Juno: entra nell’orbita di Giove la sonda della Nasa con il cuore fiorentino (VIDEO)

La sonda punta a rivelare i misteri del più grande pianeta del sistema solare

[5 Luglio 2016]

La Nasa ha annunciato che la sonda spaziale della missione JUpiterNear-polarOrbiter (Juno), alle ore 5,53 ora italiana, dopo quasi 5 anni  di viaggio e 2,8 miliardi di Km, ha spento i propulsori e si è messa «In orbita intorno al re dei pianeti».  Juno è la prima sonda ad allontanarsi così tanto dal nostro pianeta grazie a una propulsione a pannelli solari ed è anche  la prima a essere inserita in orbita polare su un pianeta oltre l’orbita della Terra e con una velocità mai raggiunta per un inserimento orbitale, più di sette volte la velocità dello space shuttle in orbita.

«L’Independence Day è sempre qualcosa da festeggiare, ma oggi possiamo aggiungere al compleanno dell’America un altro motivo per essere lieti: Juno è arrivato a Giove – ha detto l’amministratore della Nasa Charlie Bolden – E cosa c’è di più americano di una missione della Nasa che va là dove nessun veicolo spaziale è mai andato prima? Con Juno, studieremo le incognite della massiccia magnetosfera di Giove e indaghere in profondità, non solo all’interno del pianeta, ma sul modo in cui Giove è nato e su come tutto il nostro sistema solare si è evoluto».

Juno analizzerà la costituzione chimico-fisica del più grande pianeta del sistema solare. Le Scienze spiega che  «Tutta la procedura si è svolta nel punto di massimo avvicinamento al pianeta e in vista delle Terra, permettendo così un costante monitoraggio da parte degli scienziati di missione della Nasa. A febbraio 2018, dopo 37 orbite complete, Juno potrà quindi raggiungere il suo obiettivo: scattare fotografie di Giove con una risoluzione mai raggiunta prima e registrare un’enorme quantità di dati su questo pianeta gigante gassoso che, a dispetto delle numerose osservazioni, nasconde ancora molti segreti, il primo dei quali è l’esistenza o meno di un nucleo solido».

Le misurazioni della sonda Juno, realizzata dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa, verranno effettuate grazie a strumenti i quali è stato determinante il contributo dell’industria e della ricerca italiane: lo spettrometro a infrarossi Jovian InfraRed Auroral Mapper (JIRAM) sviluppato dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Iaps-Inaf). ), che fotograferà le aurore polari e studierà gli strati superiori dell’atmosfera alla ricerca di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina. Il JIRAM. è stato realizzato da Leonardo-Finmeccanica a Campi Bisenzio (Firenze).

Leonardo-Finmeccanica ha realizzato anche il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker che, dopo aver guidato Juno  verso Giove, permetterà alla sonda di mantenere l’orbita prevista intorno al  pianeta gigante.

Un altro importam nte strumento made in Itali a bordo di Juno è l  Ka-Band Translator (KaT)  per le misurazioni gravitazionali e magnetiche e per stilare una mappa interna di Giove, realizzato da Thales Alenia Space-I su progetto dell’università La Sapienza e con il supporto dell’Asi. Italiano.

Videogallery

  • Juno Approach Movie of Jupiter and the Galilean Moons

  • The Juno Mission to Jupiter

  • HI Juno