Goletta Verde: coste delle Marche attaccate da consumo di suolo, erosione, rifiuti e mala depurazione

Legambiente: «La Regione fissi un vincolo di inedificabilità assoluta a un Km dalla costa»

[5 Agosto 2016]

Goletta Verde ha presentato oggi a Civitanova Marche il Rapporto Ambiente Italia 2016, dal quale emerge che «La trasformazione del paesaggio costiero marchigiano ha conosciuto negli ultimi decenni un’ascesa costante ed inesorabile: dei suoi 180 km di lunghezza, già fortemente provati dagli effetti dei cambiamenti climatici, le Marche contano ben 119,8 km urbanizzati e spariti per sempre sotto il cemento, principalmente a di complessi turistici, case singole, porti ed infrastrutture. Il 21,5% della costa, cioè 38,8 chilometri, è interessato da fenomeni erosivi attualmente in espansione. L’habitat marino è costantemente messo alla prova dall’inquinamento e da scarichi non depurati, mentre la plastica continua a colonizzare spiagge e fondali marini».

Ma gli ambientalisti sottolineano che «Nonostante ciò le politiche regionali continuano ad annaspare e si rende sempre più necessario un piano integrato per salvare la costa marchigiana» e ribadiscono la richiesta alla Regione Marche di « tutelare questo enorme patrimonio, rivedendo il Piano Paesaggistico e fissando un vincolo d’inedificabilità assoluta entro un chilometro dalla costa».

Per quanti riguarda il consumo di suolo, lo studio dettagliato condotto da Legambiente sullo stato di salute delle coste italiane per le Marche ha evidenziato che sono «libere dal cemento quasi solamente le aree preservate dal lavoro svolto dalle aree protette formate dal Parco Regionale del Monte Conero e dal Parco Regionale del Monte San Bartolo, che anche grazia alla morfologia montuosa hanno fatto da freno al cemento. I 28 chilometri di aree agricole e i 14 di aree ancora naturali si rischia che finiscano cancellati dalla continua saldatura tra i centri se non si interviene con una chiara normativa di tutela».

Legambiente Marche evidenzia che «Non va meglio sul fronte della depurazione dove sulle Marche pesano sentenze di condanna da parte della Commissione Europea per il mancato rispetto della direttiva 91/271 sulla depurazione degli scarichi civili. Inoltre, Legambiente ha realizzato un’attività di monitoraggio della beach litter, con Goletta Verde che viene raccontata nel volume, e che dimostra come serva una strategia per ridurre i rifiuti portati dai fiumi e quelli prodotti dalle attività presenti nel Mediterraneo».

La presidente di Legambiente Marche, Francesca Pulcini, evidenzia che «Le nostre coste hanno bisogno di una politica integrata che tenga conto di tutte le difficoltà e fragilità che interessano il litorale marchigiano Per il futuro della costa e di tutte le Marche dobbiamo seguire la strada intrapresa dai modelli di gestione delle aree protette costiere, che hanno permesso di preservare il nostro paesaggio, la nostra biodiversità e di lavorare sul turismo di qualità e attento all’ambiente. Inoltre, nelle Marche abbiamo due straordinarie opportunità di valorizzazione ambientale e turistica che aspettano purtroppo da troppo tempo, le due aree marine protette del Conero e del Piceno, che torniamo a sollecitare alla Regione e agli enti locali. Inoltre, per preservare la nostra costa, crediamo che sia fondamentale porre un vincolo di inedificabilità assoluta per almeno un chilometro dal mare. Questi dati non lasciano dubbi è necessario accelerare il passo e prendere provvedimenti seri e urgenti per la tutela della nostra costa e del mare.

Nelle Marce le opere infrastrutturali e le industrie occupano 13 km di costa mentre i km di paesaggio urbano molto denso sono 51,  e 33 km di litorale sono occupati da insediamenti abitati con bassa densità che si susseguono quasi ininterrottamente lungo la linea di costa. Solo 33 km costieri possono ancora essere considerati paesaggi agricoli e 39 km paesaggi naturali.

Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde, conclude: «Le coste sono uno straordinario patrimonio del nostro Paese che dobbiamo liberare dalla pressione di cemento e inquinamento. Il Rapporto Ambiente Italia presenta una fotografia di questi impatti con dati davvero inquietanti e studi che dimostrano come sia possibile invertire questa situazione attraverso un cambio delle politiche. Proprio la sfida che i cambiamenti climatici pongono alle aree costiere del Mediterraneo, con impatti significativi sugli ecosistemi, sulla linea di costa e sulle aree urbane, deve portare a una nuova e più incisiva visione degli interventi. Occorre rafforzare la resilienza dei territori ai cambiamenti climatici e spingere verso la riqualificazione e valorizzazione diffusa del patrimonio costiero».