Istat, l’Italia investe in ricerca e sviluppo solo l’1,38% del Pil

Secondo gli obiettivi Ue entro l’anno prossimo la quota dovrebbe raggiungere il 3%, un obiettivo oggi lontanissimo nonostante le rassicurazioni del premier Conte

[9 Settembre 2019]

L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha pubblicato oggi il report La ricerca e sviluppo in Italia, stimando che la spesa per R&S intra-muros dell’insieme dei settori istituzionali (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università) ammonti a quasi 23,8 miliardi di euro nel 2017. Negli ultimi anni si è osservata una crescita dei fondi stanziati, ma il risultato finale è ancora molto deludente.

Rispetto all’anno precedente la crescita delle risorse dedicate alla ricerca è stata pari al +2,7%, trend che è proseguito anche nei mesi successivi. Anche nel 2018 la spesa cresce del 6,2% per le istituzioni private non profit , del 6,0% per le istituzioni pubbliche e del 2,8% per le imprese, e pure per il 2019 si stima un ulteriore aumento della spesa in R&S intra-muros sul 2018: istituzioni private non profit +5,7%, istituzioni pubbliche +2,7% e imprese +0,8%.

Detto questo, la parte del leone continua a farla il settore privato, che contribuisce per il 55,2%agli investimenti, seguito dalle istituzioni pubbliche con il 32,3% della spesa e dai finanziatori stranieri (imprese, istituzioni pubbliche o università estere) con l’11,7% della spesa; inoltre oltre i due terzi della spesa in R&S (68,1%) risulta concentrata in appena cinque regioni: Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto.

Illustrando le linee programmatiche del proprio Governo alla Camera, oggi il premier Conte ha dichiarato che «occorre rafforzare e valorizzare il nostro sistema universitario e di ricerca», anche perché «le imprese che crescono, mediamente, investono di più nella ricerca e nello sviluppo e offrono opportunità di lavoro anche ai nostri giovani, altamente qualificati, che purtroppo oggi sono costretti a emigrare, favorendo Paesi concorrenti».

Sotto questo profilo però il lavoro che rimane da fare in Italia è ancora enorme: con l’1,38% del Pil investito in R&S il nostro Paese rimane nettamente al di sotto della media Ue (2,03%) ed enormemente distante dagli obiettivi 2020 fissati dall’Ue stessa: in media nell’area Ue la spesa in R&S dovrà essere pari al 3% del Pil entro il 2020, il che renderebbe possibile creare 3,7 milioni di posti di lavoro e aumentare il Pil annuale di 795 miliardi di euro di qui al 2025. Un treno per lo sviluppo (sostenibile) che l’Italia sta già perdendo.