Un test rapido per la tubercolosi potrebbe rivoluzionare la sanità mondiale

Applicazioni anche per chlamydia, HIV, epatite, herpes, influenza A, norvirus e citomegalovirus

[20 Maggio 2015]

La tubercolosi (Tbc)  è una malattia infettiva che si diffonde nell’aria e che nel mondo causa un morto ogni 24 secondi.  In Italia, dove fino a non molti anni fa si registravano molti casi, è ritornata a far paura dopo che qualche xenofobo l’ha collegata all’arrivo dei migranti, paventando il pericolo di una nuova epidemia o di spese gigantesche a carico della sanità pubblica per curare gli “stranieri”.

In realtà nel 2013 ci sono stati tra 1,3 e 1,5 milioni di morti per Tbc, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, anche se i livelli di Tbc in alcuni quartieri  di Londra sono risultati tanto alti quanto quelli dell’Africa subsahariana e i ceppi resistenti ai farmaci stanno diventando sempre più comuni.

Come spiega il bollettino scientifico dell’Ue Cordis, «La prevalenza dei ceppi farmacoresistenti esercita un’enorme pressione sul personale sanitario, che deve fare una diagnosi più veloce e somministrare cure più mirate ai singoli pazienti».  Gli scienziati impegnati nel progetto Pathseek, finanziato con 5,9 milioni di euro dall’Unione europea, sono convinti di aver trovato una soluzione rivoluzionaria che «Si basa sul sequenziamento di tutto il genoma, che fornisce una sorta di “stampa” del codice genetico completo del paziente. Questo metodo permette al personale medico di individuare mutazioni della Tbc resistenti ai farmaci e quindi di offrire cure personalizzate più efficaci».

I ricercatori di Pathseek, promosso dall’University College London  che ha messo in piedi un consorzio che comprende  Oxford Gene Technology (UK), CLC bio (Danimarca) ed Erasmus Medical Centre (Olanda), sottolineano che «Un importante ostacolo, tuttavia, è stato il fatto che il sequenziamento del genoma può richiedere settimane. I campioni di DNA devono essere coltivati in laboratorio prima di avere abbastanza materiale genetico da misurare».  Il team di Pathseek  ha cercato un modo di velocizzare drasticamente questo metodo e dice che «Si fa estraendo campioni di muco e usando sonde fatte di molecole di acido ribonucleico (RNA), fabbricate per legarsi al DNA della Tbc. Questo metodo è stato testato su 34 campioni di routine presi da pazienti a Londra e in Lituania, dove i ceppi di Tbc resistenti sono un problema notevole».

E’ stato anche sviluppato un software di bioinformatica facile da usare per compiere una diagnosi veloce: «Usando questo software – dicono i ricercator su Cordis –  possono essere analizzati i dati sequenziati per rilevare una resistenza ai farmaci, il che aiuta a somministrare cure adeguate e permette di identificare tempestivamente i focolai della malattia. I potenziali benefici sono enormi. I pazienti non devono più aspettare fino a sei settimane per ricevere le cure giuste e il rischio di ulteriori infezioni è sostanzialmente inferiore, poiché l’identificazione dei batteri di TBC permette anche di prendere velocemente decisioni riguardo la quarantena».

Gli scienziati sono sicuri che «Il nuovo metodo permetterà ai ricercatori di monitorare in modo preciso la diffusione della Tbc. Il sequenziamento rapido renderà possibile identificare soggetti altamente infettivi – che sono a volte chiamati “super-contagiatori” ‒ aiutando in questo modo il personale sanitario a controllare e prevenire i futuri focolai della malattia. L’equipe spera di migliorare ulteriormente la tecnica e di renderla meno costosa per i paesi in via di sviluppo dove la Tbc farmacoresistente è più comune. Questa tecnica è stata applicata anche ad altre infezioni come chlamydia, HIV, epatite, herpes, influenza A, norvirus e citomegalovirus. Anche se molte infezioni si possono curare con antimicrobici, la resistenza è un problema mondiale in continuo aumento. Le tecniche diagnostiche che permettono di somministrare cure più precise più tempestivamente potrebbero aiutare a combattere la resistenza ai farmaci di un’ampia gamma di infezioni, non solo della Tbc».