[26/10/2007] Energia

Greenpeace: stop lampadine incandescenti entro il 2010!

LIVORNO. Mettere al bando le vecchie ed energivore lampadine incandescenti entro il 2010. E’ questo l’obiettivo della campagna di Greenpeace, che da domani invierà i propri volontari nei punti vendita delle maggiori catene della grande distribuzione (Coop, Esselunga, Auchan) per chiedere di porre fine alla vendita delle lampadine sprecone, per limitare le emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici.

Le tradizionali lampadine incandescenti infatti disperdono sotto forma di calore oltre il 90% dell’energia elettrica consumata, e solo il 10% si trasforma in luce. Un enorme spreco di energia che potrebbe essere evitato utilizzando invece lampade fluorescenti compatte ad alta efficienza che permettono di abbattere i consumi dell’80%, con benefici economici per i consumatori e per l’ambiente.

«La messa al bando delle incandescenti in Italia permetterebbe di risparmiare 5,6 miliardi di chilowattora all’anno, pari all’energia prodotta da una centrale termoelettrica di 1000 MW» afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna energia e Clima di Greenpeace. I cambiamenti climatici sono la più grave crisi ambientale a livello globale. Per abbattere le emissioni di gas serra del 30% al 2020 occorrono misure concrete e immediate: l’efficienza energetica è tra quelle a minor costo e già altri Paesi europei, come Regno Unito e Francia, si sono mossi per mettere al bando le lampadine incandescenti.

«Ad oggi il Governo italiano non ha ancora presentato nessuna strategia concreta per spiegarci come verranno raggiunti gli obiettivi di Kyoto, e al 2012 dovremo aver tagliato le emissioni nazionali di gas serra di oltre 100 milioni di tonnellate» - continua Tedesco - La semplice messa al bando delle incandescenti nel settore residenziale permetterebbe di tagliare circa 3 milioni di tonnellate. Sarebbe una misura a costo nullo per lo Stato, con benefici economici per i consumatori pari a circa 1 miliardo di euro all’anno».

Va ricordato comunque che le lampade a basso consumo di energia, pur comportando il risparmio di energia elettrica e pur limitando sensibilmente le emissioni di Co2, se non smaltite correttamente, producono danni all’ambiente, alla salute e all’uomo a causa del rilascio di mercurio e polveri fluorescenti. Non a caso infatti tali lampade, giunte a fine ciclo di vita vengono definite, sia dalla normativa italiana sia da quella europea come rifiuti pericolosi.

«In attesa dell’attuazione del sistema la lampada a basso consumo non più funzionante dovrebbe essere raccolta nel cassonetto adibito alla raccolta dei rifiuti pericolosi – spiegava tempo fa a greenreport Giacomo Spreafico responsabile area marketing e comunicazione di Ecolamp - che possiamo trovare in alcune piazzole ecologiche. Il rischio è che, mancando una adeguata informazione, queste lampade vengano gettate nella comune campana del vetro». In molte parti d’Italia esistono delle isole ecologiche attrezzate per la raccolta dei rifiuti pericolosi ed è li, dunque, che oggi devono essere portate le lampade in questione.

La campagna di Greenpeace a favore delle nuove lampade a risparmio energetico sarà accompagnata ogni settimana da una gag-video che avrà come protagonisti i comici “fluorescenti” di Zelig Diego Parasole e Leo Manera.

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