[22/10/2007] Comunicati

G24 e Cina chiedono aiuti e tecnologie contro il cambiamento climatico

LIVORNO. Mentre le borse di tutto il mondo tremavano nuovamente, dal G24, che dal 1971 mette insieme paesi dell’Africa, Asia ed America Latina per coordinare le posizioni dei Paesi in via di sviluppo riguardanti gli affari monetari e lo sviluppo, è partito un appello al Fondo monetario internazionale (Fmi) perché aumenti la sorveglianza sulle economie ricche: «C´e´ bisogno che il Fmi migliori la sorveglianza sullo stato delle economie avanzate - hanno detto in un comunicato congiunto i ministri del G24 riunitio a Washington - mettendo la stessa attenzione nel valutare le loro vulnerabilità che viene applicata all´analisi di quelle emergenti».

La cosa era già stata fortemente sottolineata durante il dibattito dei G24 dal viceministro cinese delle finanze Li Yong che ha chiesto alla comunità internazionale di fare più sforzi per aiutare il Paesi in via di sviluppo a lottare contro il cambiamento climatico. «Assicurare la sicurezza energetica e prevenire il cambiamento climatico ha una grande importanza sullo sviluppo economico ed il benessere dei popoli di tutti i Paesi del mondo». La Cina, diventato il più grande inquinatore dell’atmosfera del pianeta, pensa che la comunità internazionale debba rispettare il principio di “responsabilità comune ma differenziata” e trasferire senza troppe barriere commerciali ed economiche le tecnologie necessarie ai Paesi in via di sviluppo per aiutarli a lottare contro il global warming.

«La Cina – ha detto Li – sostiene la nuova strategia della Banca mondiale per sviluppare il quadro di investimento nell’energie rinnovabili. Il quadro mira non solo a lottare contro il cambiamento climatico, ma anche a soddisfare la domanda di energia in crescita nei Paesi in via dio sviluppo. Noi chiediamo vivamente alla Banca mondiale – ha detto il viceministro cinese a nome del G24 – di elargire il suo aiuto all’Africa sub-sahariana in maniera più vigorosa. Incoraggiamo la Banca a cercare nuovi meccanismi di finanziamento per mobilitare risorse finanziarie sufficienti ed a compensare il sovraprezzo che i Paesi in via di sviluppo devono pagare per la riduzione delle emissioni di gas serra».

Le dichiarazioni di Li, provenienti da un Paese non certo all’avanguardia della lotta al riscaldamento globale, potrebbero segnare una svolta di questo importante gruppo di Paesi che raggruppa anche giganti come India, Brasile e Cina, Paesi petroliferi come Nigeria e Iran, e Stati con grandi possibilità come Messico e Argentina e Congo Rdc, ma anche la poverissima Etiopia e la piccola Trinidad e Tobago. La Cina a Washington si è messa alla testa di questi Paesi che sostengono la necessità «di stabilire un quadro di politiche sull’energie “pulite”a lungo e medio termine che rifletta il principio della “responsabilità comune ma differenziata”.

Cina e G24 chiedono alla Banca mondiale «di utilizzare i sui vantaggi comparativi e di esplorare la possibilità di creare un fondo per la cooperazione tecnologica internazionale per aiutare a migliorare l´accesso dei Paesi in via di sviluppo alle tecnologie». La Cina si è impegnata a proseguire la sua «cooperazione attiva con la comunità internazionale nella lotta al cambiamento climatico e promette di cooperare con i Paesi in via di Sviluppo, nel quadro della cooperazione Sud-Sud per rafforzare congiuntamente le loro capacità di lottare contro i cambiamenti climatici».

Torna all'archivio