Vittorio Prodi entra a far parte di Ecoquadro, il think tank di greenreport.it

Cambiamento climatico e adattamento, il mondo a una svolta

È nostro compito organizzare una manutenzione accurata di ogni metro quadrato del nostro territorio

Nel mio libro “Il Mondo ad una Svolta” ho cercato di dare un quadro generale del riscaldamento globale e dell’impegno che dobbiamo prendere per mitigare questo riscaldamento. Purtroppo dobbiamo constatare che le varie conferenze delle Parti che si sono succedute non hanno portato a progressi significativi, mentre tutte le novità venute di pubblico dominio continuano ad indicare situazioni decisamente più preoccupanti rispetto al quadro disponibile anche solo 3 anni fa.

In particolare le indicazioni riguardanti i ghiacciai portano a tassi di fusione decisamente maggiori rispetto alla situazione che allora si prospettava. In Groenlandia e anche in Antartide si hanno fusioni in superficie che formano laghi che improvvisamente trovano uno sfogo verso il letto del ghiacciaio, portando ad un considerevole aumento della velocità di slittamento del ghiacciaio verso il mare con un conseguente maggiore tasso di fusione.

Vorrei solo accennare che una  fusione dei ghiacciai groenlandesi porterebbe ad un aumento del livello del mare di circa 7 metri, mentre sarebbe di 70 metri l’aumento se fondessero i ghiacciai antartici.

Anche i ghiacciai del Polo Nord si sono retratti e, come già galleggianti sull’oceano, sono neutri rispetto al livello degli oceani, ma innescano un meccanismo di ulteriore riscaldamento sostituendo una superficie a grande albedo (il ghiaccio) con una più assorbente per la luce solare (l’acqua dell’oceano). In ogni caso siamo di fronte ad una situazione di riscaldamento che ha già causato importanti cambiamenti climatici. Saranno questi gli aspetti che cercherò di esaminare più a fondo, perché hanno già causato danni enormi, che sono cresciuti e continueranno a crescere se non cominciamo al più presto un’opera di mitigazione del riscaldamento da un lato e di adattamento al cambiamento climatico che già avuto luogo, dall’altro.

Dobbiamo quindi esaminare che cosa è già successo nei nostri territori per potere intraprendere un’opera di adattamento che dovrà prima di tutto avere un carattere sistemico perché sistemico è il cambiamento.

Possiamo riassumere il cambiamento in due direzioni, che sono naturalmente connesse: le precipitazioni sono meno frequenti ma l’intensità è aumentata e sono aumentati gli eventi estremi. Come comportamento speculare abbiamo siccità più lunghe. L’altro aspetto è quello delle dell’aumento del livello degli oceani con ovvie conseguenze sulle zone rivierasche.

Io credo che sarà necessaria un’opera di contenimento: in Italia abbiamo un sistema, Venezia, che è già in condizioni di criticità per la subsidenza che deve essere al più presto difeso con una rapida conclusione della opera progettata.

Ci concentreremo qui soprattutto sugli aspetti del cambiamento climatico che interessano i nostri territori e quindi sugli aspetti prima ricordarti connessi con le precipitazioni e la siccità.

Le maggiori intensità di pioggia sono direttamente connesse a al riscaldamento perché maggiore è la temperature e maggiore è la quantità di vapore acqueo che si può miscelare nell’aria.

A sua volta il vapor acqueo costituisce il motore dei fenomeni atmosferici attraverso la energia che viene liberata all’atto della formazione della fase ghiaccio. Quindi dobbiamo aspettarci piogge più estreme come intensità e quindi delle sfide più forti per il nostro territorio che è stato nel passato confrontato con situazioni meno sfidanti.

Le siccità più lunghe hanno conseguenze molto rilevanti sulle disponibilità di acqua per l’agricoltura e gli altri usi civili e anche sui boschi e foreste che sono soggetti ad un maggior rischio di incendio.

Credo che noi tutti abbiamo negli occhi immagini televisive, se non una testimonianza diretta, di città e paesi colpiti, precipitazioni anche di decine di centimetri in poche ore con vittime, distruzioni, automobili e suppellettili portati via da correnti estremamente elevate e in quel momento impossibili da contrastare. Come pure incendi boschivi, (innescati anche da comportamenti delinquenziali o dolosi), in particolare sotto l’azione del vento, anche qui con vittime, danni patrimoniali e ambientali.

Se queste sono le sfide e particolarmente ingenti i danni in vittime e beni comuni, è nostro compito organizzare una manutenzione accurata di ogni metro quadrato del nostro territorio per metterlo in grado di resistere.

È uno sforzo estremamente complesso che non può che essere guidato da Istituzioni Pubbliche, a tutti i livelli, dai comuni alla Unione Europea ma che è  mia impressione, non possa contare su sole risorse pubbliche per la sua realizzazione.

“Andare sul territorio” è molto costoso e quindi credo si debba assumere un comportamento “di Sistema” con l’attenzione in particolare alle risorse che possono essere evidenziate e sfruttate nel territorio e metterle in sinergia. Come, cercheremo di vederlo insieme in questa rubrica.

[continua.]

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