Uno strumento per classificare il rischio di spillover dei virus

Una nuova app Web classifica il rischio di spillover per i virus rilevati di recente, come il Covid-19

[7 Aprile 2021]

Il SARS-CoV-2 (il Covid-19) ha mostrato al mondo con devastante chiarezza la minaccia che i virus non rilevati possono rappresentare per la salute pubblica globale. Ora SpillOver, una nuova app web sviluppata da scienziati dell’università della California – Davis (UC Davis), e alla quale hanno contribuito esperti di tutto il mondo, classifica il rischio di spillover tra fauna selvatica e uomo per i virus appena scoperti.

All’UC Davis spiegano  che «SpillOver è il primo strumento open source di valutazione del rischio che valuta i virus della fauna selvatica per stimare il loro spillover zoonotico e il potenziale pandemico. Crea efficacemente un elenco di virus scoperti di recente per aiutare i responsabili politici e gli scienziati sanitari a dare le priorità per ulteriori caratterizzazioni, sorveglianza e interventi di riduzione del rischio».

Lo strumento è collegato allo studio “Ranking the risk of animal-to-human spillover for newly discovered viruses”, pubblicato su PNAS da un team di ricercatori di UC Davis, Columbia University, Global Health, Smithsonian Conservation Biology Institute, EcoHealth Alliance, Metabiota e Wildlife Conservation Society, e che ha identificato i fattori di rischio virale, dell’ospite e ambientali più rilevanti per la diffusione del virus.  I ricercatori hanno quindi classificato il rischio derivante da 887 virus presenti nella fauna selvatica utilizzando i dati raccolti da una varietà di fonti, inclusi i virus rilevati dal progetto USAID Emerging Pandemic Threats PREDICT, guidato dall’One Health Institute dell’UC Davis dal 2009 al 2020.

I ricercatori californiani sottolineano che «In cima alla lista c’erano 12 patogeni umani noti, il che era previsto e convalida l’utilità dello strumento. E’ interessante notare che SpillOver ha classificato diversi coronavirus scoperti di recente come a rischio più elevato di spillover rispetto ad alcuni virus già noti per essere zoonotici. Questa lista di controllo include un nuovo coronavirus chiamato provvisoriamente PREDICT_CoV-35, che si è classificato tra i primi 20. La forza dello strumento sta nel fatto che è open source: più dati vengono inseriti, più solida è la classifica. SARS-CoV-2 è attualmente al secondo posto tra gli 887 virus analizzati, tra i virus Lassa ed Ebola».

Gli autori dello studio fanno notare che «Data l’attuale devastazione globale della pandemia, questo può sembrare controintuitivo. Lo strumento sta classificando il potenziale per un’altra ricaduta al di là di quanto è accaduto storicamente. Inoltre, rimangono da scoprire le informazioni chiave sulla SARS-CoV-2 e sul suo rischio di spillover, come il numero e la gamma delle specie ospiti. Man mano che gli scienziati apprendono di più su questo virus, è possibile che SARS-CoV-2 passerà al numero 1».

La principale autrice dello studio, Zoë Grange dell’One Health Institute e del Karen C. Drayer Wildlife Health Center della School of Veterinary Medicine dell’UC Davis, evidenzia che «SARS-CoV-2 è solo un esempio di molte migliaia di virus che ci sono in giro e che hanno il potenziale di passare dagli animali agli esseri umani. Dobbiamo non solo identificare, ma anche dare la priorità alle minacce virali con il maggior rischio di spillover prima che si verifichi un’altra devastante pandemia. Il nostro strumento SpillOver Viral Risk Ranking è il punto di partenza per la creazione di soluzioni proattive».

L’app web SpillOver è stata ispirata dalle valutazioni del rischio utilizzate da banche e compagnie assicurative e crea un punteggio “simile al credito” per i virus esaminando i principali fattori di rischio e li utilizza per dare la priorità a quelli che rappresentano le maggiori minacce potenziali per la salute umana attraverso una watchlist. Gli utenti possono personalizzare la watchlist in base al Paese.

All’UC Davis ricordano che «I precedenti strumenti di classificazione dei virus erano limitati per il numero o per i tipi di virus analizzati, tenendo conto dei fattori di rischio minimi. SpillOver considera 32 fattori di rischio relativi al virus e agli ospiti, inclusi l’ambiente e i comportamenti umani. Comprende anche 25 diverse famiglie virali, dai coronavirus alla famiglia virale che causa gli ebolavirus».

SpillOver produce per ciascun virus un rapporto dettagliato sui rischi e il suo strumento “Risk Comparison” consente agli utenti di confrontare e contrastare i virus classificati, oltre a filtrare i virus attraverso una selezione di attributi chiave, tra cui specie di virus, specie ospitanti e Paese di rilevamento.

In quanto strumento open source, SpillOver fornisce una piattaforma vivente per la classificazione continua del rischio di spillover. Utilizzando l’applicazione “Rank Your Virus”, gli scienziati possono fornire dati sui virus esistenti o valutare il rischio di nuovi virus.

L’autrice corrispondente, Jonna Mazet, dell’UC Davis School of Veterinary Medicine, direttrice e fondatrice dell’One Health Institute ed ex direttrice globale di PREDICT, spiega a sua volta che «Questo strumento ha lo scopo di avviare una conversazione globale che ci consentirà di andare ben oltre il modo in cui pensavamo di classificare i virus in passato e consentire la collaborazione scientifica in tempo reale per identificare tempestivamente nuove minacce. SpillOver può aiutare a far progredire la nostra comprensione delle minacce virali alla salute e consentirci di agire per ridurre il rischio di spillover prima che le pandemie possano prendere fuoco».

SpillOver coinvolge gli scienziati che stanno scoprendo virus e consente loro di collaborare nel ramework One Health che si concentra non solo sulle caratteristiche virali ma anche su tutte le circostanze presenti nelle aree ad alto rischio di insorgenza di malattie.  All’Uc Davis concludono: «Questo consente allo strumento di essere un catalizzatore per identificare e classificare rapidamente i virus scoperti di recente e le loro interfacce di trasmissione animale-uomo. Questo cambio di paradigma può facilitare la collaborazione precoce, oltre i confini disciplinari e nazionali. Identificare e classificare i virus per i rischi per la salute umana può aiutare gli scienziati a identificare i punti critici di controllo e ad affrontare i comportamenti umani che mettono gli esseri umani e gli animali a rischio di nuove infezioni virali».