Scoperto un nuovo misterioso antenato degli esseri umani moderni

Ci siamo incrociati con altre specie umane, ma siamo tutti figli di una sola migrazione Out of Africa

[26 Luglio 2016]

Dopo le recenti scoperte in Cina che potrebbero rivoluzionare la storia delle migrazioni e dell’evoluzione umana, lo  studio “Genomic analysis of Andamanese provides insights into ancient human migration into Asia and adaptation”, pubblicato su  Nature Genetics da un team di ricercatori catalani, spagnoli, indiani, britannici, cinesi e olandesi, annuncia un’altra scoperta riguardante il nostro albero evolutivo ed anche questa scossa a radicate convinzioni arriva dall’Australasia.

Gli scienziati dell’Instituto de Biología Evolutiva (Ibe), un centro dell’Universidad Pompeu Fabra (Upf) di Barcellona e del Consejo superior de investigaciones científicas (Csic) spagnolo, che hanno guidato il team internazionale, spiegano che è stato scoperto «Un nuovo tipo di ominide attualmente estinto che viveva nel sud-est asiatico. Questa specie, non descritta finora, è un antenato degli esseri umani come i neanderthal  e i denisovani e si è incrociato con gli esseri umani moderno decine di migliaia di anni fa». Secondo i  principali autori dello studio, Mayukh Mondal e Ferran Casals, dell’Ibe e della Upf, e Partha Majumdar, del National institute of bioMedical genomics dell’India i risultati dello studio «Confermano il potenziale della genetica per ricostruire il passato».

Infatti, l’analisi genetica di un gruppo di individui delle isola Andamane, un territorio indiano sperso nell’Oceano Indiano e ancora abitato da popoli autoctoni, degli aborigeni australiani e dei papuani, ha rivelato che il lo DNA contiene frammenti che non corrispondono a quelli presenti negli esseri umani moderni che lasciarono l’Africa 80.000 anni fa.  All’Ibe spiegano che «Confrontando queste sequenze con quelle dei neanderthal e dei  denisovani, gli scienziati hanno visto che sono chiaramente differenti». I ricercatori catalani hanno concluso che «Questo DNA appartiene a un ominide estinto che condivide un antenato comune con gli altri, ma che ha una storia differente. Questa è una nuova prova che il genoma umano contiene piccole quantità di informazioni provenienti da antenati estinti».

Queste sequenze di DNA non sono presenti nel genoma degli europei o degli asiatici orientali,  il che suggerisce che gli antenati degli andamanesi, degli aborigeni e dei papuani si sono incontrati e accoppiati  con un ominide misterioso nell’Asia del sud o nella regione del Pacifico e che quell’antenato ha lasciato loro un’eredità genetica che si riscontra anche nelle attuali popolazioni autoctone dell’area.

Jaume Bertranpetit, ricercatore capo dell’Ibe e docente all’Upf, evidenzia che «Avevamo già scoperto frammenti di DNA di ominidi estinti che formano parte del genoma degli esseri umani moderni. In un prossimo futuro speriamo di ottenere il genoma completo a partire da resti fossili».  Infatti, diversi team scientifici stanno già analizzando delle ossa che potrebbero corrispondere a questo ominide, che è forse l’Homo erectus. Circa 80.000 anni fa, in Africa l’Homo sapiens arcaico si è evoluto nell’uomo moderno e una piccola parte di quei nostri progenitori abbandonò il Continente per una migrazione lunghissima che ha dato origine a tutte le popolazioni umane-. Ma il team che ha pubblicato la ricerca su  Nature Genetics dice che «Ci sono dubbi sul fatto che i pigmei come gli andamanesi provengano da una migrazione iniziale alle quali sarebbero seguite altre migrazioni. Grazie alle sequenze del DNA ottenute con questo studio, è stato confermato che non è così e che il cosiddetto Out of Africa si è prodotto in una sola migrazione, dalla quale discendono tutti gli esseri umani moderni».

I reperti fossili indicano che H. erectus era presente in Asia tra gli 1,8 milioni e i 33.000 anni fa,  quindi non avrebbe potuto incrociarsi con gli esseri umani moderni durante la loro continua migrazione, «Ma non abbiamo alcuna prova diretta»,  dice Bertranpetit. La conferma richiederebbe una corrispondenza tra il DNA antico dell’H. erectus  e il DNA dalle  attuali popolazioni dell’Australasia.  L’australiano  Alan Cooper, dell’università di Adelaide, che non ha partecipato allo studio, sottolinea su New Scientist che «Sfortunatamente, nessuno dei fossili di H. erectus  rinvenuti fino ad oggi contiene dati genomici sufficienti per poter effettuare questo tipo di confronto. Fino a quando non troviamo uno scheletro che si sia conservato abbastanza bene, non saremo in grado di produrre  un intero genoma, come abbiamo fatto con i denisovani». Il genoma dei denisovani deriva da un osso ben conservato di un dito trovato in una grotta in Siberia, ma trovare fossili così integri è rarissimo, soprattutto nel clima caldo dell’sia-Pacifico: «Non potremo mai trovare un altro ominide così conservato in Asia», spiega Cooper.

A rendere ancora  più complicata la storia c’è la possibilità che più specie di ominidi sconosciute abbiano contribuito a  lasciare in eredità i frammenti di DNA misteriosi, «Non ne sarei sorpreso – aggiunge Cooper – l’Asia è un po’ un incubo in termini di numero di diversi gruppi che ci vvevano  all’incirca nello stessa epoca. L’Asia ha rivelato avere molte più forme di ominidi che l’Europa. Ci sono una marea di studi che escono ora sui genomi australiani e asiatici e tutti concludono la stessa cosa: ci fu un unico movimento out of Africa degli esseri umani moderni. Gli europei si diressero a ovest, e tutti gli altri si diressero ad est. E poi in Asia è diventato terribilmente complicato dal punto di vista degli spostamenti, perché ci sono stati diversi ominidi che fluttuano  in giro in quello spazio: denisovani, gli uomini di Neanderthal e ora questo terzo gruppo».

La teoria di una prima ondata migratoria era popolare tra i naturalisti e gli antropologi del XIX secolo, secondo i quali gli andamanesi e altri gruppi etnici di aree isolate del sud-est asiatico erano fisicamente simili ai pigmei africani. Queste popolazioni, vengono chiamate “Negritos” per la loro bassa statura, capelli neri e crespi e pelle scura, a, pelo negro y muy rizado y piel oscura. Ma il nuovo studio smentisce questa possibilità  e Bertranpetit la demolisce definitivamente: «Il genoma di queste popolazioni contiene frammenti di DNA dell’ominide estinto che abbiamo appena scoperto, però discendiamo tutti dallo stesso Out of Africa».

La bassa statura degli andamanesi non dipende da un effetto del fondatore – vale a dire che i primi abitanti di quell’arcipelago asiatico erano bassi e per questo lo erano anche tutti i loro discendenti – il team di ricercatori ha trovato prove genetiche che questa caratteristica dipende da un processo evolutivo di adattamento e di selezione naturale: «In una piccola isola, non c’è posto per l’intera catena trofica; quindi, i grandi predatori devono scomparire e gli animali al livello inferiore diventano più piccoli, il che da loro un vantaggio selettivo – conclude Bertranpetit – Questo studio fornisce prove genetiche conclusive si questo fenomeno, che ha dato origine ad animali come il Myotragus balearicus, una capretta di 40 cm  che viveva nelle isole Baleari, o gli elefanti di un  metro che vivevano in Sicilia. Gli attuali risultati potrebbero anche servire a spiegare la statura degli ominidi fossili dell’isola di Flores in Indonesia».