Stop Ttip, grazie alla società civile slitta il voto del Parlamento europeo sul trattato

[10 Giugno 2015]

Oggi il Parlamento europeo di Strasburgo avrebbe dovuto esprimersi sulla Risoluzione Lange, il documento di indirizzo dell’Europarlamento che dovrebbe rivedere le linee guida del mandato negoziale per il Ttip, l’avversato Trattato transatlantico di liberalizzazione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Una votazione che è però stata rimandata a data da destinarsi, grazie alla frattura avvenuta nel gruppo dei Socialdemocratici, merito della mobilitazione della società civile.

Lo ha deciso il presidente Schulz, applicando l’articolo 175 del regolamento del Parlamento Europeo, dopo essersi consultato con il presidente della Commissione commercio internazionale (Inta).  Il dibattito sul Trattato transatlantico di stamane a Strasburgo è così stato annullato, tra le proteste di alcuni eurodeputati che hanno indossato le t-shirt della campagna Stop Ttip Italia.

Gli oltre 120 emendamenti presentati tornano in Commissione commercio internazionale (Inta) con il tentativo di cancellarne alcuni. Per Stop Ttip Italia, la coalizione italiana che si oppone al negoziato «l’annullamento del dibattito di stamane all’europarlamento dimostra quanto gli spazi di discussione sul Ttip siano limitati. Continueremo le mobilitazioni fino alla sospensione dei negoziati, monitorando l’operato dei nostri Europarlamentari fin dalle prossime settimane».

Dopo l’appello di numerosi esperti delle Nazioni Unite, che ha sottolineato il forte rischio che un trattato come il Ttip possa impattare pesantemente sui diritti umani, nei giorni scorsi anche Pierre Degraigne, direttore onorario della Commissione europea e già assistent director alla Commissione commercio dell’Ue,  in un intervento al Parlamento belga, ha sottolineato come l’impatto del Ttip su crescita e occupazione sia tutt’altro che certo; potrebbe infatti creare forti asimmetrie interne all’Unione europea, mettendo a rischio Pmi e occupazione, oltre che impattare negativamente su modello sociale europeo e agricoltura europea. «Dopo Stiglitz e Krugman e la senatrice democratica Warren negli Stati Uniti, anche in Europa aumentano le voci critiche per un trattato negoziato a uso e consumo degli interessi economici che contano», ha dichiarato Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop Ttip Italia.

La mobilitazione di questi giorni di cittadini e reti di movimento, grazie ai 2 milioni di firme raccolte e alla pressione diretta della società civile sui parlamentari europei, ha certamente giocato un ruolo fondamentale nel rinvio odierno, che rappresenta un primo segnale positivo. Ancora molto rimane da lavorare, ma la richiesta resta immutata: nessun accordo è meglio di un pessimo accordo.