[18/10/2007] Parchi

Accordo per salvare la foca monaca del Mediterraneo

LIVORNO. A margine della Cms meeting on Western African Talks on Cetaceans and their Habitats (Watch) - in corso ad Adeje (Tenerife) - Mauritania, Marocco, Portogallo e Spagna hanno firmato un nuovo memorandum d’intesa (Mou) per la salvaguardia delle popolazioni di foca monaca (Monachus monachus) nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo che è aperto all’adesione di altri Stati dell’Atlantico-Mediterraneo che ospitano (come Grecia, Croazia,Turchia, Libia, Tunisia, Marocco e probabilmente Cipro) o ospitavano (come l’Italia) gli ultimi esemplari di foca monaca.

Dal 1986 le popolazioni di foca monaca del Mediterraneo sono al centro del Mediterranean Action Plan of dell’Unep ed evitare l’estinzione dell’unico pinnipede del mar Mediterraneo è anche uno dei principali obiettivi della Convention on Migratory Species dell’Onu (Cms) per la conservazione dei mammiferi marini.

La foca monaca è uno dei simboli delle grandi specie minacciate del pianeta ed è inserita nell’Appendice 1 della lista rossa di massimo pericolo di estinzione. Ne rimangono ormai solamente circa 500 esemplari allo stato selvatico e tutte le regolamentazioni nazionali ed internazionali ne vietano la cattura ed impegnano i vari Paesi a mantenerne l’habitat, cosa sempre più difficile, visto che questi mammiferi marini prima sono stati decimati dai pescatori che li vedevano come dannosi “concorrenti” ed oggi sembrano soffrire molto per il disturbo antropico di turismo e diporto e per l’inquinamento marino.

Nell’Atlantico orientale le popolazioni di foca monaca subiscono fortemente l’impatto degli attrezzi da pesca, ma anche la caccia e la persecuzione umana che continuano come succedeva anche in Italia in anni ormai lontani, ma si sta osservando anche una sempre più acuta insofferenza all’inquinamento che si ripercuote pesantemente su animali ai vertici della catena alimentare marina. In più la distruzione dei siti di riproduzione, delle grotte costiere ormai diventate attrazione per flussi turistici e facilmente accessibili, sta ulteriormente erodendo gli habitat rimasti a questo raro pinnipede.

La specie è ormai scomparsa dalla maggior parte del suo originario areale di distribuzione, ne rimangono solo alcuni gruppi isolati, in Mediterraneo sono a volte protetti da piccole aree marine protette come in Grecia e Turchia (in Italia, salvo rarissimi avvistamenti di giovani erratici, la foca monaca sembra estinta), mentre nell’Atlantico orientale sono segnalati gruppi isolati alle isole Desertas (Madeira) e penisola di Cabo Blanco (Marocco, Mauritania). Si tratta di colonie isolate geneticamente e demograficamente che raggruppano in tutto meno di 200 individui concentrati in pochi chilometri di coste, tanto che gli esperti considerano molto critico lo status delle foche monache in Atlantico

Nel 2005, all’ottava Conferenza delle parti della Cms a Nairobi, era stato raggiunto un accordo su un Piano di azione per la conservazione della foca monaca mediterranea, l’accordo di Adeje «prevede - spiega il segretario esecutivo del Cms Robert Hepworth – una nuova attenzione per le attività di conservazione delle foche monache, individuando le modalità di impegno e gli obblighi per i vari Stati. E’ la prima volta che le azioni per la conservazione della foca monaca nella regione atlantica vengono affrontate con uno spirito di cooperazione internazionale. Questo strumento è un passo significativo verso il miglioramento dello stato di conservazione dell’habitat della foca monaca nell’Atlantico orientale, in collaborazione con i quattro Stati firmatari»
Il piano d’azione stabilisce le procedure per l’applicazione di azioni coordinate e fornisce uno strumento per mettere in contatto tra loro i programmi già esistenti di Stati, organizzazioni ambientaliste e ricercatori scientifici, per dare più efficacia agli sforzi già in atto per evitare l’estinzione delle popolazioni di foche monache esistenti, «l’obiettivo – dice l’Unep – è quello di arrestare il declino e, nel medio termine, promuovere il recupero».

Il Piano prevede misure di valutazione dello stato di conservazione delle popolazioni di foche monache e l’aumento delle minacce che devono subire. La principale azione prevista è quella della realizzazione di una rete di zone speciali di conservazione per la foca monaca (Sacms) che contribuiscano a ripristinare le popolazioni. Il tutto aumentando l’efficacia del collegamento e del coordinamento tra la Convenzione di Barcellona e il Cms per promuovere la conservazione di questa specie. La Csm ed i suoi partner puntano molto su questo nuovo accordo per impedire l’estinzione dell’unico pinnipede del Mediterraneo.

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