[22/10/2007] Comunicati

Il Giornale ´scopre´ i cambiamenti climatici

LIVORNO. «È venuto il momento che l’ecologia sia sottratta ai catastrofisti e che smetta di essere una riserva indiana della sinistra. E allora forse il Nobel ad Al Gore potrebbe essere l’occasione per ripensare a come fare della difesa del pianeta anche uno degli elementi centrali del pensiero liberale. Lo ha detto Geminello Alvi ieri su queste colonne, lo ribadiamo qui: è una sfida che il Giornale seguirà con attenzione. O, per meglio dire, come bio comanda. Perché l’ambiente è un argomento troppo serio per lasciarlo in mano a chi confonde il Monte Bianco con un sufflé». Così Mario Giordano, neo direttore de Giornale, spiegò ai suoi lettori lunedì scorso la prossima "scesa in campo" del quotidiano milanese sulle tematiche ambientali.

Detto fatto oggi è uscito il primo “speciale” a cura della redazione sull’efficienza energetica. Dopo la Repubblica e l’Unità, un altro importante quotidiano sceglie dunque la linea di dare più informazione e maggiore approfondimento sul tema e questa di per sé è una buona notizia. Anche se arrivano sulla scia di un fenomeno in parte modale e anche se arrivano con il piglio di chi ora ti vuol dimostrare come le cose si fanno meglio di tutti gli altri. Quello però che balza agli occhi, da assidui anche se critici lettori del Giornale, è che in questo “speciale” viene rotto (finalmente) un tabù: quello della negazione dei cambiamenti climatici.

Nella seconda pagina dell’inserto, infatti, il titolo è esplicito: “E’ allarme sui mutamenti del clima. A un passo dal punto di non ritorno”. Segnaliamo che il 9 giugno di quest’anno lo stesso Giornale pubblicava l’ennesimo intervento di Franco Battaglia che sosteneva: “Diciamo la verità: a questa storia dei cambiamenti climatici non ci crede nessuno. Non metto in dubbio che la grancassa è al massimo volume e che i tromboni sono tanti, ma che ce ne sia uno che crede a quel che dice mi pare impossibile più che improbabile, visto il mare tra il dire e il fare”. Per non parlare della posizione di un altro autorevole opinionista del Giornale come Paolo Granzotto che, per usare un eufemismo, non ha molto in simpatia gli ambientalisti.

Insomma, il “cambiamento climatico”, se ci passate la battuta, in casa Giornale ci pare evidente. Certo, probabilmente per coerenza col passato il quotidiano milanese nel pezzo firmato da Diego Luigi Marin confuta in parte le conclusioni degli studi dell’Ipcc, spiegando che le emissioni sono “dovute a eventi di origine naturale” alle quali “si sommano quelle causate dall’uomo”. Ma l’attacco del pezzo “i mutamenti meteo-climatici e l’accelerazione del riscaldamento trovano ormai riscontro in una serie di misurazioni condotte a partire dal 1994…” basta da sé per dire che il vento (in meglio) è un po’ cambiato persino al Giornale. Ammettere che un problema esiste è infatti già molto importante.

Da segnalare inoltre che il quotidiano milanese pone poi in risalto (giustamente) la grande partita dell’efficienza e del risparmio energetico. Nessuna traccia invece di flussi di materia, ma questa non è una croce che si possa gettare sulle spalle del Giornale visto che del tema - importante al pari di quello energetico - non vi è traccia da nessuna parte.

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