THE World University Rankings: la migliore è Oxford. Sant’Anna e Normale prime in Italia

Le due Scuole universitarie superiori federate di Pisa guadagnano posizioni tra le migliori 200 università al mondo

[12 Settembre 2019]

Secondo una delle più accreditate classifiche internazionali, THE Times Higher Education World University Rankings, appena pubblicata dalla rivista britannica indipendente specializzata nella valutazione e nella comparazione dei sistemi universitari internazionali, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore si confermano rispettivamente primo e secondo ateneo tra i 45 italiani che rientrano nel ranking,   In una nota congiunta i due atenei pisani spiegano che «Nella classifica riferita al 2020 – è pensata per le famiglie e gli studenti che si iscriveranno ai corsi universitari nel prossimo anno – le Scuole universitarie superiori di Pisa, da due anni riunite in Federazione di cui fa parte anche la Scuola IUSS di Pavia, occupano a livello mondiale la 149esima posizione (Sant’Anna) e la 152esima (Normale). Entrambe migliorano la performance e salgono, rispettivamente, di 4 e di 9 posizioni rispetto all’edizione 2019 del THE World University Rankings. Si tratta di un risultato ancora più apprezzabile a livello mondiale, considerando che le università valutate sono salite da 1258 a 1396, distribuite in circa 90 Paesi».

Il THE World University Rankings è una delle classifiche ritenute più autorevoli e attendibili e ai primi tre posti ci sono l’università di Oxford (UK), California Institute of Tecnology (Usa), università di Cambridge (UK). Nella top ten ci sono solo università statunitensi e britanniche e per trovare la prima di un altro Paese  – l’ETH Zurich – bisogna scendere fino al 13esimo posto. Le prime tre università asiatiche, le cinesi  Tsinghua e Pechino e la National University of Singapore, sono rispettivamente al 24esimo, 25esimo e 27esimo posto. La migliore università dell’Oceania è  quella di Melbourne (32esima). La prima università africana è quella di Stellenbosch, in Sudafrica, al 251esimo posto.

Ma THE World University Rankings fa notare che «Le università britanniche hanno subito un declin» e che «Nuovi dati rivelano che il divario finanziario tra il settore britannico e altri importanti sistemi di istruzione superiore si sta allargando». Se è vero che l’università di Oxford è in testa alla classifica per il quarto anno di fila, la maggior parte delle altre università britanniche registrano performance in calo e Cambridge , Imperial College London,  London School of Economics and Political Science e università di Edimburgo sono tutte retrocesse di un posto in classifica rispetto allo scorso anno.

Nella classifica totale di 1.400 università di 92 Paesi, il Giappone – pur non avendo punte di eccellenza assoluta, visto che la migliore università, Kyoto, si piazza al 65esimo posto – aveva già superato il Regno Unito come  secondo Paese più rappresentato al mondo dopo gli Usa e ora ha 110 università in classifica, mentre quelle britanniche sono 100. Ma Mentre le prime due università del Giappone, quelle di kyoto e Tokyo, sono rimaste relativamente stabili negli ultimi 5 anni, le altre università di spicco del Paese sono in costante calo. Al contrario di quelle cinesi che rafforzano le loro posizioni in classifica: nel 2016, cinque  università cinesi si erano piazzate tra il 200esimo e il 350esimo posto e ora sono tutte nella top 200, mentre altre 6 sono entrate nel gruppone delle prime 400, .

Oltre al trasferimento tecnologico e al livello dell’insegnamento, gli analisti di THE valutano la qualità della ricerca (“Research”), l’impatto delle citazioni scientifiche (“Citations”), l’internazionalizzazione dello staff accademico (“International outlook”), con metodi di ponderazione per limitare i diversi dimensionamenti delle università. La Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore sono comunque penalizzate dal confronto con istituzioni accademiche di dimensioni notevolmente maggiori, visto che per esempio il numero di citazioni non viene normalizzato in base alla “taglia” degli atenei, pur svettando ai primi posti al mondo (quarto e quinto, per l’esattezza) nella recente classifica del THE sulle “piccole università”.

Tra i parametri che hanno contribuito al successo della Scuola Superiore Sant’Anna, si segnalano «Il trasferimento tecnologico (parametro “Industry Income”) che la vede tra i primi cento atenei al mondo. Per la capacità di favorire la nascita di imprese spinoff, per i brevetti e, più in generale per la cosiddetta “terza missione” delle università, la Scuola Superiore Sant’Anna si attesta in 84esima posizione al mondo».

La Scuola Normale Superiore si conferma tra le prime cento università al mondo, 72esima, «come qualità della didattica (parametro Teaching). Notevole anche il miglioramento per la percentuale di studenti internazionali, come l’aumento delle citazioni, che testimonia il rilievo della ricerca alla Scuola Normale Superiore e spiega l’avanzamento di 9 posizioni».

In un commento congiunto, la rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, Sabina Nuti, e il direttore della Scuola Normale Superiore, Luigi Ambrosio, evidenziano che «Il THE World University Rankings premia anche in questa edizione la qualità delle nostre istituzioni. È incoraggiante constatare come gli atenei valutati continuino ad aumentare da un’edizione all’altra e come, nonostante questo incremento, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore riescano ad avanzare nella graduatoria: si tratta di un doppio successo. Ci gratifica constatare come siano riconosciuti la qualità della ricerca, l’impatto dell’innovazione e del trasferimento tecnologico e, dunque, il valore che queste attività rivestono per la formazione degli allievi. Sant’Anna e Normale sono due istituzioni pubbliche, oggi federate, diverse per storia ma complementari dal punto di vista scientifico, accomunate dal tratto distintivo di contribuire, per missione, alla valorizzazione del merito a tutti i livelli, quale volano di sviluppo per il nostro ‘Sistema Paese’ e non soltanto. Il livello di finanziamento universitario in Italia, da anni, risulta essere non certo equiparabile a quello di paesi come la Germania o la Francia. Tutto il sistema universitario soffre di questo cronico sottofinanziamento della ricerca. Pur con queste premesse, Sant’Anna e Normale guadagnano posizioni con le migliori realtà a livello mondiale e anche le 45 università del nostro paese in classifica dimostrano che c’è possibilità di fare sistema. L’auspicio è che questi risultati, nostri come degli altri atenei italiani, possano facilitare nuove politiche di bilancio per la formazione universitaria e la ricerca scientifica».