Vaccinazioni in Italia sotto il 95%: a rischio diffusione epatite, difterite, tetano e poliomelite

Simit, ancora casi di morbillo e rosolia. Per l'Oms situazione "preoccupante"

[2 Novembre 2015]

Secondo il presidente della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), Massimo Andreoni, «La temibile epidemia da meningococco occorsa in Italia e soprattutto in Toscana, i 150 casi di morbillo e i 32 casi di rosolia registrati nei primi nove mesi di quest’anno, sono tutti dati tangibili del rischio epidemico di queste malattie. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, per alcune malattie si è abbassata la soglia ritenuta indispensabile per ritenerle non trasmissibili. Il 95% di vaccinazioni, tetto richiesto perché il microorganismo o il virus non circoli, non è raggiunto. Questo significa che se il virus o microorganismo dovesse arrivare in Italia il propagarsi dell’infezione sarebbe possibile».

Mentre sui social network impazza il dibattito (e le bufale) sui vacciniil SIMIT ricorda  quali sono le malattie a rischio: «L’epatite, la difterite, il tetano, la poliomelite: tutte queste sono malattie che richiedono una vaccinazione obbligatoria, e proprio queste sono quelle che non raggiungono il 95% richiesto per fermarle. » E Andreoni Sottolinea: «Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità  ha confermato che in Italia c’è un dato “preoccupante” sulla riduzione del numero dei soggetti vaccinati. L’Italia non riesce a raggiungere né per il morbillo né per la rosolia quel progetto di eradicazione dell’infezione  che la Comunità Europea ha richiesto di raggiungere. Negli altri Paesi Europei i casi sono azzerati, in Italia ancora no».

La SIMIT non ha dubbi sull’efficacia e la necessità delle vaccinazioni, anche perché «Bisogna ricordare che la prevenzione delle malattie infettive costituisce uno dei principali obiettivi della Sanità Pubblica e che le vaccinazioni rappresentano in tal senso un’arma eccezionalmente valida. Grazie all’utilizzo dei vaccini è stato debellato il vaiolo, sono quasi scomparsi il tetano, la poliomielite, la difterite e sono state notevolmente ridotte malattie virali come l’epatite B, il morbillo, la rosolia, la parotite e le malattie batteriche come la meningite».

Ma Andreoni è consapevole del dibattito in corso su canali esterni alle istituzioni scientifiche e con argomenti che spesso vengono imprudentemente divulgati dalle televisioni pubbliche e private e dalla stampa: «Paradossalmente però le vaccinazioni sono “vittime del loro successo – chiosa il Professore – per le patologie che sono state debellate o sensibilmente ridotte si è ridotta la percezione della loro gravità, mentre vengono amplificati dal web messaggi allarmanti e preoccupanti sull’utilizzo dei vaccini e vengono diffuse notizie prive di fondamenti scientifici. Un esempio per tutti la correlazione tra autismo e vaccinazioni dell’infanzia è stata definitivamente dimostrata essere falsa».

Gli scienziati e i medicio sono quindi preoccupati per lo scetticismo che si è creato intorno alle vaccinazioni  che, secondo i dati trasmessi dall’Istituto di Superiore di Sanità, sta già creando problemi nel nostro Paese, con un calo significativo delle vaccinazioni. Il presidente della SIMIT conclude: «La campagna mediatica dello scorso anno sulle morti legate alla vaccinazione anti-influenzale ha portato un incremento della mortalità per cause respiratorie nella scorsa stagione invernale. L’informazione sarà una delle priorità del programma del Ministero della Salute con un nuovo piano di prevenzione vaccinale. Certamente da parte di tutti i medici si deve esercitare un’opera di convincimento al fine di evitare che tassi di vaccinazione insufficienti possano portare alla recrudescenza in forma epidemica di malattie ormai quasi del tutto debellate nel nostro Paese».