Zambia: un sistema per tracciare le attività minerarie e lottare contro i flussi finanziari illeciti

Unctad: i Paesi africani rapinati di 88,6 miliardi di dollari ogni anno

[5 Ottobre 2020]

Il Mineral Output Statistical Evaluation System (Moses), un sistema di tracciamento dei minerali progettato dall’United Nations conference on trade and development (Unctad) e dalla Zambian Revenue Authority (ZRA) ha reso più facile rilevare pratiche commerciali illecite che ogni anno drenano miliardi di dollari ogni anno allo Zambia, ricco di rame, e al suo popolo.

Grazie al Mose, il governo di Lusaka ha recuperato in un anno circa 1 milione di dollari quote di esportazione non pagate dalle compagnie minerarie.

Secondo l’UNCTAD’s Economic Development in Africa Report 2020, «La sottodichiarazione delle esportazioni e altre pratiche commerciali fraudolente sono costate alla nazione dell’Africa meridionale circa 12,5 miliardi di dollari tra il 2013 e il 2015» e  Kingsley Chanda, commissario generale della ZRA, sottolinea che «Il Moses ha dimostrato rapidamente la sua importanza per le strategie di sviluppo dello Zambia. La conformità da parte degli operatori minerari è notevolmente migliorata».

Oltre a tracciare il rame e altri minerali mentre si spostano dalle miniere fino ai confini dello Zambia, il sistema consente alle compagnie minerarie di inviare elettronicamente i loro rapporti mensili sulla produzione di minerali invece di andare nella capitale Lusaka per presentarli di persona.

«I ritardi – ha detto Chanda –  sono stati ridotti da un massimo di 230 giorni a meno di un mese, consentendo all’ufficio statistico del Paese di produrre rapporti statistici nazionali più aggiornati per i responsabili politici. Il sistema è ora pronto per essere utilizzato da altri governi per aiutarli a intercettare flussi finanziari illeciti fuori dal continente». che l’Unctad sima in  ben 88,6 miliardi di dollari ogni anno.

Shamika Sirimanne, direttrice della divisione di tecnologia e logistica dell’Unctad, evidenzia che «Non è possibile combattere i flussi finanziari illeciti senza dati validi. Ma Moses fa molto di più che aiutare a migliorare i dati. Aiuta i Paesi ad avere un maggiore controllo su chi beneficia della loro ricchezza mineraria». E l’Unctad fa notare che «E per le nazioni che dipendono dalle materie prime come lo Zambia, i minerali sono un’importante fonte di entrate governative che sono indispensabili per migliorare le scuole, gli ospedali, le strade o l’accesso a Internet per il 57,5% della popolazione che vive in povertà. Il rame, che è altamente vulnerabile a dichiarazioni errate o fraudolente, nel 2017 ha rappresentato il 69% del valore totale delle esportazioni di merci della nazione dell’Africa meridionale».

Per esempio, negli ultimi 20 anni lo Zambia ha segnalato la Svizzera come destinazione per oltre la metà delle sue esportazioni di rame, ma la Svizzera non dichiara nessuna importazione di Rame dallo Zambia. L’Unctad spiega: «Poiché le spedizioni di minerali possono cambiare di mano molte volte lungo il percorso verso il cliente finale e non tutte le transazioni vengono acquisite dalle statistiche del commercio internazionale, è difficile determinare quanto del gap dei dati sia dovuto a “punti ciechi” statistici e quanto sia risultato di pratiche illecite».

Ma la Commissione economica per l’Africa dell’Onu stima che lo Zambia abbia rappresentato il 65% di tutte le fatture errate del commercio africano di rame.

La Sirimanne ha evidenziato che «Moses rende anche più facile e meno costoso fare affari nel Paese, ad esempio semplificando le procedure per ottenere i permessi di esportazione».

Moses è stato sviluppato come parte dell’ Automated System for Customs Data (ASYCUDA) dell’Unctad, che dagli anni ’80 aiuta i Paesi in via di sviluppo a modernizzare i loro processi di sdoganamento Eche, con il passare degli anni, si è ampliato fino a coprire più procedure commerciali, compresa la creazione di “sportelli unici” per le procedure amministrative per le importazioni e le esportazioni. Molte delle sue attività, anche nei Paesi meno sviluppati, sono finanziate direttamente dagli stessi beneficiari, il che aiuta a garantire la sostenibilità. Così come la strategia del programma di formazione del personale locale.

In Zambia, L’Unctad ha formato un team locale di sviluppatori di sistemi che, dopo la conclusione del progetto nel 2017, sono diventati responsabili della manutenzione e dell’ulteriore sviluppo dello strumento. Attualmente, Il team dello Zambia sta lavorando a un nuovo modulo per le aziende per poter inviare rapporti.

La Sirimanne conclude: «ASYCUDA ha dimostrato l’importanza e la fattibilità del trasferimento di tecnologia ai Paesi beneficiari».