Campo nell’Elba: «Un piano con una visione superata del territorio, dell’ambiente e dell’economia»

Le Osservazioni di Legambiente Arcipelago Toscano al nuovo Piano operativo del Comune

[6 Marzo 2020]

Legambiente Arcipelago Toscano ha inviato al Sindaco del Comune di Campo dell’Elba e alle altre Istituzioni interessate le osservazioni sul Nuovo piano operativo comunale e variante al piano strutturale. Eccole:

 

CONSIDERAZIONI GENERALI

Il Nuovo piano operativo comunale e variante al piano strutturale del Comune di Campo nell’Elba sembrano in contrasto per diversi aspetti con le previsioni del piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico della Regione Toscane e con le normative urbanistiche della stessa Regione che prevedono una riduzione fino allo zero del consumo di suolo e una “densificazione” dell’abitato. Il Piano operativo comunale e variante al piano strutturale del Comune di Campo nell’Elba prevedono infatti una espansione urbanistica e la realizzazione puntiforme e selvaggia di cosiddette “prime case” – una definizione urbanistica priva di riscontro sia nella realtà che nel diritto – che vanifica ogni qualsiasi reale programmazione urbanistica, interviene in un territorio dove la percentuale di seconde, terze e quarte case è altissima e nel quale l’emergenza abitativa è ridotta a poche famiglie che comunque non sarebbero in grado di accedere al mercato immobiliare né di costruirsi una casa in autonomia. Le prime case, rischiano di trasformarsi – come avvenuto in passato a Campo nell’Elba e in altri Comuni elbani – in un nuovo consumo di suolo che alimenta una necessità in gran parte artificiosa e che espande ulteriormente il costruito e perpetua un’economia parassitaria basata sulla rendita e che mostra ormai da anni i segni di una profonda e irreversibile crisi.

Infatti, un altro aspetto che balza agli occhi da uno sguardo generale al Piano Operativo è un forte aumento di consumo di suolo, spesso in zone ad alto rischio idraulico o idrogeologico, con una diffusa realizzazione di nuove “prime case”, ampliamenti di unità abitative, commerciali , artigianali e ricettive, recupero di ruderi in zone rurali, realizzazione di un nuovo centro commerciale, di un parco tematico con 500 metri quadri di servizi e di un polo sportivo privato. Un consumo di suolo che, intervenendo e “indurendo” sul territorio che si asserisce di voler mettere in sicurezza dal punto di vista idrogeologico ne muta le caratteristiche, creando nuove situazioni di insicurezza.

Tutto questo assolutamente non è giustificato né dalle esigenze della popolazione e del territorio, non tiene conto delle risorse disponibili e degli effetti del cambiamento climatico che hanno già duramente colpito il territorio del Comune di Campo nell’Elba con i due alluvioni del 2002 e del 2011, mentre un recente studio del CNR evidenzia che la spiaggia di Marina di Campo (ma anche altre del Comune che presentano già evidenti e frequenti fenomeni erosivi, come Cavoli e Seccheto) rischia di essere sommersa dall’innalzamento del mare entro pochi decenni.

Tutto questo è assente nel Piano che non prevede nessuna vera misura di mitigazione e adattamento climatici (per gli interventi post-alluvioni si può infatti parlare di tardive misure “risarcitorie”) e nel quale si nota una scarsa attenzione per gli interessi generali della cittadinanza che spesso vengono sacrificati a favore di interessi privati, con misure e interventi pubblici ad hoc.

A conferma di questo si nota la disattenzione verso ogni esigenza e struttura di tipo sociale a beneficio della cittadinanza, come la totale assenza nel Piano di spazi di aggregazione culturale per le fasce più fragili della popolazione, i giovani e gli anziani.

Inoltre, il Processo di partecipazione via web non è stato garantito appieno a causa di una modalità di accesso ai documenti del Piano farraginose, con alcuni file impossibili da aprire senza essere dotati di programmi particolari che in genere usano solo i tecnici e quindi “respingenti” sia per i semplici cittadini che per le associazioni.

PRIMA CASA. Visto l’andamento demografico della popolazione residenziale che dal 2014 al 2018 è stabile (vedi RA – sintesi non tecnica pag. 21) non è giustificata la previsione di aumento di costruzione di nuove abitazioni, anche se definite impropriamente “prima casa”. Si fa notare che il bisogno di “prima casa” – stabilito da precedenti strumenti urbanistici anche in base a incrementi demografici previsti simili a quelli del Bangladesh che naturalmente non si sono verificati – dovrebbe essere stato più che ampiamente soddisfatto nei precedenti, estesi e sovradimensionati, piani di edilizia economica e popolare infatti molti appartamenti del PEEP sono poi finiti nel mercato immobiliare turistico – direttamente in vendita nelle agenzie o addirittura su e-bay – e sono diventati seconde case. Si invita comunque a verificare che, le eventuali richieste di costruzioni di “prima casa” non provengano da chi ha usufruito della concessione di case PEEP e a verificare la reale necessità del nucleo familiare.

ASILO INFANTILE, In relazione alla previsione della realizzazione di un asilo infantile in via del Lentisco si evidenzia che la zona scelta non è dotata di opere di urbanizzazione primaria e si trova in zona di alta pericolosità idraulica ed è servita solamente da una stretta strada sterrata. Essendo favorevoli alla realizzazione di un asilo infantile comunale, si invita a individuare un’area alternativa in una zona di minore rischio, che non necessita ex novo della creazione di infrastrutture e t reti di servizio e limitrofa al centro abitato di Marina di Campo.

NUOVO INSEDIAMENTO COMMERCIALE, Considerato l’andamento stabile del numero di residenti dal 2014 al 2018 (vedi RA – sintesi non tecnica pag. 21) e la presenza turistica in calo (vedi RA – sintesi non tecnica pag. 22) non si vede la necessità di un nuovo insediamento commerciale. Anche se nelle intenzioni del Piano si tratterebbe di una rilocazione di attività commerciale già esistente a parità di superficie di vendita, è chiaro che si andrebbe nella direzione opposta alla cessazione di consumo di suolo in un’area ad elevata pericolosità idraulica che non a caso si chiama “Lo Stagno”. Inoltre non esistono al momento garanzie sulla futura destinazione degli spazi che si libereranno da questo trasferimento. Questo oltretutto determinerebbe anche uno spostamento importante dell’asse commerciale di Marina di Campo sempre più all’esterno della zona urbana con ulteriore probabile impoverimento e gentrificazione del centro storico e un impatto insostenibile sulle piccole attività commerciali, il tutto in una congiuntura economica non proprio brillante e con presenze in calo costante nell’ultimo decennio, come evidenzia bene lo stesso Piano. Inoltre si ricorda che sull’area in oggetto inoltre gravano vincoli sovraordinati che vanno assolutamente rispettati: il rispetto della distanza dal depuratore di mt. 100 di inedificabilità assoluta; area di rispetto dai corsi d’acqua mt. 150; la pericolosità idraulica molto elevata tanto che la legge prevede la costruzione di casse di espansione che, se realizzate dal pubblico avrebbero come effetto quello di favorire l’insediamento di una grossa attività privata.

TERRITORIO APERTO EST – STRUTTURE TURISTICO RICETTIVE EST. La realizzazione di un parco tematico acquatico non costituisce affatto, come asserito, un’alternativa al turismo balneare. In realtà quello che si propone è la riconferma di un modello di offerta turistica superato e che sarebbe un “doppione” rispetto all’altro centro acquatico in via di completamento a Portoferraio (ex Elbaland), a pochi chilometri in linea d’aria. Inoltre, la previsione insiste in una zona ad altissimo rischio idraulico e che conserva ancora importanti emergenze ambientali, faunistiche e della flora, per le quali le ipotetiche opere di “compensazione” previste non sembrano adeguate e in qualche caso contribuirebbero a snaturare completamente il luogo e ad artificializzare e interrompere gli habitat. Inoltre, così come per altre opere previste dal Piano, si fa presente che la realizzazione di un Parco tematico di questo tipo comporterebbe un notevole consumo di acqua dolce in un’isola con problemi di grave carenza idrica. Una risorsa, quella idrica, alla quale il Piano sembra riservare scarsissima o nulla attenzione.

AREA SPORTIVA. Non si ritiene utile la realizzazione di un’area sportiva privata adiacente ad una zona sportiva comunale in un luogo ad alto rischio idraulico, dove non è possibile rispettare la distanza di 150 mt dal fosso e ubicata su una strada di grande traffico durante il periodo estivo e adiacente all’aeroporto. Inoltre, si invita a non prevedere nel Piano nuove piscine private alimentate da acqua dolce e a concordare con le altre amministrazioni comunali elbane la eventuale realizzazione di una piscina comprensoriale, tenendo conto anche del suo forte costo di gestione.

TERRITORIO APERTO OVEST – LE CAVIERE. Ci si chiede perché nel Piano Operativo appare “Recupero e riqualificazione del complesso turistico e ricettivo esistente anche mediante interventi di riorganizzazione morfologica, architettonica e funzionale” quando questo progetto è già in via di realizzazione da alcuni anni, in una zona ad alto rischio idrogeologico e strapiombante su una strada provinciale, con un forte impatto paesaggistico e con la definitiva compromissione di un ambiente che presentava caratteristiche uniche. Si invita l’Amministrazione Comunale a condizionare non solo qualsiasi nuova previsione, ma anche il proseguimento dei lavori all’abbattimento immediato dei vecchi edifici delle Caviere e a non consentire un loro qualsiasi tipo di recupero/trasformazione e variazione d’uso.

Legambiente Arcipelago Toscano chiede quindi che siano annullate o riviste le previsioni non necessarie alla realizzazione di strutture e iniziative pubbliche indifferibili nelle aree a elevato rischio idraulico e che vengano accolte le presenti osservazioni per quanto riguarda le UTOE e le previsioni generali del Piano, in particolare per quanto concerne il consumo di suolo e il rispetto delle normative regionali e dei vincoli sovraordinati.

di Legambiente Arcipelago Toscano