pubblicato un nuovo studio su questo tema. In particolare, la ricerca mostra l’assorbimento del diottilftalato (sostanza impiegata nel campo della produzione delle materie plastiche, con effetti inquinanti) nel pioppo.

Lo studio, pubblicato sulla rivista “Environmental Science and Pollution Research” dal gruppo di docenti e ricercatori della Sant’Anna composto da Francesca Vannucchi, Alessandra Francini, Erika Carla Pierattini e Luca Sebastiani (in collaborazione con Andrea Raffaellidell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa), nasce dall’osservazione secondo la quale gli ftalati sono micro-inquinanti di grande preoccupazione a causa dei loro effetti negativi sul funzionamento degli ecosistemi e sulla salute umana, mentre il pioppo potrebbe essere una specie adatta per ridurre gli impatti derivati dalla persistenza di tali composti nell’ambiente.

Per verificarlo, i ricercatori hanno fatto sviluppaer piante di pioppo in speciali camere di crescita (fitotrone) dove, grazie a un sistema centralizzato, è possibile impostare i principali parametri ambientali come luce, temperatura e umidità relativa; in queste camere è altrettanto possibile creare le condizioni ottimali di crescita per le piante di questo studio in modo che solo il fattore inquinante (nello specifico il diottilftalato) possa essere la causa di un suo eventuale sviluppo irregolare.

I risultati della ricerca dimostrano sia l’assorbimento sia l’accumulo nelle radici del pioppo del diottilftalato: oltre a confermare la tolleranza di questa specie a diversi composti inquinanti lo studio pone le basi per approfondire il metabolismo e la degradazione di queste sostanze tossiche all’interno dei tessuti vegetali, aprendo a sua volta a nuove possibilità di contrasto verso l’inquinamento che incide sempre più sulle capacità produttive dei sistemi agro-forestali e sulla qualità dei relativi prodotti.