Ingv, nell’ultimo anno in Italia sono stati registrati 23.180 terremoti

Si tratta di un dato molto inferiore rispetto a quello del 2016 e 2017, ma non diminuisce la pericolosità sismica del Paese: «Sappiamo che purtroppo un evento di magnitudo elevata può avvenire ovunque e in qualunque momento»

[25 Gennaio 2019]

Nell’ultimo anno in Italia non ci sono stati terremoti che hanno provocato danni ingenti ed estesi, e questa è già una buona notizia per un Paese come il nostro, storicamente e pericolosamente esposto ai rischi sismici. Ma di scosse ce ne sono comunque state molte: come mostra un’analisi pubblicata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), nel 2018 la Rete sismica nazionale ha localizzato 23.180 terremoti sul territorio italiano e nelle zone limitrofe, pari a una media di oltre 63 eventi al giorno, 3 ogni ora, uno ogni 20 minuti. E in realtà i terremoti che avvengono in un territorio sismico come quello italiano «sono molti di più – precisano dall’Ingv – Parliamo naturalmente di micro-terremoti, quelli che rimangono al di sotto della soglia di rilevamento».

Di fatto però i terremoti localizzati nel 2018 sono in numero decisamente minore rispetto a quelli identificati in Italia negli ultimi due anni: poco più di 23mila a fronte dei 44mila del 2017 – quasi il doppio, dunque – o dei 53mila rilevati nel 2016. Una diminuzione che, come spiegano i ricercatori dell’Istituto, è «in buona parte dovuta al calo di repliche (aftershocks) della sequenza in Italia centrale, iniziata il 24 agosto 2016». Dall’analisi dell’Ingv si nota infatti come «il numero annuale di eventi nel 2018 sia tornato a valori simili a quelli precedenti al 2016, anno in cui si è attivata la sequenza in Italia centrale, anche se va ricordato che quest’ultima non può ancora ritenersi conclusa». Da questo punto è significativo evidenziare che la maggior parte dei terremoti italiani del 2018 (circa il 60%) è avvenuta nella zona della sequenza del 2016.

Circa il 90% dei terremoti localizzati in Italia nel 2018 hanno però avuto magnitudo minore di 2.0, il che vuol dire che probabilmente non sono stati avvertiti dalla popolazione, ma non sono mancate scosse più importanti: spiccano in particolare i 5 terremoti avvenuti nell’area etnea appartenenti alla fascia di magnitudo tra 4.0 e 4.9, con 1 solo evento che sul territorio nazionale appartiene alla fascia di magnitudo maggiore o uguale a 5.0 (avvenuto nella Provincia di Campobasso, in Molise).

Si tratta di dati tutto sommato rassicuranti se confrontati con quelli degli ultimi anni, ma questo non giustifica affatto un abbassamento della guardia. Anzi: «Non diminuisce la pericolosità sismica del Paese, che rimane elevata e sappiamo che purtroppo un evento di magnitudo elevata può avvenire ovunque e in qualunque momento. È anzi questo il momento – concludono dall’Ingv – per informarsi sulla sismicità della zona in cui si vive, di valutare la vulnerabilità della propria casa, di apprendere quali siano i comportamenti corretti da assumere prima, durante e dopo una scossa di terremoto. Per questo motivo continua il nostro impegno di informazione e divulgazione, anche insieme ai nostri partner con la campagna Io Non Rischio».