Rappa (Csa): «I rifiuti urbani non conoscono crisi e vanno gestiti al meglio»

Emanuele Rappa è presidente di Csa, l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti in diversi comuni del Valdarno. Gli chiediamo di presentarci le attività dell’azienda con particolare riferimento a quelle più innovative e maggiormente legate alla cosiddetta green economy. 

«La Centro Servizi Ambiente S.p.A. è una società a prevalente capitale pubblico che opera nel settore dei servizi di igiene urbana su un territorio di 15 Comuni della provincia di Arezzo, per un totale di circa 115.000 utenti. Nel tempo l’azienda si è dedicata sempre più alla comunicazione rivolta agli utenti, sviluppando alcuni messaggi forti legati ai temi della sensibilità ambientale. Abbiamo posto l’accento sull’importanza del ciclo integrato dei rifiuti in un’ottica che guardi oltre all’obiettivo, importante ma assolutamente parziale, della raccolta differenziata.

Stiamo dicendo ai nostri utenti che “Differenziare non è riciclare” e soprattutto che fare la raccolta differenziata non basta, occorre farla bene. Per questo abbiamo realizzato anche un spot televisivo con alcune componenti della squadra nazionale di ginnastica il cui slogan è: “quando faccio una cosa mi piace farla bene”.

Attualmente la nostra comunicazione avviene mediante campagne dedicate, spot e trasmissioni televisive, cartelloni stradali, twitter, web, brochure cartacee, rubriche radiofoniche e molto altro: tutto questo per riuscire a comunicare con gli utenti di ogni età e profilo. Nel nostro nuovo sito internet è presente anche un dizionario dei rifiuti online che ormai contiene oltre 400 voci; inoltre, proprio nei mesi scorsi, abbiamo riorganizzato il Numero Verde per renderlo ancora più accessibile ai cittadini.

Negli ultimi anni sono cresciuti i contatti di CSA con aziende che operano a più livelli e in diverse modalità nel mondo della green economy. Abbiamo partecipato a eventi pubblici e a manifestazioni sui temi ambientali insieme ad aziende che realizzano prodotti in materiali riciclati derivanti dai rifiuti; abbiamo fatto da intermediari tra queste aziende e le istituzioni locali, affinché si chiudesse il ciclo dei rifiuti incentivando l’acquisto di prodotti riciclati. Come azienda abbiamo partecipato al bando per gli acquisti verdi pubblicato dalla Regione Toscana nel 2011: con i contributi ottenuti abbiamo acquistato campane stradali in plastica riciclata da dedicare alla raccolta mono materiale del vetro».

Quali sono le difficoltà incontrate in questa complessa congiuntura economica?
«In un momento di crisi economica generalizzata, i rifiuti sono un settore che ne subisce effetti diversi. In termini quantitativi, le aziende che gestiscono rifiuti si sono ritrovate di fronte a una diminuzione dei rifiuti speciali ed assimilati, ovvero quelli provenienti dalle aziende, a causa di una riduzione delle produzioni. Per i rifiuti urbani, invece, i quantitativi non hanno subito notevoli variazioni; soprattutto alcune tipologie, come il multi materiale, sono in costante crescita. Del resto le persone, nonostante la crisi, fanno comunque la spesa e gli imballaggi sono presenti in tutti i prodotti, sia in quelli a basso prezzo che in quelli più costosi. Proprio in questa fase di crisi, credo che la sfida sia quella di ripartire da questo settore, facendone uno dei pilastri della green economy e un driver strategico per il rilancio dell’economia. Fare della filiera dei rifiuti un ciclo che si chiude e che permette ai prodotti riciclati di trovare una collocazione nel mercato: è uno dei modi per uscire dalla crisi, sostenere il mercato stesso e, non ultimo, tutelare l’ambiente».

Cosa richiedete alla politica sia sul piano normativo, nazionale e regionale, sia su quello della pianificazione?
«Per noi, che siamo partecipati dai Comuni, il contatto con le amministrazioni locali socie è quotidiano e, pur con tutte le difficoltà che stanno affrontando, certamente positivo. Dalla politica in senso lato, invece, vorremmo un quadro normativo coerente, stabile, meno frastagliato e finalmente in linea con il panorama europeo. Vorremmo politiche responsabili, strategie lungimiranti e tempi certi. Sarebbe bene che la politica avesse come priorità quella di ridurre i rifiuti alla fonte, quindi agendo sui produttori, e che si preoccupasse di incentivare il recupero di materia, cioè del riciclo dei rifiuti, almeno con la stessa intensità con la quale ha incentivato le energie rinnovabili».

Al di là delle attività tradizionali che l’azienda svolge, sono in cantiere iniziative nuove nella direzione della sostenibilità?

«CSA negli ultimi tempi ha fatto molto per migliorarsi e crescere anche nella direzione della sostenibilità e della sensibilità ambientale dei propri utenti. In questa direzione continueranno le azioni future, volte a sensibilizzare il territorio sui temi dell’ambiente e della green economy. In particolare continuerà l’attività della Stazione Informativa Mobile: è un furgone attrezzato che è presente ai mercati cittadini e di fronte ai supermercati e consente ai cittadini di ricevere informazioni dal nostro personale e conferire alcune tipologie di rifiuti (pile, lampadine, farmaci, toner, olio da frittura, piccoli apparecchi elettronici ecc.). E’ un presidio sul territorio davvero importante e già oggi realizza oltre 10 mila contatti all’anno.

Proseguiranno poi gli interventi nelle scuole (principalmente le elementari ma anche le medie e le superiori), le assemblee con i cittadini (ne facciamo decine ogni anno), la partecipazione a manifestazioni pubbliche legate ai temi ambientali. Per non parlare dei 13 nuovi centri di raccolta completamente informatizzati che stiamo ultimando sul nostro territorio».

Come è andata l’edizione 2012 del vostro progetto di educazione ambientale “Rifiutevolissimevolmente”?

«Il progetto Rifiutevolissimevolmente, giunto alla sua settima edizione, è terminato anche quest’anno con quasi mille studenti coinvolti nei 15 Comuni serviti da CSA.
L’argomento di quest’anno è stato la qualità delle raccolte differenziate. Per affrontare il tema abbiamo realizzato alcuni incontri formativi con le insegnanti e poi abbiamo ideato dei giochi da fare con i bambini, che siamo andati a trovare in classe nei mesi di marzo e aprile. Durante gli incontri abbiamo riflettuto con loro sulle corrette modalità di differenziazione dei rifiuti, giocando e imparando dove devono essere collocati e soprattutto perché dobbiamo differenziarli e farlo bene.
Gli incontri sono stati accolti con entusiasmo sia dalle insegnanti che dai ragazzi e, per testimoniare che differenziare è importante per il nostro futuro e quello dell’ambiente, agli studenti è stato lasciato un quaderno in carta riciclata che contiene anche tante informazioni utili per la corretta raccolta di ogni tipo di rifiuto. Il progetto si concluderà con uno spettacolo teatrale dedicato a tutti i bambini che hanno partecipato, per ribadire ancora una volta, attraverso un personaggio noto come Pinocchio, che differenziare non è riciclare e che la raccolta differenziata deve essere fatta correttamente».