L’epico viaggio di 3.000 Km dei Neanderthal dall’Europa alla Siberia

I Neanderthal della Siberia meridionale erano intrepidi nomadi e la loro eredità è ancora nei nostri geni

[30 Gennaio 2020]

Il nuovo studio “Archaeological evidence for two separate dispersals of Neanderthals into southern Siberia”, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the U.S.A. (PNAS) da un folto team di ricercatori di Russia, Australia, Ucraina, Polonia, Germania e Canada, rivela che i Neanderthal che vivevano in Siberia fecero un viaggio intercontinentale di oltre 3,000 km per raggiungere i Monti Altai e che erano dotati di un sofisticato kit di strumenti per uccidere e macellare bisonti e cavalli.

I ricercatori ricordano che «I Neanderthal sono i nostri cugini evolutivi più vicini e sopravvissero fino a circa 40.000 anni fa nell’Europa occidentale. La loro eredità vive oggi nel DNA di tutte le persone con origini europee o asiatiche».

I fossili di Neanderthal vennero segnalati per la prima volta dai Monti Altai – l’avamposto più orientale della loro areale geografico conosciuto – solo nel 2007. Nella grotta di Chagyrskaya, che si apre ai piedi delle colline dell’Altai sono stati ritrovati 74 fossili di Neanderthal, più di qualsiasi altro sito nella regione, oltre a quasi 90.000 pietre strumenti e numerosi strumenti per frantumare e lavorare le ossa realizzati da Neanderthal.

Il team multidisciplinare di ricercatori provenienti da Russia, Australia, Ucraina, Polonia, Germania e Canada, ha condotto indagini dettagliate sul sito per scoprire nuovi indizi sulla storia di questi Neanderthal siberiani .

I depositi di caverne spessi 3,5 metri sono stati scavati per la prima volta nel 2007 e la datazione dei sedimenti e delle ossa di bisonti macellati indicava che i Neanderthal hanno vissuto nella caverna tra 59.000 e 49.000 anni fa, poco prima che gli esseri umani moderni arrivassero in quella regione.

La principale autrice dello studio, Kseniya Kolobova dell’Istituto di archeologia ed etnografia, branca siberiana dell’Accademia russa delle scienze, spiega che «La scoperta più sorprendente è stata la somiglianza tra gli strumenti di pietra Chagyrskaya e gli strumenti micoquiani provenienti da siti archeologici nell’Europa centrale e orientale». Utilizzando una serie di test statistici, la Kolobova e il suo team di archeologi hanno confrontato i singolari strumenti in ​​pietra trovati nella grotta di Chagyrskaya con quelli recuperati dai siti micoquiani in Europa e in Asia centrale, identificando così la regione tra la Crimea e il Caucaso settentrionale come la probabile patria ancestrale dei Neanderthal che hanno fabbricato gli utensili di Chagyrskaya.

Uno degli autori dello studio, l’archeologo australiano Richard Roberts dell’università di Wollongong, evidenzia che «Questa parte dell’Europa orientale si trova tra i 3.000 e i 4.000 chilometri dalla grotta di Chagyrskaya, l’equivalente di camminare da Sydney a Perth o da New York a Los Angeles: un viaggio davvero epico».

L’analisi dei resti di animali e piante estratti dai depositi della caverna di Chagyrskaya ha dimostrato che i Neanderthal erano abili nella caccia al bisonte e ai cavalli che vivevano in un ambiente freddo, secco e senza alberi, mentre lo studio al microscopico dei sedimenti ha fornito ulteriori indizi sulle loro condizioni di vita: «I Neanderthal erano estremamente adattati alla vita nei territori della steppa e della tundra-steppa e avrebbero potuto raggiungere i Monti Altai dall’Europa orientale aggirando il Mar Caspio e poi andando verso est, lungo la cintura della steppa», spiega il geoarcheologo Maciej Krajcarz dell’Istituto di scienze geologiche dell’Accademia polacca delle scienze.

Anche se le motivazioni di queste migrazioni rimangano incerte, probabilmente i Neanderthal inseguivano le mandrie delle loro prede che migravano a loro volta e Krajcarz pensa che i Neanderthal potrebbero aver approfittato di condizioni climatiche più favorevoli per aggirare il Mar Caspio.

In un’intervista a Cosmos, Roberts ha detto che «La ricerca di altri strumenti lungo i punti centrali di queste migrazioni può fornire ulteriori indizi sui viaggi di questi primi ominidi» e anche Steven Kuhn, un archeologo dell’università dell’Arizona ha aggiunto su Science News che «Ulteriori scavi potrebbero anche modificare la storia. Invece di inviare un singolo gruppo duraturo fino in Siberia, diverse popolazioni di Neanderthal potrebbero aver semplicemente passato le tecniche della fabbricazione di utensili con una staffetta verso est».

Le nuove prove archeologiche indicano che ci sono state almeno due migrazioni separate di Neanderthal nella Siberia meridionale e questa tesi è supportata in modo indipendente da studi sull’intero genoma del DNA antico ottenuto da fossili di Neanderthal. All’università di Wollongong dicono che «La prima migrazione avvenne più di 100.000 anni fa, aprendo una pista verso il vicino sito della grotta di Denisova, famosa come la dimora degli enigmatici Denisovani, un gruppo gemello di Neanderthal, che a volte occupava anche la grotta. Un evento migratorio più recente – originario dell’Europa orientale, avvenuto forse circa 60.000 anni fa – ha portato all’arrivo dei Neanderthal nella grotta di Chagysrkaya, armati del loro peculiare kit di strumenti micoquiani. Gli studi del DNA confermano un legame tra i Neanderthal che vivevano in Europa e nella grotta di Chagyrskaya 100.000 anni fa. Nonostante la vicinanza geografica delle grotte di Chagyrskaya e Denisova, il genoma dei Neanderthal di Chagyrskaya è più simile a quello dei Neanderthal europei di quanto non lo sia ai Neanderthal che vivevano nella grotta di Denisova 110.000 fa».

La Kolobova conclude: «Mettendo insieme queste nuove intuizioni dell’archeologia e della genetica, possiamo iniziare a ricostruire l’intrigante storia dei Neanderthal orientali e gli eventi che hanno modellato la storia dei nostri antichi parenti umani».