Oceana e Wwf: il piano Ue per il Mediterraneo consentirà la pesca a strascico nelle aree di riproduzione di Spagna, Francia e Italia

[5 Aprile 2019]

A Oceana e Wwf non piace il piano pluriennale per la pesca demersale nel Mediterraneo occidentale approvato ieri dal Parlamento europeo. Secondo Giuseppe Di Carlo, direttore della Wwf Mediterranean Marine Initiative, «La decisione del Parlamento europeo di utilizzare fondi pubblici per aumentare la capacità di pesca dell’Ue è una seria minaccia per il Mediterraneo, dove la maggior parte degli stock ittici è già sovrasfruttata e ciò non solo metterà a rischio le nostre limitate risorse marine, ma molte comunità di pescatori locali. Lavoriamo già con molte comunità di pescatori in tutta la regione per sviluppare pratiche più sostenibili e innovative e redditi alternativi per ridurre il loro sforzo di pesca: questo è il posto dove investire denaro pubblico se vogliamo seriamente salvare il nostro mare»,
Oceana deplora le incertezze politiche che riemergono ogni volta che si tratta di intervenure sul mare con più sovrasfruttamento del mondo, il ripristino degli stock ittici impoveriti e la restrizione della pesca a strascico. María José Cornax, direttrice della strategia politica di Oceana Europa ricorda che «La pesca nel Mediterraneo è un far West e questo sta portando a una crisi ambientale. Le autorità sanno qual è il percorso della sostenibilità, perché l’hanno già seguita per il recupero della pesca atlantica. Le timide misure approvate dal Parlamento europeo sono un passo necessario, ma abbiamo bisogno di più per salvare la pesca nel Mediterraneo».
A differenza del Wwf «Oceana ritiene che il piano sia un passo nella giusta direzione, dato che per la prima volta identifica il quadro di gestione della pesca di Spagna, Francia e Italia. Tuttavia, il Mediterraneo è lontano dal liberarsi dalla sovra-pesca, con oltre l’80% degli stock ittici che soffrono di questa situazione».
Marta Carreras, una scienziata marina di Oceana, spiega: «Abbiamo stimato che, grazie alla flessibilità che introduce il Piano, lo sforzo della pesca a strascico potrebbe aumentare fino al 35% in Spagna. Pertanto, è essenziale che il ministero dell’agricoltura e della pesca attuai il piano in modo restrittivo, per garantire l’effettiva riduzione in l’impatto della pesca sugli ecosistemi e impedendo così che l’Unione europea sia costretta a prendere misure di emergenza, ivi comprese le chiusure attività di pesca che sono a rischio di collasso».
Una delle principali deroghe introdotte dai colegislatori europei è quella di allentare le restrizioni sulla pesca a strascico nelle zone costiere. «La flessibilità offerta alla flotta da pesca a strascico supera di gran lunga i potenziali benefici per l’ambiente – denuncia Oceana – Il primo piano pluriennale dell’Ue nel Mediterraneo occidentale entrerà in vigore il 1° gennaio 2020. Sarà quindi responsabilità dei governi di Spagna, Italia e Francia attuare misure efficaci per limitare la distruttiva pesca a strascico di fondo, proteggere i giovanili e i riproduttori e garantire la protezione degli habitat sensibili».