[24/10/2007] Comunicati

Pubblicata la prima relazione sullo sviluppo sostenibile nell’Ue

BRUXELLES. Secondo le principali conclusioni cui è pervenuta la prima relazione intermedia della Commissione europea sulla nuova strategia per lo sviluppo sostenibile, «l’Ue e gli i Stati membri stanno indirizzando le loro politiche verso la sostenibilità di lungo periodo. Sta crescendo la convergenza tra la strategia per lo sviluppo sostenibile di lunga durata dell´Ue e la strategia di Lisbona per la crescita e l´occupazione». Ma per conseguire davvero e concretamente i risultati necessari «si devono intensificare le azioni volte a sormontare le perduranti tendenze insostenibili. Si tratta di una strategia di lungo periodo che integra la strategia a medio termine condotta nell´ambito della rinnovata strategia di Lisbona per la crescita e l´occupazione».

Secondo la relazione l´Europa «deve attuare le sue politiche in materia di cambiamenti climatici e deve aumentare sensibilmente l´uso di energie alternative, fare di più per assicurare trasporti compatibili con l´ambiente, intensificare gli sforzi per arrestare la perdita della biodiversità, e continuare ad avere un ruolo guida nella lotta contro la povertà sia in Europa che nel mondo». La valutazione, corredata di un documento di lavoro dei servizi della Commissione che illustra i dettagli tecnici della valutazione, è basata sulla relazione di controllo Eurostat del 2007 sugli indicatori dello sviluppo sostenibile (Iss), sulle relazioni intermedie di 27 Stati membri in merito all´attuazione della strategia Ue per lo sviluppo sostenibile e su uno studio realizzato da un consulente indipendente. Consentirà al Consiglio europeo di riesaminare i progressi compiuti e le priorità e di impartire nuovi orientamenti nella sua prossima riunione di dicembre.

«Abbiamo realizzato importanti progressi operando in partenariato con gli Stati membri – ha affermato il presidente della Commissione, José Manuel Barroso - Questa relazione indica anche che dobbiamo fare ancora di più per lasciare alle generazioni future un pianeta e una società sani. Possiamo rafforzare ulteriormente il partenariato per la sostenibilità tra l´Ue, gli Stati membri, la società civile e le imprese. Dobbiamo invertire le tendenze insostenibili di lungo periodo in ambiti quali i consumi energetici, i trasporti, la biodiversità e la salute e continuare a dare rilievo all´aspetto della sostenibilità nell´ambito della strategia di Lisbona per la crescita e l´occupazione. Continueremo a svolgere un ruolo guida nella lotta contro i cambiamenti climatici e manterremo le promesse che abbiamo fatto al mondo in via di sviluppo».

La nuova strategia per lo sviluppo sostenibile è stata adottata dal Consiglio europeo nel giugno 2006 e affrontava diverse sfide importanti: cambiamenti climatici ed energie pulite, trasporti sostenibili, consumi e produzione sostenibili, conservazione e gestione delle risorse naturali, sanità, inclusione sociale, demografia e migrazioni, povertà globale. Secondo la relazione sia «l´UE che gli Stati membri sono riusciti a porre in atto molti degli opportuni quadri strategici. Si registra una crescente convergenza tra il grande obiettivo di lungo periodo attinente allo sviluppo sostenibile, incentrato sulla qualità della vita, l´equità tra generazioni e la tenuta della società europea nel lungo periodo, e l´obiettivo a medio termine di assicurare la crescita e l´occupazione nel contesto della strategia di Lisbona».

Il documento della Commissione Ue fa tre esempi di questa convergenza: l´agenda politica su energie e cambiamenti climatici portata avanti dalla Commissione sulla base dell´accordo raggiunto dal Consiglio europeo nel marzo 2007; il mercato unico, che dimostra come l´apertura del mercato accompagnata da misure sociali e ambientali possa migliorare la qualità della vita; l´aspirazione a "legiferare meglio" con una coerenza tra ambiti politiche l’obbligo della valutazione sistematica degli impatti economici, sociali e ambientali.

Restano comunque da potenziare le iniziative locali per invertire le tendenze insostenibili e, oltre che a continuare a concentrarsi sulle sette sfide identificate nel giugno 2006, l’Unione Europea «dovrebbe attribuire una priorità specifica ai cambiamenti climatici e alle energie pulite. Soltanto un´azione più forte può permettere all´Unione di avvicinarsi agli obiettivi fissati nella strategia». Per questo la relazione sollecita sia l´Ue che gli Stati membri a dare reale attuazione alle politiche per assicurare un impatto davvero misurabile nelle varie realtà.

Torna all'archivio