Ricercatori pisani in Perù alla scoperta di nuovi antichissimi vertebrati marini

[4 Febbraio 2014]

I ricercatori pisani tornano sul luogo del delitto. A distanza di alcuni anni da quando anche grazie a loro fu ritrovato il Leviatano (Livyathan melvillei), il “mostro” marino evocato da Melville nel suo “Moby Dick”, oggi il deserto di Ica – in particolare l’area costiera che si estende per 300 chilometri da Pisco a Yaucha – tornerà a essere terreno di studi paleontologici per un nuovo progetto di ricerca guidato da Giovanni Bianucci dell’Ateneo pisano, che ha ottenuto dal MIUR un finanziamento PRIN di 252.605 euro.

Quella specifica area geografica ha la caratteristica di essere un giacimento ricchissimo di fossili di vertebrati marini risalenti a diverse epoche del Cenozoico (da 45 a 2,5 milioni di anni fa). Questa volta l’attenzione dei ricercatori si focalizzerà sullo studio della relazione tra l’alta densità degli individui presenti in quel particolare ambiente costiero, l’aumento della produttività primaria e l’apporto di cenere vulcanica come fattore di fertilizzazione delle acque.

“Gli argomenti trattati in questo progetto sono di grande impatto e interesse per la comunità scientifica internazionale – spiega Bianucci – a partire dal fatto che viene investigato il Konservat- Lagerstätte (giacimento per conservazione) a vertebrati marini neogenici più significativo e famoso a livello mondiale, un vero e proprio laboratorio naturale dell’evoluzione dove sono stati scoperti fossili straordinari. La nostra ricerca potrà inoltre fornire un solido contributo per ricostruire con maggiore dettaglio i pattern relativi ai cambiamenti della diversità e della produttività primaria, utilizzando il record fossile per ricostruire le dinamiche evolutive di questi ecosistemi marini e delle loro complesse relazioni trofiche. Infine, per la prima volta viene condotto uno studio che analizza in dettaglio all’interno del record fossile le relazioni tra apporto di cenere vulcanica a mare e incremento della produttività primaria, un tema che ha grandi implicazioni anche per lo studio dei cambiamenti climatici del passato”.

Il progetto vedrà collaborare tre unità operative, la prima con sede presso il dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, la seconda al dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio e di Scienze della Terra dell’Università di Milano Bicocca e la terza al dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Camerino. L’unità di Pisa si occuperà degli aspetti che riguardano la paleontologia dei vertebrati (tassonomia, tafonomia, filogenesi), la micropaleontologia (diatomee) e la vulcanologia.

Le immagini:

Peru1 (Foto grande):  Scheletro di balenotteride a Cerro los  Quesos, una delle località  in studio con il progetto PRIN (ci sono anche io nella foto)

Peru2:  Scheletro di delfino a Cerro Colorado, la località dove è stato scoperto il leviatano e che sarà oggetto di studio con il progetto PRIN

Peru3:  Scheletro di misticeto  nel deserto di Pisco

Peru4:  Cranio del leviatano (da sinistra a destra: G. Bianucci , O. Lambert)

Peru5:  Gruppo di ricerca che ha partecipato alla spedizione del luglio 2013. Da sinistra a destra: C. Tinelli, K. Gariboldi, M. Urbina, G. Bianucci, O. Lambert.

Peru6:  Gruppo di ricerca che ha partecipato alla spedizione del novembre 2010  (Bianucci al centro in alto).