[24/10/2007] Energia

Energia liberalizzata in offerta e anche rinnovabile?

LIVORNO. In Italia l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili rappresenta poco meno del 15% del totale e in questa categoria la parte del leone la fa l’idroelettrico sopra al 10%, fonte che sconta numerosi contraddizioni dal punto di vista dello sfruttamento della risorsa (l’acqua è meglio utilizzarla per riempire gli acquedotti e farla arrivare nelle nostre case, per produrre energia e illuminare o per irrigare i campi?); la geotermia all’1,5% (sulla cui rinnovabilità c’è più di un dubbio), mentre biomasse e rifiuti sono all’1,8%, l’eolico allo 0,7% e il fotovoltaico poco sopra lo 0. I dati forniti dal Gse sono riferiti al 2005 e quindi un minimo incremento ci dovrebbe essere stato, soprattutto per quanto riguarda fotovoltaico ed eolico. Il resto dell’energia elettrica prodotta in Italia deriva quindi da fonti fossili, gas, carbone e olio combustibile. In più poi c’è l’energia comprata dall’estero.

Eppure da quando è stata annunciata la liberalizzazione del mercato elettrico domestico ogni operatore si sta dando da fare per promuovere le proprie offerte, dando ampio spazio al segmento ‘ecologico’: l’ambiente tira e quindi ognuno promette offerte di energia pura, tratta da fonti rinnovabili. Ma da dove viene questa energia rinnovabile? E’ tutta italiana o viene anche dall’estero? E che cosa si intende per energia pulita? Come è possibile essere sicuri che l’energia proviene da fonti rinnovabili? Infine, se la domanda dovesse superare l’offerta che cosa accadrebbe?

Intanto un´indagine del Wwf realizzata in Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Svezia nell´ambito della Campagna GenerAzione Clima 2007, ci spiega che italiani e svedesi risultano i più desiderosi di energia verde doc e per averla sono disposti a spendere. Ecco alcune risposte più interessanti per l´Italia: il 47% chiede investimenti in nuovi impianti di energia pulita, oltre l´80% ritiene che le emissioni dei gas serra siano molto o abbastanza importanti nel processo di scelta del fornitore (un dato comune ai 5 paesi analizzati) e, costi quel che costi, il 55% pagherebbe persino una bolletta più cara se il fornitore dimostrasse di migliorare l´attuale impatto ambientale del sistema elettrico. Cresce la voglia di sapere, un diritto ancora negato: il 50% vuole chiarezza, l´80% non sa di aver diritto di conoscere i dati sulla CO2 emessa dal fornitore. Una strettissima minoranza (1%) quella di quanti non intendono impegnarsi in alcuna azione per ridurre le proprie responsabilità in merito alle emissioni climalteranti.

A livello europeo, i cittadini si sentono circondati dalle campagne pubblicitarie dei fornitori di energia, ma dei quali si fidano ben poco. L´80-90 per cento del campione le reputa poco chiare se non addirittura ingannevoli. «Uno dei risultati più clamorosi dell´indagine europea - ha dichiarato Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia - è il fatto che rinnovabili ed efficienza sono due leve che permetterebbero finalmente la nascita di offerte commerciali in linea con obbiettivi di risparmio, un campo del tutto disatteso dai fornitori di energia elettrica».

Nell’articolo che segue abbiamo chiesto a tre dei tanti operatori che offrono energia verde, (Enel, Multiutility, La Duecentoventi) di rispondere a tutti i dubbi.

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