Prevenzione del terremoto in Toscana: bando da 22 milioni per adeguamenti sismici

Rossi: «Ma con patto stabilità difficile spenderli». E la “Legge Marson” è all’avanguardia

[26 Agosto 2016]

Ieri sera il presidente della Regione Toscana Enrico  Rossi ha annunciato che «Presto sarà emesso un bando da 22 milioni di euro per la messa in sicurezza sismica degli edifici toscani. Il 20 per cento della somma sarà destinato ai privati, il resto sarà utilizzato per gli edifici pubblici e prioritariamente destinato alle zone a più alto rischio che sono la Garfagnana e l’Appenino».

Rossi ha ricordato che «Negli ultimi trent’anni la Toscana ha speso 161 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza sismica – racconta il presidente della Regione Enrico Rossi ai giornalisti in conferenza stampa – Di questi 30 milioni erano risorse regionali: l’abbiamo fatto fino al 2012, ovvero fino a quando i vincoli e lacci del patto di stabilità non si sono fatti stretti. In pratica abbiamo speso 5,2 milioni l’anno e dunque possiamo dire che i compiti a casa li abbiamo fatti, anche se è una frase che non mi piace molto».

Il presidente della Regione ha detto che qualche scarsa risorsa c’è,  ma c’è anche un grosso problema: «Dopo il 2012 dal governo sono arrivati 22 milioni. Ma anche spendere quei 22 milioni, che pur sono ben poca cosa rispetto al fabbisogno, diventa un problema con i vincoli del patto di stabilità. Serve un piano decennale serio ed occorre togliere dalla contabilità gli investimenti per la prevenzione».

Nel dettaglio dal 1986 al 2014 la Regione Toscana dice di aver  ha speso «110 milioni per sistemare 408 scuole e 51 milioni per 202 edifici pubblici giudicati strategici. In tutto, appunto, 161 milioni. Dopo l’ordinanza del 2003 della Protezione civile che ha imposto la valutazione della sicurezza sismica degli edifici pubblici strategici, sono state censite 1300 strutture pubbliche. Si tratta di ospedali, caserme, scuole, sedi istituzionali o palestre dove accogliere sfollati. Gli ospedali sono già tutti a posto, grazie agli ingenti investimenti degli ultimi anni. Rimane da sistemare solo quello di Borgo San Lorenzo, per il quale sono comunque in corso lavori di consolidamento statico dei solai per 700 mila euro ed è in corso l’appalto per la progettazione del nuovo ospedale. Al netto degli edifici sanitari dunque, dei 1300 edifici pubblici strategici e rilevanti 257 (il 20 per cento) risultano già adeguati. Altri 425 edifici sono oggetto di interventi di messa in sicurezza sismica di cui. In particolare 74 vedono interventi in corso, 38 sono pronti a partire appena trovata la copertura finanziaria, 63 sono finanziati in parte e in attesa del progetto definitivo, per 250 infine si aspettano le verifiche per accertare l’effettiva necessità». Rossi aggiunge che «Secondo un calcolo ne resterebbero da mettere in sicurezza 650 per i quali sarebbe necessario un fabbisogno di 500 milioni».

E ora viene fuori che la tanto contestata legge regionale per il governo del territorio del 2014 presentata dall’assessore Anna Marson, era all’avanguardia anche in questo campo, visto che ha imposto a tutti i Comuni di adeguare i propri regolamenti urbanistici per renderli coerenti con gli strumenti di prevenzione sismica. «In pratica – spiegano in Regione – ciascun Comune, nel momento in cui è chiamato a rinnovare il proprio piano regolatore e i regolamenti collegati, deve effettuare studi dettagliati sulla sicurezza sismica del territorio (la cosiddetta microzonazione) al fine di individuare le zone più critiche anche per la valutazione di eventuali amplificazioni dovute a situazioni geologiche e morfologiche locali. Le sole mappe regionali a grande maglie a volte non sono sufficienti. Al momento 130 Comuni hanno già adeguato i propri piani regolatori e provveduto alla mappatura di dettaglio: 80 con fondi pubblici, 50 con fondi propri. Tra questi ci sono tutti e dieci i capoluoghi di provincia. Per 40 le valutazioni sono in corso, mentre 109 devono ancora adeguare i propri regolamenti».