Gli oli essenziali, caratteristiche e usi

Gli oli essenziali, anche chiamati oli eterici, sono sostanze pregiate, estratte piante aromatiche, e conosciute fin dall’antichità, infatti si ha testimonianza del loro impiego in India, Cina, nel Medio Oriente e in Europa, in particolare grazie agli antichi Egizi e Greci. Aromi e oli venivano infatti utilizzati durante le cerimonie religiose, nella preparazione di balsami, profumi e unguenti e come primi rimedi terapeutici.

Ma cosa si intende davvero per oli essenziali? Gli oli essenziali  sono prodotti naturali, ottenuti per estrazione, cioè a partire da materiale vegetale ricco in “essenze” appartenente alle piante ed erbe officinali chiamate “aromatiche”. Una volta estratti, si presentano come sostanze oleose, liquide, volatili, e profumate come la pianta da cui provengono. La loro composizione è assai complessa, rappresentano la parte più nobile della pianta, presenti sotto forma di minuscole goccioline nei petali dei fiori, nella buccia dei frutti, nella resina e nella corteccia degli alberi e nelle radici delle erbe e piante aromatiche, e la quantità dipende dalla specie, dal clima e dal tipo di terreno. Si tratta di elementi volatili, solubili in alcol e olio, ma non in acqua.

Gli oli essenziali sono utili alle piante stesse, infatti esplicano diverse funzioni: attraggono gli insetti impollinatori, conservano la specie di cui sono parte, conferendo un sapore spesso sgradevole alle piante, così da non essere mangiate da animali, difendono dai parassiti, proteggono da muffe, batteri e infezioni. Importante è l’effetto anche sull’essere umano: le cellule olfattive, annusando l’olio essenziale, trasformano l’odore percepito in impulso elettrico, che a sua volta richiama stimoli ed emozioni più o meno belle. In aromaterapia, gli olii essenziali vengono impiegati per riequilibrare la sfera psichica ed emozionale, attraverso la diffusione ambientale, i bagni aromatici, i suffumigi o le saune. Le molecole degli oli essenziali sono facilmente assimilabili dall’uomo, in quanto hanno molta affinità con i tessuti del corpo, quindi riescono facilmente a penetrare nella cute, passando attraverso i follicoli piliferi, entrano in circolo, attraverso il sangue o tramite la linfa e il liquido interstiziale. Le applicazioni in questo caso sono topiche e sono rappresentate da massaggi con oli puri o diluiti in oli vegetali, creme, unguenti e lozioni o più semplicemente in bagni, docce, pediluvi. Infine, alcune essenze possono essere assunte anche per via interna diluendone un paio di gocce nel miele. Nonostante ogni olio essenziale sia dotato di una propria attività specifica (balsamico, rubefacente, digestivo, cicatrizzante e rilassante, depurativo), tutti gli oli essenziali, anche se in diversa misura, hanno proprietà antisettiche e antibiotiche e sono in grado di sostenere le nostre difese immunitarie; sempre chiedendo prima il parere di un esperto, è quindi possibile anche una loro assunzione orale.

Comunemente gli oli essenziali dal punto di vista aromatico vengono distinti in tre note di base: nota di testa, data dai profumi che si avvertono per primi e si dissolvono velocemente, sono essenze fresche o fruttate come quelle degli agrumi, con effetto calmante sul sistema nervoso, o pungenti e mentolate come quelle degli oli balsamici; nota di cuore, tipica di oli morbidi e floreali, dall’effetto riequilibrante e vitalizzante, attivi soprattutto nei momenti di forte agitazione o tristezza, sono le note dolci e leggermente aspre ottenute dai fiori e dalle foglie; infine la nota di base, date da oli che emanano un profumo caldo e pesante, come legni, resine e spezie, che hanno effetto tonificante, rubefacente e corroborante.

La tecnica di estrazione varia a seconda della parte utilizzata (droga) della pianta da cui si ricava e la giusta procedura è fondamentale per garantirne la massima qualità. Ve ne sono quattro tipi principali: la spremitura, che consiste in un processo di estrazione di tipo meccanico e a freddo; la distillazione in corrente di vapore mediante il distillatore è uno dei metodi più usati per l’estrazione degli oli dalle parti più resistenti delle piante, come legni, cortecce, resine e foglie; l’enfleurage è il metodo usato per estrarre gli oli essenziali dai petali e dalle parti molto tenere delle piante, per cui i fiori vengono appoggiati su lastre ricoperte di grasso purificato, sfruttando la capacità dei grassi, di assorbire gli odori. I fiori cedono al grasso il loro profumo e sono sostituiti con altri fiori, finché il grasso non si satura di profumo, poi si scioglie il grasso con alcol e quindi si separa l’olio essenziale; infine l’estrazione con uso di solventi, impiegata per le piante aromatiche pregiate, come la rosa e il gelsomino, con essenze che non resistono al calore, che consiste nel fare attraversare un solvente, che estrae l’essenza per poi rimuoverlo.

di Valeria Gatti