Il Mediterraneo si svuota: il 96% degli stock ittici europei nell’area è già sovrasfruttato

A Catania, gli ambientalisti chiedono alla Commissione Ue l’adozione immediata di misure a contrasto

[9 Febbraio 2016]

Secondo rilevazioni già note alla Commissione europea (e basate su dati 2013), il 96% degli stock ittici europei nel Mar Mediterraneo risultano già eccessivamente sfruttati. Le associazioni ambientaliste presenti oggi a Catania al Seminario di alto livello sullo stato degli stock ittici del Mediterraneo, organizzato dalla Commissione Ue e con la presenza del commissario per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca Karmenu Vella, ripartono da questa amara verità per chiedere l’immediata implementazione di misure a contrasto.

«Anni di inadeguatezza politica e gestionale hanno determinato il collasso delle risorse del  Mediterraneo e messo in ginocchio l’intero settore della pesca –  dichiarano i rappresentanti di Greenpeace, Legambiente, Marevivo, MedReAct, Archipelagos, Fundacio ENT e Oceana – Servono scelte politiche forti e in linea con i pareri scientifici. Condividiamo gli obiettivi di sostenibilità che il commissario Vella ha dichiarato di voler perseguire e chiediamo alla Commissione di adottare subito misure di emergenza che possano anche prevedere la  sospensione temporanea delle pratiche di pesca sugli stock ittici a rischio – come ad esempio il nasello e le acciughe –  e contemporaneamente di mettere in campo azioni di lungo termine quali piani di recupero, la creazione di aree di ripopolamento e la lotta alla pesca illegale. Solo così si consentirà il recupero  degli stock entro il 2020, come previsto dalla Riforma della Politica Comune della Pesca».

In una dichiarazione congiunta, gli ambientalisti chiedono in particolare al commissario Vella di predisporre le seguenti azioni prioritarie di lungo termine: Stabilire misure di emergenza e piani di ricostituzione degli stock europei per i quali la mortalità per pesca ha raggiunto livelli insostenibili, come ad esempio per il nasello e i piccoli pelagici; Promuovere in ambito ICCAT un piano di recupero per il pesce spada del Mediterraneo; Stabilire limiti di cattura e dello sforzo di pesca basati sui pareri scientifici  e garantire che i tassi di sfruttamento siano commisurati con il recupero degli stock ittici al di sopra dei livelli di biomassa del RMS (Rendimento Massimo Sostenibile); Adottare misure appropriate al fine di bilanciare la capacità di pesca con le effettive possibilità di pesca, per  fermare la pesca eccessiva entro il 2020, al più tardi; Proteggere le aree sensibili, come le aree di nursery, le zone di riproduzione e gli ecosistemi marini vulnerabili, attraverso l’applicazione di misure spaziali (no-take zone e riserve marine); Rafforzare i controlli in mare e a terra e applicare sanzioni dissuasive; Stabilire o aggiornare la taglia minima di riferimento per la conservazione (MCRS) per tutti gli stock ittici commerciali dell’UE, in linea con i pareri scientifici e coerente con i target biologici; Applicare pienamente la clausola di condizionalità del Fondo Europeo per le Attività Marittime e la Pesca(FEAMP), che prevede che gli operatori coinvolti in attività di pesca illegali non possano accedere ai fondi pubblici per la pesca.