[23/10/2007] Consumo

Pesticidi: l’Ue sceglie le norme più rigorose

LIVORNO. Il Parlamento europeo ha votato il "pacchetto pesticidi", una serie di proposte per regolare e modernizzare l´uso dei pesticidi nell´Ue sotto l’occhio attento dei rappresentanti dell´industria chimica, degli agricoltori, degli ambientalisti e dei consumatori. La relatrice tedesca Hiltrud Breyer (Nella foto) dei verdi, ha sottolineato che secondo l´Eurobarometro, i pesticidi rappresentano «la prima preoccupazione dei consumatori». Ogni anno in Europa si producono oltre 200 mila tonnellate di pesticidi, il 25% dell´intera produzione mondiale, ma l’Ue dispone solo del 4% delle terre agricole del pianeta, per questo, parlando dei pesticidi, l’altra tedesca, Christa Klass, del partito popolare europeo ha detto: «E’ la dose che rende il tutto velenoso, una pillola calmante può aiutare, molte possono uccidere».

Alla fine il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura, con 455 voti a favore, 137 contrari e 21 astenuti, una proposta che impone criteri ambientali e sanitari più rigorosi e restrittivi sull’autorizzazione alla commercializzazione dei pesticidi rispetto alla proposta legislativa della Commissione europea. Per gli eurodeputati le nuove norme dovranno prevedere la sostituzione dei pesticidi più dannosi per l’ambiente e la salute con alternative più sicure ma anche l’esclusione dal mercato dei pesticidi non solo cancerogeni, mutageni e teratogeni (che provocano malformazioni del feto), ma anche neurotossici, immunotossici e interferenti endocrini. Il Parlamento ha invece respinto la proposta della Commissione di dividere l’Europa in tre macrozone - Nord, Centro e Sud – che impedirebbe a ciascun Stato membro la libera scelta sulle sostanze da vietare.

Soddisfatto il presidente di Legambiente Roberto Della Seta: «Un primo passo importantissimo. L’Italia può guidare la battaglia contro queste sostanze.Questo primo risultato è un successo per la salute dei cittadini. A essere vietate sono sostanze che non dovrebbero proprio entrare nella catena alimentare europea dove risultano contaminati il 40% della frutta e della verdura vendute, con un campione su 30 fuori addirittura dai limiti di legge».

L’Italia in questo campo è più virtuosa della media europea: la percentuale di contaminazione scende al 30% di tutti i campioni di frutta e verdura analizzati, con un 1,3% oltre i limiti di legge, «Il nostro Paese però – conclude il presidente di Legambiente – è l’unico che ha vietato già una delle sostanze più temibili: il Carbendazim, un fungicida (distruttore endocrino) sospeso dal 2005 (DM 3.02.2005). Per questo sarebbe auspicabile dal nostro governo un impegno in questo senso: eleggersi capofila nella battaglia contro i pesticidi già dal prossimo appuntamento quando cioè se ne discuterà al consiglio dei ministri dell’ambiente e dell’agricoltura».

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